Protetto dai rami di un pino secolare piantato dal compositoreprediletto da Fellini, sorge l’Auditorium "Nino Rota", una delle sale da concertopiù maestose della città, bene prezioso dell’intera Puglia, ma soprattuttoricordo di tanti musicisti o semplici amanti della musica che sono passati peril conservatorio Picci
nni.
Chiuso ben vent’anni fa, causa l’inagibilità delposto, è ancora in fase
di restauro dopo interruzioni e riprese a singhiozzodei lavori. E
sembra l’eco di una storia già sentita: come dimenticarel’odissea dei
Teatri Petruzzelli e Margherita, conosciuti in tutto il mondo perla loro
bellezza, ma di cui noi baresi stessi non abbiamo potuto usufruire
peranni. Ciò che accade a edifici e infrastrutture, sottoposti a
restauro nelbarese, non sorprende più, divenendo quasi una “routine
burocratica” fissareuna data d’inaugurazione auditorium: da un
sopralluogo avvenuto in ottobre viene mostrato ilcantiere che dovrebbe
“ospitare” quaranta operai, nel quale ne lavorano soloquattro, sintomo
già di una inevitabile lentezza nelle operazioni diristrutturazione. A
detta del presidente della Provincia Schittulli e dell’assessora
regionale alla Qualità del Territorio Angela Barbanente, presenti al
sopralluogo, non ci sono ancora i fondi necessari per completare i
lavori entro la data stabilita del 31 dicembre 2011, cheslitta (ancora
una volta) a un tanto indefinito quanto poco credibile 2012. Maè
veramente una questione di disponibilità di fondi o è solo pigrizia
mentale?Mentre riflettete sulla risposta, continuano a nutrirci di
promesse vacue e afarci sperare in un infinito conto alla rovescia.
Sembra quasi essere unamaledizione quella dei “cantieri di restauro”,
per questo teniamo le ditaincrociate sulla situazione del “Teatro
Piccinni” da poco chiuso anch’esso; machiedendo in giro chiunque,
annoiato dai vizi della nostra burocrazia, vi dirà “Il Piccinni?!
Chissà quando lo riapriranno”.
La realtà è che l’auditorium è un diritto di tutti i cittadini,
masoprattutto un bisogno per tutti gli studenti del conservatorio,
chenecessitano al più presto di uno spazio adeguato per esibirsi e
provare, e alquale molti di essi hanno legato il loro ricordo “degli
anni distudio spensierati e pieni di speranza, dei saggi, dei concerti,
delle ore diattesa sulle scomode poltroncine vicino al bar, della
macchinetta delle bibitecalde, del giorno del diploma, dell'attesa
dell'affissione dei risultati degliesami, di un pezzo di vita!” (cit.)
Ed è paradossale come in un luogo dove prima si faceva musica, ora ci sia solo il silenzio di un cantiere.
Sara Di Leo
Ed è paradossale come in un luogo dove prima si faceva musica, ora ci sia solo il silenzio di un cantiere.
Sara Di Leo
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