sabato 27 novembre 2010

L'attrice bulgara Bonev a Venezia Bondi paga le spese: 400mila euro


NOVI LIGURE - L'attrice-imprenditrice bulgara Michelle Bonev viaggiò dalla Bulgaria all'Italia con un volo pagato dal governo italiano. Poi, arrivata al festival del cinema di Venezia dove il ministro della Cultura Sandro Bondi si era adoperato per farle assegnare un premio - premio effettivamente ritirato dalla Bonev per la non indimenticabile opera prima "Goodbye Mama" - alloggiò e cenò lussuosamente, assieme a una delegazione di 40 connazionali. Sempre e tutto a spese del "paese ricevente". L'Italia. A confermarlo, con tanto di lettere ufficiali, è il ministro della Cultura bulgaro, Vejdi Rashidov. Intervistato dall'emittente Btv-mediagroup, il collega di Bondi racconta che all'attrice - "un'amica molto cara al primo ministro bulgaro e a Berlusconi", già coinvolta nel caso intercettazioni Saccà, con l'ex direttore generale della Rai che la impone al Dopofestival di Sanremo - l'invito per la gita veneziana arrivò con una lettera spedita dal nostro titolare della Cultura al suo omologo di Sofia: la missiva è del 25 agosto 2010.

Ed è quello, di fatto, il trampolino di lancio tanto atteso da Michelle, desiderosa di vedere il suo film consacrato alla Biennale del cinema (riconoscimento assegnato da "Action for Women" della deputata Pdl Debora Bergamini) . Prima di confermare la presenza al Lido della delegazione bulgara, Rashidov, come prevede la prassi istituzionale, chiede l'autorizzazione al primo ministro, Boyko Borisov. Che ovviamente non ha nulla in contrario, anzi. Purché a sostenere le spese di viaggio sia il "paese ricevente". E infatti andrà così. Tra voli privati, cene al ristorate Cipriani, pernottamento in hotel pluristellato, trasferimenti e spese varie, il tour veneziano della compagnia partita da Sofia sarebbe costato non meno di 400mila euro. Una cifra ragguardevole.

Bondi, già travolto dalle vicende del crollo di Pompei e della parentopoli di famiglia, l'altro giorno ha smentito: "Nessun viaggio pagato". Ma ora a metterlo in fuori gioco è la versione del collega bulgaro. "Pagò l'Italia, certo, ma non ho chiesto lo scontrino", dice Rashidov.

Tira un vento decisamente contrario in questi giorni sul ministro della Cultura. La rivolta del mondo del cinema e del teatro. La figuraccia mondiale dei resti pompeiani venuti giù per l'incuria. L'imbarazzo derivato dalla disinvoltura con cui ha risolto i suoi affanni familiari (un posto al ministero per il figlio della compagna, la deputata pidiellina Emanuela Repetti, e 25 mila euro di fondi Fus per l'ex marito, Roberto Indaco).

Uno tsunami di cui si avverte la forza anche qui, a Novi Ligure. Il paese della fidanzata dove Bondi ha trasferito la sua residenza e che tanto vorrebbe (o avrebbe voluto) trasformare se non in feudo elettorale (la giunta eletta lo scorso anno è saldamente di centrosinistra) almeno in un suo piccolo regno. Sul modello Scajola-Imperia.

Del clan Bondi, in queste ore, almeno ufficialmente, non vi è traccia. Manuela Repetti è a Roma. Suo padre, il potente immobiliarista Giovanni, ex panettiere detto "Panetto" (e sua figlia "Panetta"), sponsor del Pdl, di questa storia non ne vuole nemmeno sapere. Come fantasmi sono i due parenti - per estensione - beneficiati da "Sandro", il generoso ministro che qui molti considerano una specie di Santo Patrono. Di Fabrizio Indaco, laureando in architettura e figlio di Manuela, essendo stato piazzato alla Direzione generale del cinema in Piazza S. Croce in Gerusalemme, a Roma, si dice sia giustamente nella capitale. Non pervenuto nemmeno il padre, Roberto, che conobbe la Repetti quando da Viterbo venne qui in servizio militare (quando nasce Fabrizio lei ha solo 17 anni). Per lui il buon cuore di Bondi ha prodotto un incarico di consulente dell'Osservatorio dello Spettacolo nell'anno 2009. Per occuparsi genericamente di "Teatro e Moda" gli vengono riconosciuti 25 mila euro.

Sarebbero loro, gli Indaco padre e figlio, i "due casi umani" per i quali Bondi dichiara di essersi speso. Il secondo in particolare sarebbe il protagonista di una "vicenda molto dolorosa, una storia privata", spiega il ministro. Già, risolta però con soldi pubblici. Dai microfoni della Zanzara su Radio 24 Manuela Repetti difende il compagno. "Solo una combinazione", dice a proposito del posticino ricavato da Bondi per il figliastro. "Non è mica vietato, è giovane, è uno studente come tanti altri che ha fatto la sua piccola esperienza di lavoro".

Da quando Bondi è arrivato a Novi, il paese è molto cambiato. I soldi del ministero arrivano a getto continuo. Un decreto dei Beni culturali ha appena stanziato 670 mila euro per i lavori di due chiese (il Duomo, 500 mila, e San Pietro, 170 mila). Prima c'era stata la promessa dei fondi necessari per il restauro del teatro Marenco. E i soldi (550 euro) per la banda del paese. Nel frattempo Bondi aveva già fatto felice la compagnia teatrale di Mariano Anagni, vicina a Fivizzano, il suo paese: 285 mila euro di finanziamenti. Se fosse una commedia s'intitolerebbe lui lei il figlio e l'ex. Tutti insieme a Novi Ligure. Ma la battuta più graffiante è di un anziano all'ora dell'aperitivo: "Bondi prendendosi la Panetta (Repetti, ndr) si è dovuto prendere tutto il pacchetto".

di PAOLO BERIZZI

http://www.repubblica.it/politica/2010/11/27/news/bondi_bonev-9557701/?ref=HREC1-4

mercoledì 24 novembre 2010

Sistema Abreu all'italiana: si parte.


Successo del convegno di lancio, organizzato da Federculture e dalla Scuola di Musica di Fiesole

Il 13 e il 14 novembre si è svolto, promosso da Scuola di Musica di Fiesole e Federculture, con la collaborazione di Associazione nazionale critici musicali, Cemat e "giornale della musica", il convegno "Musica per imparare a vivere", presentazione del progetto e del comitato onlus che lavora da oggi alla creazione di un "Sistema nazionale delle orchestre e dei cori infantili e giovanili" ispirati al venezuelano sistema Abreu (nella foto con uno dei gioielli della factory nazionale venezuelana, Gustavo Dudamel). Decine sono stati gli interventi, con filmati e tavole rotonde, confronti e testimonianze, alcune molto emozionanti. Dal Venezuela, ma anche da Sudafrica, Norvegia, Germania, oltre che da molte Regioni italiane, molte le testimonianze su quanto si sta facendo per utilizzare la musica d'insieme come modello di educazione culturale e di solidarietà civile.
Le basi di un "Sistema italiano alla Abreu", fortemente voluto e promosso da Claudio Abbado, sono affidate alla Scuola di Musica di Fiesole (che si occuperà della preparazione e del tirocinio dei docenti e del programma didattico sotto la guida di Andrea Lucchesini) e Federculture, l'associazione nazionale dei soggetti pubblici e privati che gestiscono le attività legate alla cultura e al tempo libero, che sarà il motore organizzativo e politico. Il progetto si strutturerà in "Nuclei", ossia centri didattici distribuiti su tutto il territorio in grado di operare secondo i modelli di Abreu, ricreati su misura della diversa realtà sociale e culturale italiana, avvalendosi anche dell'esperienza di iniziative affini ma non organiche sviluppatesi autonomamente in Italia negli ultimi decenni. I bambini, di età compresa fra i 4 e i 14 anni, verranno accolti nei "Nuclei" senza esami d'ammissione e seguiranno lezioni per la maggior parte collettive, in modo da privilegiare l'aspetto socializzante e l'apprendimento spontaneo. Per tali centri, aperti dalle 16 alle 20, si cercheranno soprattutto finanziamenti privati ed europei. È previsto che, entro un anno e mezzo, si attivi almeno un centro in ogni Regione. Diverse realtà locali si sono dichiarate disponibili all'attuazione del progetto o a favorire l'interazione con iniziative preesistenti di riconosciuta validità e assonanza con i criteri pedagogici guida. A Firenze, nel quartiere delle Piagge, la Scuola di Fiesole ne inaugurerà uno entro febbraio. Fiorenzo Alfieri, assessore alla cultura del Comune di Torino, s'è impegnato per simili iniziative nei quartieri Barriera di Milano e San Salvario grazie all'apporto dell'associazione Pequeñas Huellas, già attiva da anni sotto la guida volontaria di Sabina Colonna Preti. Medesime intenzioni sono state espresse da Dinko Fabris (per Puglia e Basilicata) o da responsabili di teatri come Giuseppe Gherpelli di Reggio Emilia e William Graziosi di Jesi, per i loro rispettivi territori.
Le novità e la necessità del Sistema - progetto che poggia sull'esperienza e sulla storia didattico-formativa della Scuola di Musica di Fiesole - sono state illustrate nel dettaglio da Roberto Grossi, presidente di Federculture: «Costituiremo una fondazione autonoma di natura privatistica, intesa come tessuto connettivo fra le diverse realtà locali, già esistenti o prossime a nascere, basate sul metodo Abreu, senza entrare in concorrenza con i Conservatori né con il lavoro di istituzioni già preposte all'istruzione musicale».

Claudio Abbado, assente per motivi di salute, ha inviato al convegno questo saluto: «Desidero salutare tutti gli amici qui riuniti per un progetto nel quale convivono due aspirazioni. La prima è quella di rendere omaggio a José Antonio Abreu e alle sue realizzazioni. Abbiamo cercato, con alcuni amici musicisti, di accrescere e rafforzare ulteriormente "El Sistema" da lui ideato in Venezuela, che coinvolge un numero enorme di ragazzi: oggi sono più di 400.000 e oltre 2 milioni dall'avvio del progetto 35 anni fa. Abbiamo portato la nostra esperienza facendo concerti, insegnando, avvicinando sempre più musicisti europei che andassero in Venezuela a portare il proprio contributo. La seconda aspirazione è quella di aiutare a trasferire in Italia i principi fondamentali del Sistema Abreu. Tant'è vero che, a imitazione del modello venezuelano, in ogni Regione italiana sono già sbocciate molte realtà che è bene ora portare in un alveo comune. I motivi per i quali è urgente e necessario importare nel nostro Paese questa realtà sono diversi. In primo luogo perché è chiaro a tutti che "così non va", che qualcosa, nella nostra società, va fatta. Non sono purtroppo assenti, anche da noi, sacche di povertà e disagio dove le prime e più vulnerabili vittime sono i ragazzi. Basterebbero gli esempi segnalati da Roberto Saviano, altra persona a cui tutti dovremmo rispetto per il coraggio con cui continua a denunciare queste situazioni. E allora ecco che fare musica insieme, studiarla e praticarla sono tutti strumenti che rendono possibile il riscatto. Abreu lo ha chiaramente dimostrato a tutto il mondo.
Una seconda ragione, non meno importante. La gioventù è stata letteralmente depredata da prospettive credibili, per le quali valga lo sforzo e la gioia della realizzazione. Non solo chi è nel disagio, ma forse ancor più chi abita il benessere, viene manipolato per diventare un conformista, un animale compratore, un ebete che si nutre solo di superficialità. Una vita piena di musica e di cultura è sicuramente un argine a tutto ciò. Chi ha avuto il privilegio di crescervi faccia, come proviamo a fare oggi, qualcosa perché altri vi crescano a loro volta».

Questi invece alcuni passaggi del saluto inviato da Gustavo Dudamel, e letto da Gaston Fournier-Facio, coordinatore artistico del Teatro alla Scala (dove forse il giovane talento venezuelano approderà come direttore musicale...): «Non potete immaginare quanto sia lieto di sapere che si comincino a muovere i primi passi in Italia di un nuovo progetto pilota che potrebbe consentire ai giovani di tutto il Paese di apprendere la musica sinfonica. Ciò non potrebbe accadere in un momento più propizio, proprio quando è in corso una crisi del finanziamento pubblico verso la Cultura. "El Sistema", ideato e sviluppato dal mio Maestro Josè Antonio Abreu, è stato l'iniziativa sociale che, in Venezuela, per quasi 35 anni, ha offerto ai giovanissimi la possibilità di un'educazione musicale, riuscendo ad infondere valori fondamentali quali la speranza, la gioia e la riflessione sul senso della vita. Ho grande ammirazione per l'impegno pluridecennale verso i giovani che il Maestro Farulli ha portato avanti nel suo lavoro alla Scuola di Musica di Fiesole. Inoltre, vedere che in tutt'Italia si muovano i passi per la nascita di un nuovo progetto volto all'educazione di migliaia di giovani verso la musicale in generale e quella sinfonica in particolare, mi rende entusiasta. È particolarmente bello che quanto viene discusso oggi a Fiesole sia non solo un progetto, ma la realizzazione concreta di un sogno. Infatti, il nonno del Maestro Abreu arrivò in un piccolo villaggio del Venezuela proprio dall'Italia, portando con sé degli strumenti musicali col desiderio di arricchire la vita delle persone intorno a lui. Quando, cinque anni or sono, Claudio Abbado venne per la prima volta in Venezuela, non si può spiegare quale fonte d'ispirazione sia stato: non solo per me personalmente, ma per tutte le centinaia di migliaia di bambini del nostro programma che hanno avuto il privilegio di lavorare con lui».

Un'altra creatura di Abbado, l'Orchestra Mozart di Bologna, farà conoscere il Sistema Abreu durante le manifestazioni del 20, 21 e 22 novembre, intitolate "L'Orchestra Mozart per la Città: la musica come impegno sociale": domenica 21 nell'incontro "L'impegno sociale dell'Orchestra Mozart: le testimonianze", il giovane venezuelano Diego Matheuz, direttore ospite principale dell'Orchestra Mozart, racconterà la sua formazione nel "Sistema Abreu".

Al convegno è stato infine annunciato dal regista televisivo Cristiano Barbarossa (abituale collaboratore di "Superquark", il programma di Piero Angela) che il suo documentario "A slum symphony allegro crescendo", dedicato al Sistema venezuelano, verrà programmato da Raitre il prossimo sabato 11 dicembre 2010, alle 21.30, all'interno della trasmissione di Fabio Fazio "Che tempo che fa".

http://www.giornaledellamusica.it/news/?num=106398

domenica 14 novembre 2010

Un plauso a Bondi, l'unico e l'ultimo...si spera!


ROMA - 12 NOVEMBRE 2010 - Il ministro dei Beni e della Attività culturali, Sandro Bondi (foto), si dimetterà senza attendere l'esito della mozione di sfiducia annunciata dall'opposizione in seguito al crollo della Domus dei Gladiatori a Pompei. E' quanto sostiene l'agenzia Velina Rossa.

"Si ha notizia - scrive Pasquale Laurito sul suo foglio quotidiano - che Futuro e Libertà ritirerà la delegazione dal governo subito dopo il rientro del presidente del Consiglio a Roma, mentre per i prossimi giorni si attendono le dimissioni di Bondi, il quale si sarebbe persuaso di non attendere gli esiti della mozione di sfiducia". (fonte: Apcom).

mercoledì 10 novembre 2010

Tremonti: "fatevi un bel panino con la Divina Commedia"!!

“La cultura - dice Abbado - arricchisce sempre. E’ contro la volgarità e permette di distinguere tra bene e male. E’ lo strumento per giudicare chi ci governa. La cultura è libertà, di espressione e di parola. La cultura salva: sono stati la musica e i miei figli che mi hanno aiutato a guarire dalla malattia: l’affetto, l’amore dei miei figli, nipoti, di tutta la famiglia mi ha aiutato moralmente come non mi sarei aspettato. Io credevo che fosse finita, invece sono ritornato a vivere”. E ancora: “Con la cultura si sconfigge il disagio sociale delle persone, perché è riscatto dalla povertà”. E “cultura é far sì che i nostri figli possano andare un giorno a teatro per poter vivere la magia della musica”. Ma soprattutto “la cultura è un bene comune e primario, come l’acqua” ed è “come la vita, e la vita è bella”, ha concluso Abbado. (ANSA).