sabato 14 luglio 2012

LA RIVOLTA DEL CONSERVATORIO CONTRO ALLEVI «Star mediatica e musicista modesto»

Parte da Mantova e da altri conservatori italiani la battaglia contro Giovanni Allevi, il musicista diventato una star ma considerato (anche da Uto Ughi) «musicista modestissimo”. Allevi aveva definito Ughi “custode di sepolcri imbiancati”. In difesa di Ughi sono scesi in campo musicisti di primo piano. “Il vero fenomeno - dice il violinista Paolo Ghidoni – era Mozart non Allevi". Una lettera sarà fatta circolare in tutta Italia 

di Maria Antonietta Filippini
MANTOVA. Il violinista Paolo Ghidoni è persona mite. Oggi però guida una rivolta che parte dal Conservatorio di Mantova, passando per l’Orchestra da camera del maestro Fabiano, coinvolgendo gli altri Conservatori e personaggi come Enzo Rostagno e Quirino Principe. Una battaglia a sostegno del celebre violinista Uto Ughi e contro l’altrettanto noto (anche al pubblico rock) Giovanni Allevi.
La polemica tra i due si trascina da anni, ma è esplosa negli ultimi giorni quando il giovane riccioluto ha ufficializzato l’incarico del Comune di Genova per dare più visibilità a un concorso tra i più importanti al mondo, il Paganini per giovani violinisti. Tra le prove obbligatorie i concorrenti suoneranno una composizione dello stesso Allevi. Inoltre il 14 novembre al Teatro Carlo Felice, Allevi dirigerà la prima mondiale del concerto per violino e orchestra. «L’ho scritto per liberarmi di Uto Ughi, il mio incubo notturno, e dalla casta della musica classica» ha raccontato Allevi.
Di certo il successo non gli manca, diplomato a pieni voti al conservatorio, laureato in filosofia,scoperto da Jovanotti, protagonista di un concerto a New York nel 2005. Fin qui, per i colleghi rigorosi, era un fenomeno mediatico. Ma nel 2008 gli fu affidato il concerto di Natale al Senato. E lì fioccarono gli strali di Uto Ughi, che lo definì“musicista modestissimo». Ora però Allevi vuole scalzare il Maestro, utilizzando anche il Concorso Paganini.Ma da Mantova parte la riscossa a sostegno di Ughi, capofila Ghidoni per il quale fenomeno è Mozart e non il ricciolone marchigiano che crea musica più orecchiabile per i giovani.
dddSi è riaperta, spiega, la polemica tra Allevi e «a suo dire, i custodi del sepolcro imbiancato, contrari (parole sue) ad ogni rinnovamento e modernizzazione del linguaggio musicale, legati cioè a formule retrive e fine a se stesse e che fanno capo al Maestro Ughi (nella foto). Vorremmo tranquillizzarlo - si legge nella lettera che girerà l’Italia - noi non siamo assolutamente contro il linguaggio musicalmente evoluto, perché la musica (come tutte le arti, come l'uomo), si evolve continuamente e per noi ciò è fonte di arricchimento. Purtroppo la musica di Allevi nasce già vecchia; è molto più moderna la musica di Bach o Mozart o Schubert, perchè la modernità di un pezzo musicale non si giudica dalla data anagrafica. La musica di questi “giganti” sta alla sua come le Piramidi stanno all’Egitto odierno».
Ghidoni pensa che per un «fenomeno mediatico come Allevi, la polemica personale è linfa vitale». Ciò che non va è piuttosto l’Italia che, «almeno negli ultimi 50 anni, non ha investito nell’educazione musicale, che agli inizi degli anni ’90 , ha chiuso ben 3 orchestre Rai (mai successo nemmeno in guerra), dove i musicisti bravi non trovano interlocutori nella classe dirigente (a tutti i livelli), dove per anni l'appartenenza o ideologica o politica aveva la meglio sul merito e il valore progressivamente ha perso il contatto con il suo millenario bagaglio Storico Culturale e Musicale».
E riecco la ferita del concerto del Senato «addirittura in mondovisione. Nessuna Nazione evoluta o “moderna” come dice Allevi, lo avrebbe mai patrocinato». Ghidoni si aspetta ora che Genova smentisca l’inserimento nello storico Concorso Paganini - vinto agli esordi da Salvatore Accardo - di un concerto di Allevi. L’Italia ha tre concorsi celebri nel mondo, il Paganini, il Busoni per pianoforte e il Gui di Firenze per musica da camera (che Ghidoni vinse a 18 anni). A parte «il nobile e solitario intervento del maestro Ughi», Ghidoni denuncia un silenzio che «rischia di passare per pavidità, Italo Calvino diceva che l'ottusità è il secondo tempo dell'ignoranza, forse ne esiste un terzo,il conformismo».

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