sabato 9 aprile 2011

Bari: beffa per il sultano dell'Oman i suoi soldi in una fondazione


Due anni fa aveva donato tre milioni al Conservatorio di Bari che avrebbe dovuto istituire borse di studio. Invece ha costituito un ente che si chiama "Giovanni Paolo II con Loiodice presidente. Sei consiglieri accademici avevano già protestato sulla procedura

di GIULIANO FOSCHINI

Chissà se Qaboos Bin Sad, il sultano dell'Oman, sa come stanno utilizzando i soldi che due anni fa donò a Bari. Chissà se, in qualità della massima autorità islamica del suo paese, sarà contento che i tre milioni di euro che aveva deciso di donare al conservatorio di Bari per far studiare i giovani musicisti non sono gestiti dall'università della musica. Ma da una fondazione privata, dedicata a Giovanni Paolo II, e presieduta da uno dei massimi esponenti dell'Opus dei a Bari, il professor Aldo Loiodice. Il Sultano probabilmente non lo sa. Ma da qualche giorno lo sa la procura di Bari che ha ricevuto, così come i giornali, un dettagliatissimo esposto sulla strana storia della donazione del Sultano Qaboos.
La vicenda - si ricostruisce nella denuncia - comincia il 22 dicembre del 2010 quando "nel corso di un collegio dei professori, il direttore del conservatorio Francesco Monopoli ha comunicato che nel maggio del 2010 era stata costituita la fondazione Giovanni Paolo II che avrebbe paradossalmente il compito di gestire il fondo del Sultano".

"Va a tal punto precisato - si legge ancora nella denuncia - che il Conservatorio essendo omologo di qualunque istituzione universitaria è dotato dalla legge di ampia autonomia: in sostanza avrebbe potuto gestire a costo zero il fondo, essendo dotato dalla legge della più ampia autonomia per farlo". Il Conservatorio sceglie invece di affidare la cifra alla Fondazione che ha il compito di stanziare 350mila euro all'anno di borse di studio. Quindi, l'ente universitario avrebbe potuto tranquillamente gestire quei soldi. Ma ha preferito invece farlo fare a una fondazione terza. Nel consiglio di amministrazione della Giovanni Paolo II - si ricostruisce nella denuncia - ci sono il professor Loiodice oltre al presidente del conservatorio, Stefano Carulli, il direttore, Francesco Monopoli, il direttore generale dell'area sulla musica del ministero, Giorgio Bruno Civello, l'avvocato Raffaele Rodio, un docente, la professoressa Giovanna Valente, e uno studente del conservatorio, la signora Angela Trentadue. Un consiglio senza dubbio di alto livello nel quale tutti gli enti - dal Conservatorio all'Università - vengono rappresentati. Ma la domanda nella denuncia è sempre la stessa: "Perché è stato fatto? Perché il Conservatorio non poteva fare tutto da solo visto che la legge glielo permetteva tranquillamente?".

L'utilizzo di quei fondi, tra l'altro, era stato già oggetto di polemica. "Il 24 giugno del 2010 - scrivono i denuncianti - sei consiglieri accademici avevano prodotto un documento di vibrante protesta in cui si lamentava l'inspiegabile silenzio degli organi preposti sulla mancata erogazione della borsa di studio". La protesta però finisce nel vuoto. Intanto vengono rinnovati i nuovi organi direttivi e così appena entra in carica il nuovo consiglio accademico ("nonostante la fondazione fosse stata creata a maggio del 2010", si legge nell'esposto), a dicembre nella prima riunione utile viene decisa la gestione dei fondi alla Giovanni Paolo II.

"Quello che non è chiaro - riflettono i denuncianti che chiedono appunto alle forze di polizia e alla magistratura di fare chiarezza - è dove sono ora i soldi e chi percepisce gli interessi. Noi non capiamo perché a distanza di due anni dalla donazione di fatto non siano stati ancora spesi". La denuncia è stata inviata al pool che si sta occupando dell'inchiesta sul tribunale amministrativo e sui concorsi universitari. Non è un caso: nell'esposto si parla anche di un contenzioso amministrativo per le elezioni interne tra alcuni docenti e il Conservatorio che vede protagonisti alcuni delle persone indagate nell'inchiesta dei sostituti procuratori Francesca Pirrelli e Renato Nitti.

http://bari.repubblica.it

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