mercoledì 14 novembre 2012

A proposito di giovani e musica......l'Accademia dei Cameristi denuncia:



Non è stato facile decidere di proseguire per il cammino tracciato 14 anni fa, un cammino che, lungi dal diventare più agevole, si è rivelato, soprattutto negli ultimi anni, sempre più accidentato, a causa dell' inadeguatezza delle risorse disponibili. Noi realizziamo due stagioni parallele di oltre 20 concerti, con le più diverse formazioni e con notevole dispendio di energie umane ed artistiche. In tutti questi anni, abbiamo offerto all'ascolto del pubblico pagine del grande repertorio, ma anche capolavori caduti in oblio, che sono stati eseguiti a Bari per la prima volta, restando sempre fedeli a scelte culturalmente rigorose. Abbiamo sostenuto e fatto conoscere i più significativi talenti della scena nazionale, che hanno suonato accanto ad icone del concertismo e della didattica internazionali, realizzando concerti di pregevole livello.
Ma basta tutto questo per guadagnare credibilità presso chi dovrebbe sostenerci? Assolutamente no. Non basta per il Ministero dei Beni culturali che da anni ci ignora, semplicemente perchè non rientriamo nella logica di spartizione del potere che sembra ispirare i criteri di assegnazione del FUS ( altro che requisiti di qualità pedissequamente elencati nel regolamento! ). Non basta per il Comune di Bari, per la Provincia di Bari, per sponsor illuminati, per le TV ( nazionali o locali che siano ) che brillano per l'assenza! Fortunatamente, basta per la Regione e vorrei ringraziare l'Assessore Godelli che non ci ha mai fatto mancare il suo sostegno, anche morale, il che non è poco nel deserto istituzionale prima descritto.
Alla luce di tutto questo, gettare la spugna sarebbe facile e comprensibile........ Invece siamo qui, ancora una volta, perchè vogliamo continuare a testimoniare i valori di onestà, di rispetto degli altri, di solidarietà tra generazioni, di condivisione: sono i valori alla base del lavoro certosino che precede ogni concerto, sono i valori senza dei quali non sarebbe possibile fare musica da camera.
Certo, non siamo sereni, non sappiamo quanti altri ostacoli dovremo affrontare, pure vogliamo sperare che il pubblico risponda positivamente, che comprenda finalmente che fare musica non è un hobby, ma un lavoro, accettando di pagare il biglietto o di sottoscrivere un abbonamento.
Sappiamo di lottare contro i mulini a vento, ma, forse, grazie a persone come noi ( e credo che ce ne siano tante ) l'Italia verrà fuori dalla grigia palude in cui sembra sprofondare ogni giorno di più.......

Mariarita Alfino, direttore artistico

http://www.accademiadeicameristi.com/

venerdì 31 agosto 2012

PARMA: FUGA DAL CDA


 
Teatro Regio: la Fondazione Banca Monte lascia
Dopo l'abbandono della Camera di Commercio di fine luglio (vedi l'inchiesta pubblicata sul "giornale della musica" di settembre, ndr), il consiglio d'amministrazione della Fondazione Teatro Regio di Parma subisce un'altra defezione. Ieri, infatti, il sindaco Federico Pizzarotti - eletto nello scorso mese di maggio per il Movimento 5 Stelle - in qualità di Presidente della Fondazione ha ricevuto la comunicazione ufficiale dell'uscita della Fondazione Banca Monte (una delle due fondazioni bancarie cittadine, assieme alla Fondazione Cariparma) dal CdA del Regio. Le motivazioni della decisione pare siano da ricercare nella mancanza di chiarezza sull'ente e sulle sue prospettive future. Nella serata di ieri un comunicato del Comune recitava: "Federico Pizzarotti conferma l'avvenuto recesso pervenuto in forma scritta in data odierna, e ribadisce la volontà di perseguire qualunque via renda possibile una rinnovata coesione, fermo restando la necessità di rinnovamento funzionale ad un rilancio del Teatro". In attesa della nomina del nuovo sovrintendente - annunciata per i primi giorni di settembre - oggi è prevista la riunione dello stesso CdA, che rimane quindi ormai composto, oltre che dallo stesso Pizzarotti, dal neo assessore alla cultura Laura Ferraris e dal commercialista Marco Alberto Valenti, anche quest'ultimo nominato dal sindaco.
Alessandro Rigolli

http://www.giornaledellamusica.it/news/?num=112062

giovedì 30 agosto 2012

IL FESTIVAL VERDI 2012 E L'ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO DI PARMA


Il Teatro Regio di Parma è un Teatro di Tradizione e come tale ingaggia il personale artistico per i periodi di produzione delle opere. E’ il primo dei Teatri di Tradizione e produce e incassa mediamente quasi come un ente lirico, nonostante le differenze di contributi pubblici statali e regionali.
Forte della sua tradizione e delle opportunità sui mercati internazionali, il Teatro nel 1999 ruppe i rapporti con l’Orchestra Regionale Toscanini per la esecuzione delle opere liriche per dotarsi di una propria orchestra.
I musicisti si sono raccolti prima in associazione “Parma Opera Ensemble” e quindi hanno creato la “Orchestra del Teatro Regio di Parma s.r.l.” . Questa società è stata posta in liquidazione il 15 giugno di quest’anno, non essendo stata in grado di ripianare le perdite del 2011, perdite imputabili al reiterato ritardo nel pagamento dei corrispettivi da parte della Fondazione Teatro Regio a partire dal 2008 e dalla crisi al contempo del Teatro Regio, con il taglio della attività del 30/40% negli ultimi tre anni. Va rimarcato che ancora ad oggi i corrispettivi del 2012 ammontanti a circa 542.000,00 euro per l’esecuzione della Stagione lirica e concertistica non sono stati pagati alla Orchestra, che tuttavia ha garantito il proprio lavoro dando così al Teatro la possibilità di effettuare le stagioni liriche e concertistiche 2012.
I musicisti hanno creato un nuovo soggetto “Nuova Orchestra del Teatro Regio di Parma s.r.l.” per proseguire l’attività futura, gestendo con questa nuova società nel mese di maggio 2012 il contratto con Olbe-Abao di Bilbao per l’esecuzione dell’opera Nabucco nella stagione lirica al Palacio Euskalduna della città basca, pur essendo anche la scrivente società, in liquidazione, in grado di operare per tutti gli impegni pregressi.
Nei dodici anni di attività dell’orchestra non è mai stata riscontrata dalla Fondazione Teatro Regio la benché minima inadempienza sotto ogni profilo, sia artistico che professionale, che amministrativo e disciplinare.
Tant’è che il 31 gennaio 2012 il C.d.A. della Fondazione Teatro Regio rinnovava all’unanimità la convenzione che regola i rapporti economici con i suoi musicisti: (testo del verbale del C.d.A.)
“Il Presidente informa che la convenzione che regola i rapporti economici con l’orchestra sta per scadere. Il contratto iniziale, stipulato in data 8 agosto 2003 fra la Fondazione Teatro Regio e la Società Parma Opera Ensemble che gestiva l’orchestra, era stato sottoscritto dall’ 1.09.2003 al 30.06.2006, prevedendo alla scadenza, se non disdettato 3 mesi prima, il rinnovo automatico per un uguale periodo…si è poi costituita la nuova società “Orchestra del Teatro Regio di Parma s.r.l.” subentrando con diritti e doveri alla Società Parma Opera Ensemble. Valutate le prestazioni artistiche dell’orchestra e la qualità sempre crescente e riconosciuta del lavoro svolto dalla nostra compagine orchestrale in questi anni, il Presidente propone il rinnovo della convenzione con la Società “Orchestra del Teatro Regio di Parma s.r.l.. Il consiglio delibera all’unanimità il rinnovo della convenzione con la Società “Orchestra del Teatro Regio di Parma s.r.l.” che gestisce le prestazioni dell’orchestra per un uguale periodo.”

Sia la nuova società che la vecchia ora in liquidazione sono in grado di operare per la gestione dell’attività futura immediata e cioè l’esecuzione del Festival Verdi 2012 (gli impegni erano stati assunti precedentemente la liquidazione).
Il programma del Festival Verdi 2012 era stato annunciato il 14 aprile scorso sotto la gestione commissariale del Comune di Parma dal Sovrintendente Meli e dal commissario Ciclosi. Fino al 26 luglio 2012 comparivano sul sito del Teatro Regio i programmi annunciati e la nostra orchestra risultava impegnata per due titoli, la Battaglia di Legnano e Otello.
Nella conferenza stampa di sabato 28 luglio 2012 il Sindaco Pizzarotti ha annunciato il nuovo programma e con essa la sostituzione della nostra orchestra con la Filarmonica Toscanini (ICO – Orchestra Regionale).
L’ingaggio della nostra orchestra era dato per scontato in teatro comparendo nei prestampati della Conferenza stampa con i nuovi titoli. Essi sono stati modificati sabato 28 luglio, due ore prima dell’inizio della conferenza stampa delle 11.
La comunicazione che la nostra orchestra sarebbe stata fuori dal Festival Verdi 2012 è stata fatta all’amministratore per telefono 50 minuti prima dell’inizio di questa conferenza stampa. Neppure una lettera, una giustificazione, una motivazione plausibile per chi ha permesso di tenere aperto il teatro nel 2012. A tutt’oggi la Fondazione Teatro Regio non ha comunicato per iscritto alcunché all’Orchestra.
Non solo: a giustificazione del giro di boa, candidamente l’assessore alla cultura Laura Ferraris annuncia un risparmio “sulla base di dati di costo precedenti”, dimenticandosi di dichiarare qual è il costo della Orchestra Regionale. Inoltre non è mai stato richiesto alcun preventivo all’Orchestra del Teatro Regio per l’esecuzione del Festival 2012!
ORCHESTRA CHE IN MOLTISSIME ALTRE OCCASIONI HA CONCESSO AL TEATRO SCONTI ENORMI. Come in occasione della tournée a Bilbao del 2010 ove l’attività venne svolta con una riduzione del 40% del compenso, o come le riduzioni di circa il 20% praticate nel 2009 e 2010 per l’effettuazione delle stagioni concertistiche. Non è stata fatta alcuna gara d’appalto, ammesso l’assurdo di questa situazione, non ci hanno consentito di formulare alcuna proposta economica concorrenziale… stante il fatto che per le attività ordinarie, come per le altre 10 precedenti edizioni del Festival Verdi, di norma non vengono stipulati contratti particolari, applicandosi gli accordi della convenzione vigente.
La nostra posizione è seguita attentamente dall’Unione Parmense degli Industriali, cui siamo iscritti.
Chiediamo l’immediato reintegro nella programmazione del Festival Verdi 2012 e inoltre le garanzie per il futuro nel rispetto della Convenzione ratificata il 31 gennaio c.a.

Grazie dell’attenzione e cordiali saluti
Enrico Maghenzani
Liquidatore della Orchestra del Teatro Regio di Parma s.r.l. in liquidazione
Segretario Generale della Nuova Orchestra del Teatro Regio di Parma S.r.l.
amministrazione@orchestrateatroregioparma.it

mercoledì 29 agosto 2012

ROLLI E PERTUSI “IL NOSTRO PROGETTO PER IL REGIO"

 regio
Un nuovo progetto musicale per il Teatro Regio. Lo firmano Sebastiano Rolli e Michele Pertusi, direttore d’orchestra e basso parmigiani di fama internazionale, da tempo critici sulla gestione del tempio della lirica cittadino da parte del sovrintendente Mauro Meli. Il maestro e l’artista hanno elaborato un piano dettagliato, che va dall’approccio filologico al melodramma verdiano alla necessità di un’accademia teatrale, passando per l’educazione del pubblico e il Festival Verdi.
SCARICA IL PROGETTO IN PDF
Ecco come è stato presentato dal sodale Luigi Boschi nel suo blog:
“In questi (quasi) due anni di dibattito e di riflessioni sul Teatro Regio, è nato un progetto artistico e gestionale. Il progetto artistico (che qui presentiamo) è il frutto di colloqui, scambi, approfondimenti, ripensamenti. Vuole cercare in tutta umiltà di tracciare una linea d’indirizzo per quelle che potranno essere le strategie future adottate dal Teatro per rilanciare la propria infangata immagine nel mondo musicale e culturale. In questi mesi di incontri, colloqui e confronti abbiamo toccato con mano la distanza che separa l’universo degli “intellettuali” da quello degli amministratori del potere.
Questa distanza è essenzialmente interprete di una diversa ottica sulla realtà cittadina, di diversi interessi e vantaggi. Non siamo tanto ingenui da credere che la “Chiesa si gestisca con le Ave Maria” come disse Paul Marcinkus, ma non siamo nemmeno tanto cinici da credere che queste non servano (se ci passate il parallelismo). Oggi ci troviamo di fronte ad una svolta abbastanza epocale. Il mondo sta drammaticamente cambiando, la nostra città ha vissuto un periodo senza precedenti, il nostro Teatro (simbolo ed espressione istituzionale della cultura cittadina) sta passando un momento che non ha eguali nella propria storia.
I responsabili dell’attuale situazione non sono le contingenze internazionali, che’ allora tutti i teatri sarebbero nello stato in cui versa il Regio, bensì l’attuale team dirigente (recentemente sfiduciato da tutti i dipendenti del Teatro stesso – cosa mai successa prima!!). Va da sé che la proposta culturale da noi elaborata può avere un seguito solo nel momento in cui queste persone verranno rimosse. Allo stesso tempo il progetto culturale (al quale verrà affiancato un progetto economico-amministrativo in fase di ultimazione) non è una bacchetta magica, ma solo una proposta credibile e seria che sentiamo di dovere alla città senza pretendere nulla in cambio. Infatti è nello spirito di servizio a questa che mettiamo sul piatto le nostre proposte: per condividerle, per ricevere critiche costruttive, per metterci in discussione, per poter integrare nello spirito di un dialogo aperto ciò che si ritiene migliorabile.
Crediamo che il nostro compito sia questo; lontani dai giochi politici, lontani da legittime obbedienze di partito, e soprattutto lontani da quelli che possono essere i legami di interesse economico e quindi politico che attanagliano la città, rimaniamo cittadini liberi! Non abbiamo padroni, non siamo sudditi e non abbiamo debiti con nessuno: è nello spirito di questa libertà che ci sentiamo di presentare le nostre idee sulla strada che il Regio potrà intraprendere”.

http://lirica-parma.blogautore.repubblica.it/2012/02/10/rolli-e-pertusi-il-nostro-progetto-per-il-regio/#more-1908

DISOCCUPATO SENZA STELLE

Caro Dott. Belpietro, poco prima di una conferenza stampa, che avrebbe dovuto annunciare il cambio di un titolo in programma, il Presidente della Fondazione Teatro Regio nonché Sindaco di Parma Federico Pizzarotti del Movimento 5 stelle, ha comunicato telefonicamente della sostituzione dell'Orchestra del Teatro Regio con l'Orchestra regionale Toscanini, non dandoci alcuna spiegazione. I Musicisti attendono gli stipendi da Gennaio. Ad oggi il Teatro ci deve oltre mezzo milione di euro. Abbiamo garantito l'esecuzione della stagione lirica e concertistica 2012 permettendo al Teatro di effettuare le recite e di restare aperto. Ad Orchestra già ingaggiata, con il contratto appena rinnovato lo scorso Gennaio fino al 2015, la Fondazione ci ha dato un benservito privo di qualsiasi legittimità e convenienza economica per lo stesso Teatro. Chi costruisce qualcosa di bello come l'Orchestra del Teatro Regio di Parma non può che esere premiato e lodato specie in un momento difficile come quello che stiamo vivendo dove si vuole volutamente e coscientemente uccidere la cultura, con grandi sacrifici Onore e Gloria portiamo in giro nel mondo il nome della città di Parma e lo facciamo per l'amore e la passione che ognuno di noi nutre per questa città e per questo Teatro. Quello che stiamo vivendo è un a grande ingiustizia e non trova nessuna spiegazione ragionevole. Quando un Orchestra viene così brutalmente violentata, tutta la città dovrebbe essere più triste e amareggiata perchè se muore un Orchestra muore la musica muore un Teatro e moriamo tutti noi... Tutti!! Massimo Tannoia Primo Violoncello del Teatro Regio di Parma 

martedì 28 agosto 2012

BARI E LA MALEDIZIONE DEL RESTAURO


Protetto dai rami di un pino secolare piantato dal compositoreprediletto da Fellini, sorge l’Auditorium "Nino Rota", una delle sale da concertopiù maestose della città, bene prezioso dell’intera Puglia, ma soprattuttoricordo di tanti musicisti o semplici amanti della musica che sono passati peril conservatorio Picci
nni. Chiuso ben vent’anni fa, causa l’inagibilità delposto, è ancora in fase di restauro dopo interruzioni e riprese a singhiozzodei lavori. E sembra l’eco di una storia già sentita: come dimenticarel’odissea dei Teatri Petruzzelli e Margherita, conosciuti in tutto il mondo perla loro bellezza, ma di cui noi baresi stessi non abbiamo potuto usufruire peranni. Ciò che accade a edifici e infrastrutture, sottoposti a restauro nelbarese, non sorprende più, divenendo quasi una “routine burocratica” fissareuna data d’inaugurazione auditorium: da un sopralluogo avvenuto in ottobre viene mostrato ilcantiere che dovrebbe “ospitare” quaranta operai, nel quale ne lavorano soloquattro, sintomo già di una inevitabile lentezza nelle operazioni diristrutturazione. A detta del presidente della Provincia Schittulli e dell’assessora regionale alla Qualità del Territorio Angela Barbanente, presenti al sopralluogo, non ci sono ancora i fondi necessari per completare i lavori entro la data stabilita del 31 dicembre 2011, cheslitta (ancora una volta) a un tanto indefinito quanto poco credibile 2012. Maè veramente una questione di disponibilità di fondi o è solo pigrizia mentale?Mentre riflettete sulla risposta, continuano a nutrirci di promesse vacue e afarci sperare in un infinito conto alla rovescia. Sembra quasi essere unamaledizione quella dei “cantieri di restauro”, per questo teniamo le ditaincrociate sulla situazione del “Teatro Piccinni” da poco chiuso anch’esso; machiedendo in giro chiunque, annoiato dai vizi della nostra burocrazia,  vi dirà “Il Piccinni?! Chissà quando lo riapriranno”.
La realtà è che l’auditorium è un diritto di tutti i cittadini, masoprattutto un bisogno per tutti gli studenti del conservatorio, chenecessitano al più presto di uno spazio adeguato per esibirsi e provare, e alquale molti di essi hanno legato il loro ricordo “degli anni distudio spensierati e pieni di speranza, dei saggi, dei concerti, delle ore diattesa sulle scomode poltroncine vicino al bar, della macchinetta delle bibitecalde, del giorno del diploma, dell'attesa dell'affissione dei risultati degliesami, di un pezzo di vita!” (cit.)
Ed è paradossale come in un luogo dove prima si faceva musica, ora ci sia solo il silenzio di un cantiere.

Sara Di Leo

sabato 14 luglio 2012

LA RIVOLTA DEL CONSERVATORIO CONTRO ALLEVI «Star mediatica e musicista modesto»

Parte da Mantova e da altri conservatori italiani la battaglia contro Giovanni Allevi, il musicista diventato una star ma considerato (anche da Uto Ughi) «musicista modestissimo”. Allevi aveva definito Ughi “custode di sepolcri imbiancati”. In difesa di Ughi sono scesi in campo musicisti di primo piano. “Il vero fenomeno - dice il violinista Paolo Ghidoni – era Mozart non Allevi". Una lettera sarà fatta circolare in tutta Italia 

di Maria Antonietta Filippini
MANTOVA. Il violinista Paolo Ghidoni è persona mite. Oggi però guida una rivolta che parte dal Conservatorio di Mantova, passando per l’Orchestra da camera del maestro Fabiano, coinvolgendo gli altri Conservatori e personaggi come Enzo Rostagno e Quirino Principe. Una battaglia a sostegno del celebre violinista Uto Ughi e contro l’altrettanto noto (anche al pubblico rock) Giovanni Allevi.
La polemica tra i due si trascina da anni, ma è esplosa negli ultimi giorni quando il giovane riccioluto ha ufficializzato l’incarico del Comune di Genova per dare più visibilità a un concorso tra i più importanti al mondo, il Paganini per giovani violinisti. Tra le prove obbligatorie i concorrenti suoneranno una composizione dello stesso Allevi. Inoltre il 14 novembre al Teatro Carlo Felice, Allevi dirigerà la prima mondiale del concerto per violino e orchestra. «L’ho scritto per liberarmi di Uto Ughi, il mio incubo notturno, e dalla casta della musica classica» ha raccontato Allevi.
Di certo il successo non gli manca, diplomato a pieni voti al conservatorio, laureato in filosofia,scoperto da Jovanotti, protagonista di un concerto a New York nel 2005. Fin qui, per i colleghi rigorosi, era un fenomeno mediatico. Ma nel 2008 gli fu affidato il concerto di Natale al Senato. E lì fioccarono gli strali di Uto Ughi, che lo definì“musicista modestissimo». Ora però Allevi vuole scalzare il Maestro, utilizzando anche il Concorso Paganini.Ma da Mantova parte la riscossa a sostegno di Ughi, capofila Ghidoni per il quale fenomeno è Mozart e non il ricciolone marchigiano che crea musica più orecchiabile per i giovani.
dddSi è riaperta, spiega, la polemica tra Allevi e «a suo dire, i custodi del sepolcro imbiancato, contrari (parole sue) ad ogni rinnovamento e modernizzazione del linguaggio musicale, legati cioè a formule retrive e fine a se stesse e che fanno capo al Maestro Ughi (nella foto). Vorremmo tranquillizzarlo - si legge nella lettera che girerà l’Italia - noi non siamo assolutamente contro il linguaggio musicalmente evoluto, perché la musica (come tutte le arti, come l'uomo), si evolve continuamente e per noi ciò è fonte di arricchimento. Purtroppo la musica di Allevi nasce già vecchia; è molto più moderna la musica di Bach o Mozart o Schubert, perchè la modernità di un pezzo musicale non si giudica dalla data anagrafica. La musica di questi “giganti” sta alla sua come le Piramidi stanno all’Egitto odierno».
Ghidoni pensa che per un «fenomeno mediatico come Allevi, la polemica personale è linfa vitale». Ciò che non va è piuttosto l’Italia che, «almeno negli ultimi 50 anni, non ha investito nell’educazione musicale, che agli inizi degli anni ’90 , ha chiuso ben 3 orchestre Rai (mai successo nemmeno in guerra), dove i musicisti bravi non trovano interlocutori nella classe dirigente (a tutti i livelli), dove per anni l'appartenenza o ideologica o politica aveva la meglio sul merito e il valore progressivamente ha perso il contatto con il suo millenario bagaglio Storico Culturale e Musicale».
E riecco la ferita del concerto del Senato «addirittura in mondovisione. Nessuna Nazione evoluta o “moderna” come dice Allevi, lo avrebbe mai patrocinato». Ghidoni si aspetta ora che Genova smentisca l’inserimento nello storico Concorso Paganini - vinto agli esordi da Salvatore Accardo - di un concerto di Allevi. L’Italia ha tre concorsi celebri nel mondo, il Paganini, il Busoni per pianoforte e il Gui di Firenze per musica da camera (che Ghidoni vinse a 18 anni). A parte «il nobile e solitario intervento del maestro Ughi», Ghidoni denuncia un silenzio che «rischia di passare per pavidità, Italo Calvino diceva che l'ottusità è il secondo tempo dell'ignoranza, forse ne esiste un terzo,il conformismo».

http://gazzettadimantova.gelocal.it

venerdì 13 luglio 2012

CONSERVATORIO DI BARI: storia di uno scandalo

di Nazzareno Carusi
http://italia.panorama.it/Conservatorio-di-Bari-storia-di-uno-scandalo
Dunque, ricapitoliamo.
Il Sultano dell’Oman il 27 maggio 2008 regala 3 milioni al Conservatorio “Piccinni” di Bari per farne borse di studio agli allievi meritevoli. Il 28 gennaio 2010 Samantha Dell'Edera scrive sul il Corriere del Mezzogiorno (leggi): “Dal 2008 ad oggi di quei fondi ne sono stati spesi 61mila euro per la concessione di 21 borse di studio (sulle 68 previste da 150mila euro) per l’anno 2008/2009. La restante parte è custodita nelle casse dell'istituto. A chiedere spiegazioni al Conservatorio è stata l’assessora regionale alla Cultura Silvia Godelli, con una lettera indirizzata al direttore, il maestro Marco Renzi”. Spiegazioni mai arrivate. Continua il Corriere:
“I tre milioni, secondo un piano di lavoro che era stato presentato anche al ministero, dovevano essere utilizzati per cinque progetti: una borsa di studio destinata ad un giovane ricercatore italiano di etnomusicologia; 60 borse di studio per la formazione di professori d’orchestra; cinque borse di studio per la realizzazione di un’indagine socio musicale sui bambini dagli otto ai 13 anni per creare poi il primo coro di voci bianche; cinque dottorati di ricerca in collaborazione con l’Università di Napoli ed infine iniziative per la celebrazione del trentennale di Nino Rota”.
Replica il direttore Renzi: “Quei progetti iniziali abbiamo deciso di cambiarli perché vogliamo mettere a disposizione quei soldi solo dei nostri studenti del Conservatorio. Noi per il momento abbiamo bandito le prime borse”. I soldi nel frattempo restano nelle casse del Conservatorio. “Non vengono buttati - continua Renzi - stanno lì ematurano anche interessi. Il consiglio di amministrazione ha dato mandato al consiglio accademico di avviare le procedure per capire come spendere meglio quei finanziamenti. Vogliamo procedere in modo oculato. Quando sarà il momento saranno utilizzati”.
L'Allegato B all’atto n.640 della raccolta repertorio n.1475/15 luglio 2010 del notaio Benedetta Galli (documento) contiene lo statuto della “Fondazione Giovanni Paolo II del Conservatorio di Bari (ad sustinendam juvenum praestantiam musica)”. Nove mesi dopo, a Repubblica del 7 aprile 2011 (leggi l'articolo), il professor Gioacchino De Padova, ex componente del consiglio accademico del conservatorio barese, rivela: “Non potemmo opporci alla creazione della Fondazione perché fu istituita a insaputa dell'organo di governo”.
La Fondazione, come da suo statuto, “si propone lo scopo di promuovere la  diffusione della cultura musicale, attraverso un fitto programma di iniziative, anche in collegamento con la realtà musicale europea ed internazionale”. In particolare vuole “sostenere e supportare l'attività di produzione musicale del Conservatorio”, “garantire agli studenti meritevoli del Conservatorio l'accesso ed il sostegno agli studi musicali attivati presso l'Istituzione ed il proseguimento degli stessi anche al di fuori della  stessa”, “fornire servizi in genere in favore degli studenti del Conservatorio finalizzati a migliorare le condizioni di studio ed a rendere lo studio maggiormente proficuo”, “svolgere attività integrative e sussidiarie alle attività didattiche e di ricerca svolte dal Conservatorio”, “finanziare e realizzare progetti culturali e di ricerca, di carattere artistico e culturale, nazionali ed internazionali, finalizzati alla formazione ed all'inserimento professionale degli studenti del Conservatorio”. Per far questo, il Conservatorio (socio fondatore) le attribuisce un contributo iniziale al fondo di gestione di 175.000 euro fino al 31 dicembre 2010; poi, 350.000 euro all'anno fino al raggiungimento dei 2.450.000 euro messi a disposizione. Lo statuto dice che “sono organi della Fondazione: il Consiglio di Amministrazione, il Presidente, il Direttore Generale, il Collegio dei Revisori dei Conti, l'Assemblea di Partecipazione. Il Consiglio di Amministrazione è l’organo al quale è riservata la deliberazione degli atti essenziali alla vita dell’Ente ed al raggiungimento dei suoi scopi”.
Del CdA fanno parte il Presidente della Fondazione nominato dal Conservatorio, il Presidente del Conservatorio stesso e il suo Direttore, da due a quattro consiglieri nominati sempre dal Conservatorio, un consigliere nominato dagli eventuali Partecipanti Fondatori e un consigliere nominato dagli eventuali Aderenti nel caso fossero almeno tre. Uno dei consiglieri è il direttore generale dell'Alta Formazione Artistica e Musicale presso il Ministero dell'Università Giorgio Bruno Civello (documento).
Il primo Consiglio di Amministrazione dura in carica sette anni. E sette, per caso, è il quoto della divisione di 2.450.000 per 350.000. Naturalmente lo statuto prevede che ai componenti del Consiglio di Amministrazione spetti, “oltre al rimborso delle spese sostenute in ragione del proprio ufficio, un gettone di presenza per la partecipazione alle riunioni del Consiglio, nell'importo stabilito all'atto della nomina o nella prima riunione del Consiglio stesso”.
Il verbale del consiglio accademico del 14 dicembre 2010 (documento), dà un'idea di come funzionerebbe il rapporto fra il Conservatorio e la sua Fondazione. Il consiglio infatti, per attuare una serie di contratti di collaborazione per gli studenti, “autorizza il direttore ad emettere i relativi bandi e di chiedere il finanziamento degli stessi alla Fondazione Giovanni Paolo II. Il consiglio accademico propone altresì di chiedere alla predetta Fondazione un finanziamento per la formazione di un’Orchestra Giovanile del Conservatorio, con Progetto definitivo da approvarsi successivamente”. Precarietà dell'italiano a parte, messa così i soldi sembrerebbero semplicemente andare avanti e ‘ndré fra il Piccinni e la sua creatura.
Scaduto il mandato del direttore Renzi, alla testa del Conservatorio barese da vent'anni, il nuovo direttore è Francesco Monopoli, proclamato il 27 ottobre 2010 (il documento).
A Repubblica (edizione di Bari) dell'8 aprile 2011 (leggi l'articolo) Monopoli, accusato di conflitto d'interessi fra la sua carica pubblica e la presidenza dell'Associazione Cultura e Musica “Giuseppe Curci” di Barletta, dichiara: “Non c'è niente di strano. Dicevano che io fossi presidente dell'associazione "Cultura e musica" della quale invece sono soltanto direttore artistico. E per svolgere quel ruolo mi sono fatto autorizzare dal ministero”. Continua la Repubblica: “L'autorizzazione è effettivamente esposta in tutto il Conservatorio. Tutto in regola, quindi. In realtà però c'è un problema. Dai registri della camera di commercio risulta che Monopoli è ancora presidente e legale rappresentante di quell'associazione. Com'è possibile? «Si tratta di un errore, un disguido. Forse abbiamo dimenticato di comunicare il cambiamento alla Camera di commercio. Dopo la mia elezione - assicura Monopoli - io mi sono dimesso da presidente di un'associazione senza scopi di lucro, questo ci tengo a precisarlo». Legato all'associazione era nata in realtà una scuola, omonima, di musica. Fino a qualche mese fa c'era anche un link sul sito dell'associazione (riportato sulla denuncia) che rimandava alla scuola. Ma il link ora è sparito. «Non facciamo più corsi da anni» giura il direttore del conservatorio, «chi dice il contrario dovrà risponderne pubblicamente»”.
Però a oggi, sulla biografia riportata nel sito ufficiale del conservatorio (leggi), il direttore risulta ancora (e fin dal 1984) presidente della associazione barlettana. Come sui registri della camera di commercio citati dalla Repubblica e dal senatore Vita nella sua interrogazione a risposta scritta (leggi) al ministro Gelmini dell’estate scorsa.
L'associazione “Curci” è noto che avesse una scuola di musica, così come risulta sia dalla sua pagina nella banca dati del CIDIM (la più importante dell'Italia musicale), sia dalla pagina della stessa scuola in quel database (leggi). Il presidente, fino allo scorso 30 ottobre, data nella quale avevo verificato on-line, (vedi schermata 30.10.2011) risultava essere in entrambi i casi  il direttore Monopoli (leggi qui). Oggi il maestro Monopoli risulta essere ancora presidente della scuola (ed è quello che forse sarebbe più grave ai fini di una valutazione di idoneità ad essere contemporaneamente direttore del conservatorio provinciale) e “solo” direttore artistico dell’Associazione concertistica.
Salta all'occhio su queste pagine la data di aggiornamento vecchia di quattro-cinque anni e più. La cosa buffa è che la pagina dell'Associazione Curci che il 30.10.2011 riportava ancora Presidente il Maestro Monopoli e risultava aggiornata al 24.10.2006 oggi, con il nome del presidente cambiato, risulti aggiornata il 05.01.2011 (ecco la schermata del 27.01.2012). Strano, no? Personalmente riterrei non fedeli questi update, perché la voce relativa al direttore Monopoli riporta comunque il suo incarico in Conservatorio e quindi non può essere antecedente al 27 ottobre 2010 nonostante ancora oggi dati al 15.11.2006 (la schermata del 27.01.2012).
C'è di più. Secondo il virgolettato di Repubblica su citato (8 aprile 2011), il direttore Monopoli sfida chi contesti che la “Curci” da anni non sia più una scuola di musica. Sarà per questo che l'aggiornamento del Cidim sia stato datato al 05.01.2011.
Ebbene il 22 dicembre 2010 (cioè tre mesi e mezzo prima) la Gazzetta del Mezzogiorno annunciava a Barletta “un saggio natalizio di note ed emozioni” degli “allievi della scuola di musica «G. Curci» che si terrà oggi alle 18 nella Chiesa di Sant'Antonio a Barletta, a conclusione della prima parte dell’anno accademico 2010 – 2011 dell’Accademia Musicale “G. Curci”. La quale accademia “ha visto crescere rapidamente in poco tempo sia il numero degli allievi che quello dei docenti” (guarda il documento). Il direttore Monopoli diceva a Repubblica che non ci fosse “niente di strano”. Però così non sembrerebbe, no? Anche perché la stessa testata il 5 aprile scorso (guarda il documento) ha definito Monopoli “presidente” e il 1° marzo precedente (guarda il documento) “capo” del sodalizio culturale barlettano. Senza considerare che un saggio conclusivo “della prima parte dell’anno accademico 2010-2011” rimandi di per sé a un’estensione almeno fino a giugno scorso dell’attività della stessa scuola.
Un’ultima cosa, per ora.
Secondo il verbale prima menzionato del Consiglio Accademico del 14 dicembre 2010, il direttore Monopoli “informa il CA di aver preso atto, dopo la sua nomina a Direttore, della nascita di una Fondazione, sorta nel Conservatorio Piccinni di Bari, su iniziativa del Cda, che ha inteso creare un Organismo di Gestione del Fondo donato al Conservatorio dal Sultano dell’Oman”. La qual cosa coinciderebbe con l'affermazione a Repubblica del professor Gioacchino De Padova (leggi qui). Ma siccome fino a quella stessa seduta (quando, secondo il verbale, tra le varie ed eventuali il direttore “comunica di rinunciare alla propria nomina di delegato”)  era stato proprio Monopoli a occuparsi per il Conservatorio dell'Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario, a me sembrerebbe lecito chiedersi come fosse possibile che il responsabile di quest'ufficio non sapesse del varo da parte del suo Conservatorio di una Fondazione con lo scopo di gestire 2,5 milioni di euro in borse per gli studenti. A meno di considerare, comunque, che “prendere atto” non significhi “non sapere”.
Il senatore Vita, dopo tutta una serie di constatazioni dettagliatissime sul presunto malaffare nella vicenda (leggi qui) dice: “Il direttore del conservatorio di musica, Francesco Monopoli, risulta essere Presidente e legale rappresentante dell'associazione cultura e musica in Barletta, un'associazione musicale privata che comprende la scuola Curci, che, con ogni evidenza, opera in aperta concorrenza con il Conservatorio medesimo erogando corsi di musica in Barletta;
tale dato è manifestamente comprovato dalla visura eseguita presso la Camera di commercio di Bari, ed asseverato dall'ampia eco ricevuto sulla stampa locale ("La Repubblica" dell'8 aprile 2011); Monopoli ha richiesto l'autorizzazione di una attività non autorizzabile (con nota del 1° marzo 2011 n. 3339 e pertanto, comunque non tempestivamente, ma ben 4 mesi dopo l'ascesa alla carica di Direttore del Conservatorio, decorrente dal 1° gennaio 2010) in quanto il contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto delle Istituzioni di alta formazione e specializzazione artistica e musicale per il quadriennio normativo 2002/2005 e il biennio economico 2002/2003 all'articolo 27 ammette l'esercizio della libera attività in campi artistici purché questa non si ponga, per sua natura, in conflitto con le attività e il ruolo dell'Istituzione nel territorio; fermo restando quanto stabilito dal decreto legislativo n. 150 del 2009 e ogni altra norma pertinente. Cosa che nel caso di specie non avviene, essendo Monopoli Presidente di una scuola privata che opera in contrasto con i fini istituzionali del Conservatorio; desta sbigottimento che a fronte di ciò Monopoli sia stato autorizzato, peraltro tardivamente, dal direttore generale AFAM, Civello, (con nota prot. 1387 del 14 marzo 2011), considerata la situazione di assoluta incompatibilità (per violazione, fra gli altri, dei vincoli di correttezza, buona fede e fedeltà di cui all'art. 2105 del codice civile); … desta sbigottimento che motivi futili ove paragonati a quelli del precedente punto (mancata autorizzazione di lezioni peraltro mai svolte, nell'ambito di corsi mai attivati in Vallo della Lucania, presso la Curia), abbiano invece provocato il tentativo di licenziamento disciplinare di un docente del conservatorio di Matera; tale tentativo di licenziamento disciplinare, proprio perché da ritenersi unicamente frutto di animus nocendi, considerata l'assoluta inconsistenza delle accuse mosse, veniva successivamente archiviato;
il direttore generale AFAM, dottor Civello, esercita il potere disciplinare nei confronti dei docenti di conservatorio (e pertanto anche dei direttori di Conservatorio in quanto docenti essi stessi), ai sensi dell'art. 55-bis, comma 1, secondo periodo, del decreto legislativo n. 150 del 2009, come peraltro riconosciuto e precisato dal medesimo direttore generale del MIUR dottor Civello con propria nota dell'8 marzo 2010 prot. 1294; il dottor Civello è componente del consiglio di amministrazione della fondazione Giovanni Paolo II di Bari; ciò pone il dottor Civello medesimo in una palese e grave condizione di conflitto di interessi e viola macroscopicamente i principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione anche ove si consideri l'eventualità di esercizio del potere e dell'azione disciplinare nei confronti del direttore del Conservatorio di Bari;
tale situazione di diffusa illegalità ha trovato ampia eco sulla stampa locale tutta, con numerosi articoli pubblicati nelle settimane passate”.
In sintesi:
1) Il 27 maggio 2008 arrivano 3 milioni in regalo dal Sultano dell'Oman;
2) il Consiglio Accademico decide di utilizzarli per cinque progetti: una borsa di studio destinata ad un giovane ricercatore italiano di etnomusicologia; 60 borse di studio per la formazione di professori d’orchestra; cinque borse di studio per la realizzazione di un’indagine socio musicale sui bambini dagli otto ai 13 anni per creare poi il primo coro di voci bianche; cinque dottorati di ricerca in collaborazione con l’Università di Napoli ed infine iniziative per la celebrazione del trentennale di Nino Rota;
3) la faccenda si ferma a 21 borse di studio elargite nel 2008/2009;
4) a fine anno accademico 2009/2010 viene varata una Fondazione per la gestione di quei soldi, della quale il Consiglio Accademico in scadenza qualche mese dopo non sa nulla;
5) il vecchio direttore Marco Renzi (in scadenza a ottobre 2010) vara la Fondazione qualche mese prima e viene sospettato dal professor De Padova di esserne stato nominato direttore generale, quindi (per statuto) responsabile operativo (leggi qui)
6) il 27 ottobre 2010 viene proclamato direttore Francesco Monopoli, il quale (presidente di un'associazione musicale di Barletta titolare di una scuola di musica) sarebbe stato ineleggibile all'incarico;
7) l’autorizzazione (in apparenza inconcedibile) alla sua attività di direttore artistico (o “capo”, come dice la Gazzetta del Mezzogiorno) dell'associazione di Barletta gli viene rilasciata parecchio tempo dopo dal direttore generale dell'AFAM Giorgio Bruno Civello;
8) il quale esercita il potere disciplinare nei confronti dei docenti e dei direttori di conservatorio;
9) e siede, insieme con lo stesso Monopoli, nel consiglio d'amministrazione della Fondazione, a rimborso spese e gettone di presenza come da statuto. A questo proposito va ricordato che il dottor Civello siede (legittimamente, senza dubbio) nel CdA anche della Scuola di Fiesole. La qual cosa, però, sembra sia stata criticata (seppure a bassissima voce) perfino da qualche componente della conferenza nazionale dei direttori di conservatorio, in quanto non propriamente opportuna vista la sostanziale concorrenza della gloriosa istituzione fiesolana col conservatorio fiorentino. Ma tant'è.
Insomma, la Procura e il MIUR stanno indagando.
E' tutto normale? Lo saprà il generosissimo Sultano dell’Oman?
La città e il suo Conservatorio hanno una storia e un fascino superbi. Se si scopre che alle leve c'è del marcio, mano alla ramazza. Non solo nel Levante, ma anche dove soffia il Ponentino.
Alla prossima.
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mercoledì 4 luglio 2012

La cura dimagrante imposta da Fuortes prevede tagli di personale, servizi e consulenze

Fondazione Petruzzelli. Solo la UilCom di Vito Gemmati siede al tavolo della concertazione col Commissario Straordinario 

 

Dopo gli attacchi sempre più diretti, duri e frontali condotti della Slc/Cgil sulla gestione della Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari dopo la nomina del Commissario Carlo Fuortes, è stato proprio quest’ultimo a chiedere il confronto con tutti i sindacati, per parlare dell’organizzazione delle attività bilancio consuntivo 2012, appunto, della Fondazione Petruzzelli. E l’altro ieri, alla convocazione nella Fondazione, la sola UILCOM del segretario generale Vito gemmati ha inteso partecipare “per presidiare il buon andamento delle iniziative di ricostruzione del Teatro e per difendere gli interessi degli addetti, oltre che per dare una prospettiva al Politeama”, come ha messo nero su bianco, appunto, lo stesso Gemmati. Ma andiamo ai fatti, anche per evitare di tornare sui tatticismi (da attacco spagnolo e ritirata francese) dei sindacati che pensano di poter ancora perseguire i propri fini attraverso i soliti comunicati, senza presentarsi poi al tavolo del confronto. Le voci del bilancio consuntivo 2011 della Fondazione gestita fino a qualche mese dal Sindaco Emiliano, certificato dalla Società di revisione RIA&Partners, presenta un risultato economico negativo di 2 milioni e 20mila euro che fa seguito al risultato economico negativo del consuntivo 2010 di 1 milione e833mila euro. A fare da contraltare a questa situazione negativa concorrono per il 2012 il contenimento dei costi operato dalle razionalizzazioni, poste in essere da Fuortes, e le maggiori entrate rivenienti dai soci fondatori pubblici – Regione Puglia e Comune di Bari- il primo concorrerebbe con un contributo straordinario di altri 2 Milioni di euro, già approvato, il secondo con un contributo straordinario di un ulteriore milione di euro, già iscritto a bilancio preventivo anno 2012. La nota negativa, emersa nel corso della riunione ha riguardato la incertezza relativa all’effettività del contributo dal comune di Bari. Tenuto conto che nei giorni scorsi la Commissione Cultura del comune capoluogo inspiegabilmente all’unanimità ha proposto un taglio di 500mila euro sul contributo da erogare alla Fondazione. Posto che a distanza di qualche giorno alcuni componenti della Commissione Cultura hanno rivisto la loro impostazione e che la commissione ha solo il ruolo di proporre, cosa succederebbe sul prosieguo dell’attività del Teatro se nell’approvazione del bilancio del comune di Bari si dovesse realmente tagliare 500mila euro? E, in questa malaugurata ipotesi, quali interessi si sarebbero tutelati? E, quale futuro si darebbe al tanto declamato progetto di rilancio del teatro -cavallo di battaglia anche del comune di Bari-? Continuando, se occorre ottimizzare l’utilizzo delle risorse, non solo finanziarie, si può non sostenere un progetto che contenga elementi di prospettiva  che passano per la valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico del Teatro? Per la UILCOM di Vito Gemmati l’obiettivo prioritario rimane quello di restituire al Territorio un Teatro Petruzzelli che abbia un organico stabile e che faccia una programmazione di qualità  rimanendo nel budget disponibile senza penalizzare quanti hanno lavorato per la valorizzazione ed il rilancio del Teatro. Come pure, occorre allargare la platea dei soci privati che concorrono e partecipano alle scelte in maniera condivisa e di concerto con i soci fondatori, oltre alla necessità di avere un sistema di Relazioni Sindacali partecipativo ed includente. In conclusione la solta UILCOM non persegue altri obiettivi che non siano legati al futuro del Teatro Petruzzelli per cui auspica grande trasparenza e buona occupazione. E dal 1 luglio fino all’autunno prossimo e cioè fino al 31 ottobre, in previsione dei carichi di lavoro legati alla imminente programmazione della Fondazione affidata dal Ministero ai Beni Culturali a Fuortes, oltre al personale a tempo indeterminato, la struttura organizzativa sarà così articolata: 13 unità, distribuiti tra Amministrazione, Botteghino, Ufficio Stampa e Strutture; 2 unità per la Manutenzione; 1 unità per il Reparto Tecnico Luci-Fonica; 1 unità Reparto Laboratorio, oltre i 10 tecnici impegnati nella costruzione delle scene di Martina Franca (da prorogare fino al 15 luglio) ed i 4 scenografi già contrattualizzati; 93 Maschere, sempre utilizzate a rotazione ed in funzione delle esigenze produttive, la cui numerica potrà variare secondo i reali bisogni. Tutti i lavoratori saranno contrattualizzati con contratto intermittente (a chiamata). Per quanto riguarda, invece, l’allestimento del “Don Giovanni” negli uffici della Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari nessuno è ancora di chiarire il gruppo regia e il direttore d’orchestra, con le esatte numeriche di Coro, Orchestra, Maestri collaboratori, ma di certo sempre dal primo giorno del mese prossimo sarà esteso a tutti i lavoratori l’utilizzo del badge al fine di rilevare e  conteggiare e le presenze e le giornate lavorate. Il Commissario ricorda infine che, sempre a far data dal 1° Luglio, saranno affidati all’esterno i servizi di pulizia e custodia e giusto per spegnere sul nascere le polemiche innescate contro di lui dalla Cgil guidata da Giuseppe Gesmundo e Tonino Fuiano, l’Azienda ha attribuito due consulenze: a Eleonora Pacetti – Casting Manager; Stefania Carrino – consulente Bandi per Coro ed Orchestra, nonché consulente per la produzione del “Don Giovanni”. Insomma, una cura dimagrante, quella di Carlo Fuortes, che non piace a chi aveva fatto i conti senza l’oste, sperando di riempire la Fondazione Petruzzelli di amici e parenti come già fatto in aziende e società a partecipazione comunale, a Bari.

Francesco De Martino
http://www.quotidianodibari.it

lunedì 25 giugno 2012

Maggio musicale, PdL: “Giù il sipario. Renzi e la Colombo con 370 cassintegrati chiudono il teatro”


L’intervento dei consiglieri: "L'unico esempio in Italia di lavoratori di una fondazione lirico sinfonica ad essere messi in cig"
“La sovrintendente Colombo ha fallito la sua missione. Insieme al sindaco Renzi presidente della Fondazione, con 370 cassintegrati sta per far calare il sipario sul teatro.

L'assenza totale di idee su come risolvere la questione del Maggio musicale fiorentino viene scaricata sui lavoratori. La Colombo non sapendo come far quadrare i bilanci con idee e strategie nuove ha avuto l'unica idea di mettere in cassa integrazione oltre 370 lavoratori, l'unico esempio in Italia di lavoratori di una fondazione lirico sinfonica ad essere messi in cassa integrazione.
Oltre a questo esiste la prospettiva di licenziare 45 persone, una prospettiva che non ci vede favorevoli per come è stata pensata e verrà attuata.

Da tre anni aspettiamo un piano industriale, ancora non abbiamo visto niente. Occorre costituire subito un tavolo di crisi tra politica e lavoratori per risolvere la grave situazione che si è venuta a creare.
Occorre razionalizzare le spese e combattere gli sprechi, occorre valorizzare le professionalità dei lavoratori aumentando le alzate di sipario e i ricavi da botteghino.
Il Maggio musicale è una vera eccellenza e per questa eccellenza noi siamo intenzionati a combattere fino alla fine.

La sovrintendente è stata la sfida di Renzi per risollevare il maggio, la sfida è stata persa: entrambi ne traggano le conseguenze”.

Gruppo Consiliare PdL Firenze
                                                                                                  Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa

lunedì 28 maggio 2012

Oggi, lunedì 28 maggio, i Professori dell’Orchestra, gli Artisti del Coro, i Lavoratori tutti dell’Accademia di Santa Cecilia e delle Fondazioni lirico-sinfoniche italiane, si riuniranno a Roma in Piazza Santi Apostoli (a partire dalle ore 14.00) per manifestare contro la Legge 100 e per la salvaguardia dell’intero settore della Cultura in Italia, quale patrimonio di inestimabile valore.
Immediata è stata l’adesione all’iniziativa delle più grandi e autorevoli personalità della Musica quali Antonio Pappano, Claudio Abbado, Maurizio Pollini, Zubin Mehta, Daniel Barenboim, Daniele Gatti che hanno espresso, inoltre, profonda preoccupazione per la difficile situazione sottoscrivendo un documento unico, un accorato appello al Ministro Ornaghi di cui si riporta l’intera stesura: “Ho appreso della manifestazione spontanea dei musicisti delle fondazioni liriche e sinfoniche italiane, in difesa della cultura e della musica come patrimonio dell'Umanità, fissata per il prossimo 28 maggio. Do la mia personale adesione all'iniziativa e alle sue motivazioni e mi rivolgo con questo appello al Signor Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Prof. Lorenzo Ornaghi. Mi risulta, Signor Ministro, che dal 1° gennaio sia stato fatto divieto ai musicisti delle Fondazioni liriche e sinfoniche di poter svolgere attività autonoma. Trovo inconcepibile e innaturale, dal mio punto di vista, che possa essere vietata a un musicista la libera espressione artistica.
Non trovo una logica in questo divieto, attuato per effetto di legge solo in Italia; un divieto che non esiste in nessun paese democratico, né in Europa né nel resto del mondo. Il fatto poi che il divieto riguardi solo i musicisti delle Fondazioni liriche e sinfoniche, mentre coloro che insegnano nei Conservatori o che fanno parte di altre Istituzioni musicali continuino a fare legittimamente attività artistiche autonome, è assolutamente incomprensibile. Mi auguro che si trovi un’urgente soluzione a questa mortificante situazione.
Approfitto di questo appello, Signor Ministro, per sottoporre alla Sua sensibilità un'altra questione delicata: quella del rinnovo del contratto di lavoro per i lavoratori delle Fondazioni liriche e sinfoniche, scaduto ormai nel 2003. Attendiamo pertanto da quasi dieci anni che esso venga rinnovato come prevedrebbe, oltre che la normativa, anche il buon senso.
Immagino, dopo tanti anni, che il vecchio contratto possa non essere più in linea con i tempi e, visto che le parti interessate stanno lavorando per il suo rinnovo, La prego, Signor Ministro, di far sì che si possa dotare la musica di un contratto moderno, che guardi ai migliori modelli europei, che possa ridare entusiasmo al settore e dotare le Fondazioni di utili strumenti per meglio poter competere con le altre grandi Istituzioni musicali mondiali.
Nel porgerLe i miei più sentiti e cordiali saluti, mi permetto di mettere a Sua disposizione la mia esperienza musicale e la mia conoscenza dei teatri internazionali.
Firmato:
Antonio Pappano, Claudio Abbado, Maurizio Pollini, Zubin Mehta, Daniel Barenboim, Daniele Gatti. (le firme autografe sono depositate in Accademia)
Da Piazza S.S. Apostoli una delegazione delle Fondazioni si recherà in Via del Collegio Romano, sede del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, con il preciso intento di essere ricevuta dal Ministro Ornaghi.
La protesta, in piazza, sarà caratterizzata da happening musicali dove l’Orchestra e il Coro, il cui organico vede gli artisti delle 14 Fondazioni, eseguiranno musiche di Haendel, Mozart, Verdi, Beethoven e il Corpo di Ballo danzerà sulla musica di Čajkovskij.

martedì 22 maggio 2012

Le organizzazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL, FIALS di categoria fanno propria la spontanea iniziativa dei lavoratori dello spettacolo che il giorno 28 maggio porteranno in piazza SS Apostoli e sotto la sede del Ministero, a Roma, la musica italiana per reclamare la difesa di un patrimonio dei cittadini e diffonderla secondo i dettami dell’articolo 9 della Costituzione Italiana.
Le Organizzazioni Sindacali invitano tutti i lavoratori delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, della musica, dello spettacolo e tutti i cittadini alla partecipazione perché questa giornata dica NO alle leggi e ai decreti contro la cultura, prima fra tutte la Legge 100, per rimuovere l’insensibilità al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di settore e quella di un apparato istituzionale che, tagliando i fondi a sostegno della cultura, mortifica la crescita dell’uomo nella società.
Entro domani sarà diffusa dettagliata programmazione della giornata di mobilitazione.
Roma, 21 maggio 2012
p. LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL FISTeL-CISL UILCOM-UIL FIALS-CISAL
SLC-CGIL FISTeL-CISL UILCOM-UIL FIALS-CISAL
Via Ofanto, 18 00198 Roma Via Palestro, 30 00185 Roma Via Tor Fiorenza, 35 00199 Roma Via Montebello, 39 50123 Firenze
Tel 06 8411288 – Fax 06 8546780 Tel 06492171 – Fax 06 4457330 Tel 06 8622421 – Fax 06 86326875 Tel. /Fax 055 212439

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La Scala e la legge 100.

MILANO  Orchestra della Scala sul piede di guerra. Questa volta il motivo dell’agitazione - scrive oggi La Repubblica di Milano - è il divieto di tenere concerti al di fuori del teatro che il ministero dei Beni Culturali impone ai professori dal 1° gennaio. Due giorni fa al sovrintendente Stéphane Lissner è stato consegnato un documento firmato da 75 orchestrali su 110, cioè circa il 70 per cento, nel quale viene comunicato che «verrà ripresa, in modo unilaterale, l’attività esterna». 
«Si tratta di un atto di insubordinazione che verrà valutato ai sensi della legge e del contratto» spiega Lissner.
Il divieto di concedere permessi è stato imposto dalla legge 100 del giugno 2010, che ha ratificato un decreto introdotto qualche mese prima da Sandro Bondi, allora ministro dei Beni culturali. Oltre a prevedere l’autonomia gestionale per le fondazioni liriche virtuose, cioè con bilancio in pareggio, la legge dice che, in assenza di contratto nazionale (che manca da parecchi anni) dal 1° gennaio 2012 i teatri non possono più concedere ai musicisti i permessi per l’attività esterna.
«Intanto ci devono spiegare cosa c’entra il contratto nazionale coi permessi — sostengono gli orchestrali — . In secondo luogo temiamo che la revoca sia solo il primo passo per un giro di vite durissimo: blocco dell’integrativo e taglio degli stipendi. Un modo per tenere al guinzaglio le masse più pericolose, perché è chiaro che qui tutti i grossi cambiamenti sono partiti dall’orchestra». Certo, con l’ottenimento dell’autonomia, la Scala potrà avere regole proprie, più adatte alle esigenze specifiche, ma i tempi si sono allungati a causa di alcuni rilievi che il ministero ha fatto al nuovo statuto.
«Nel frattempo ho inoltrato una richiesta di deroga al ministro sulla questione permessi — specifica Lissner, che ha risposto personalmente con una lettera a tutti i firmatari del documento — . Non posso e non voglio contravvenire alla legge. Conto comunque che nella prossima seduta del Consiglio di amministrazione il nuovo statuto verrà approvato, e che poi nel più breve tempo possibile diventi operativo. L’unica possibilità perché la Scala funzioni è l’autonomia». Anche se gli orchestrali continuano a criticare il suo operato: «I sovrintendenti di Santa Cecilia e Torino, Cagli e Vergano, si sono espressi contro la legge e contro questo provvedimento. Alla Scala nessuno ha detto nulla».
In realtà Lissner - scrive ancora La Repubblica - ritiene che sia «sbagliato bloccare i permessi» perché l’attività esterna dei musicisti, come solisti o in formazioni da camera, arricchisce la loro esperienza e si riverbera positivamente sull’orchestra: «Noi abbiamo un regolamento serio e articolato per la concessione delle autorizzazioni che funziona benissimo, e capisco la rabbia dei professori che da un giorno all’altro se le sono viste negare. Ma il loro atto di ribellione mi è parso sproporzionato».

http://www.giornaledellospettacolo.it

martedì 13 marzo 2012

Petruzzelli....parentopoli?


Parentopoli, il video del Pdl

"Ecco la Parentopoli del Petruzzelli". Il Pdl rivela la lista dei dipendenti della fondazione lirica con legami di parentela con sindacalisti della Cgil e con esponenti dei partiti che sostengono il sindaco. La denuncia è contenuta in un dvd nel quale, insieme alle immagini di Emiliano, ripreso da Repubblica Tv, che arringa i lavoratori davanti al teatro, scorrono nomi e relative parentele. Per questo il Pdl chiede a gran voce le dimissioni di Michele Emiliano. "Il sindaco - accusa il coordinatore cittadino del Pdl, Luigi D'Ambrosio Lettieri, insieme con i parlamentari e i consiglieri regionali del partito - aveva promesso davanti ai lavoratori che avrebbe lasciato la guida della città se fosse stata dimostrata una sola assunzione per appartenenza politica. Di fronte all'evidenza delle prove, ha adesso il dovere di mantenere la parola e di dimettersi".
di Raffaele Lorusso

http://video.repubblica.it/edizione/bari/parentopoli-il-video-del-pdl/90041?video

domenica 19 febbraio 2012

Teresa e la paga dell’indifesa (Cronaca sanremese di un’artista aggiunta)

Elena Bibolotti per Informare Per Resistere


E anche questa volta ce l’abbiamo quasi fatta,
qui dan per vincitrice Loredana che è una matta
ma che ieri da quel palco ci ha fatto emozionare,
cantando con il cuore una canzone d’amore.

Eh sì è proprio vero, io sono qui a Sanremo
per guardare da vicino la gara che vedremo.
Per me nessun ingresso, nessun passi giornaliero,
nemmeno per le prove, per dire che io c’ero.

Mai poi girando sola tutt’attorno all’Aristòn
ho fatto conoscenza con un tizio, un tale Wong.
Wong che è un filippino ed è certo un gregario
mi apre una porta dell’ingresso secondario.

Da qui posso vedere la macchina infernale
che muove di Sanremo la kermesse stagionale.
La sala è sempre piena di agenti e produttori
che muovon gli ingranaggi di ciò che appare fuori.

Ma non son certo loro della gara il motore
ma quelli che la musica la fanno con il cuore.
Chi sta lì nella buca da un mese a eseguire
è certo assai più bravo di chi si sa esibire.

È gente diplomata, sono professionisti
che qui vengon trattati con paghe molto tristi.
D’Alessio porta i dolci, Morandi li ringrazia
ma questo è troppo poco per tanta ingiustizia.

Le otto ore al giorno di gran lunga superate
ma qui nessuno vede le paghe aumentate.

Ho visto una tizia che piangeva per le scale
stanca e abbrutita per lo scotto da pagare
-son musicista aggiunta!- mi dice sottovoce
guadagno mille e due e sto qui sulla croce.

Milleduecento euro è la paga per un mese
che fan cinque euro l’ora al netto delle spese.

Quaranta euro al giorno per l’artista “aggiunta”
che dal Padrone deve sentirsi anche unta.

Nulla andrebbe avanti senza questi musicisti,
che stanno dietro e sotto quelli che chiamano artisti.

La tizia poi mi ha chiesto se potevo evitare
di raccontar la storia e di non denunciare.

Ma devo raccontare di chi sta sotto padrone
e di chi s’intasca i soldi e poi fa il furbacchione.

Alcuni anni fa ci hanno provato a contestare
ma poi come succede nulla si è voluto fare.

Ne ero quasi certa ma ho visto confermata
l’idea che qui in Italia la gente vien sfruttata.

Il nuovo schiavismo si basa sul ricatto
se tu ci stai è bene sennò si rompe il patto.

-Di artisti come te ne trovo a centinaia
se provi a dir qualcosa non sei più necessaria-.

Ti devi accontentare, non devi mai fiatare
corri per pranzare e devi esser puntuale
se vuoi tra un anno, forse, vederti confermare.

Per la paga misera che è sempre più vitale
non devi parlare e non ti devi lamentare
devi sgobbar sodo, stare zitto e non fiatare.

Perché pé stò lavoro devi anche ringraziare
e stare ben lontano da un discorso sindacale.

Perché è una finzione, il marcio è dappertutto
non è solo questione di articolo diciotto.

-Ma a noi che ce ne frega della paga dell’artista
guadagna qualcosina sempre più che uno stagista.

E poi parliamo pure dell’appalto capitolino
che porta qui a Sanremo il fatidico cestino.

L’ho detto anche a Wong che questo è un mistero
che portino da Roma il pranzo giornaliero.

È sempre un magna magna ma io vorrei capire
perché quel pane lì è duro da non dire.

Ma godiamoci in tivvù la saga nazionale
l’annuale Festivàl dell’italica canzone.

A noi dei musicisti non ce ne frega niente
infine ciò che importa è il gradimento della gente.

Paghiamo caché d’oro alla star nazionale
ma per chi non ha nome non c’è alcuna soluzione.

http://www.informarexresistere.fr/2012/02/18/teresa-e-la-paga-dell%E2%80%99indifesa-cronaca-sanremese-di-unartista-aggiunta/#ixzz1mlyAX14W