lunedì 28 maggio 2012

Oggi, lunedì 28 maggio, i Professori dell’Orchestra, gli Artisti del Coro, i Lavoratori tutti dell’Accademia di Santa Cecilia e delle Fondazioni lirico-sinfoniche italiane, si riuniranno a Roma in Piazza Santi Apostoli (a partire dalle ore 14.00) per manifestare contro la Legge 100 e per la salvaguardia dell’intero settore della Cultura in Italia, quale patrimonio di inestimabile valore.
Immediata è stata l’adesione all’iniziativa delle più grandi e autorevoli personalità della Musica quali Antonio Pappano, Claudio Abbado, Maurizio Pollini, Zubin Mehta, Daniel Barenboim, Daniele Gatti che hanno espresso, inoltre, profonda preoccupazione per la difficile situazione sottoscrivendo un documento unico, un accorato appello al Ministro Ornaghi di cui si riporta l’intera stesura: “Ho appreso della manifestazione spontanea dei musicisti delle fondazioni liriche e sinfoniche italiane, in difesa della cultura e della musica come patrimonio dell'Umanità, fissata per il prossimo 28 maggio. Do la mia personale adesione all'iniziativa e alle sue motivazioni e mi rivolgo con questo appello al Signor Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Prof. Lorenzo Ornaghi. Mi risulta, Signor Ministro, che dal 1° gennaio sia stato fatto divieto ai musicisti delle Fondazioni liriche e sinfoniche di poter svolgere attività autonoma. Trovo inconcepibile e innaturale, dal mio punto di vista, che possa essere vietata a un musicista la libera espressione artistica.
Non trovo una logica in questo divieto, attuato per effetto di legge solo in Italia; un divieto che non esiste in nessun paese democratico, né in Europa né nel resto del mondo. Il fatto poi che il divieto riguardi solo i musicisti delle Fondazioni liriche e sinfoniche, mentre coloro che insegnano nei Conservatori o che fanno parte di altre Istituzioni musicali continuino a fare legittimamente attività artistiche autonome, è assolutamente incomprensibile. Mi auguro che si trovi un’urgente soluzione a questa mortificante situazione.
Approfitto di questo appello, Signor Ministro, per sottoporre alla Sua sensibilità un'altra questione delicata: quella del rinnovo del contratto di lavoro per i lavoratori delle Fondazioni liriche e sinfoniche, scaduto ormai nel 2003. Attendiamo pertanto da quasi dieci anni che esso venga rinnovato come prevedrebbe, oltre che la normativa, anche il buon senso.
Immagino, dopo tanti anni, che il vecchio contratto possa non essere più in linea con i tempi e, visto che le parti interessate stanno lavorando per il suo rinnovo, La prego, Signor Ministro, di far sì che si possa dotare la musica di un contratto moderno, che guardi ai migliori modelli europei, che possa ridare entusiasmo al settore e dotare le Fondazioni di utili strumenti per meglio poter competere con le altre grandi Istituzioni musicali mondiali.
Nel porgerLe i miei più sentiti e cordiali saluti, mi permetto di mettere a Sua disposizione la mia esperienza musicale e la mia conoscenza dei teatri internazionali.
Firmato:
Antonio Pappano, Claudio Abbado, Maurizio Pollini, Zubin Mehta, Daniel Barenboim, Daniele Gatti. (le firme autografe sono depositate in Accademia)
Da Piazza S.S. Apostoli una delegazione delle Fondazioni si recherà in Via del Collegio Romano, sede del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, con il preciso intento di essere ricevuta dal Ministro Ornaghi.
La protesta, in piazza, sarà caratterizzata da happening musicali dove l’Orchestra e il Coro, il cui organico vede gli artisti delle 14 Fondazioni, eseguiranno musiche di Haendel, Mozart, Verdi, Beethoven e il Corpo di Ballo danzerà sulla musica di Čajkovskij.

martedì 22 maggio 2012

Le organizzazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL, FIALS di categoria fanno propria la spontanea iniziativa dei lavoratori dello spettacolo che il giorno 28 maggio porteranno in piazza SS Apostoli e sotto la sede del Ministero, a Roma, la musica italiana per reclamare la difesa di un patrimonio dei cittadini e diffonderla secondo i dettami dell’articolo 9 della Costituzione Italiana.
Le Organizzazioni Sindacali invitano tutti i lavoratori delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, della musica, dello spettacolo e tutti i cittadini alla partecipazione perché questa giornata dica NO alle leggi e ai decreti contro la cultura, prima fra tutte la Legge 100, per rimuovere l’insensibilità al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di settore e quella di un apparato istituzionale che, tagliando i fondi a sostegno della cultura, mortifica la crescita dell’uomo nella società.
Entro domani sarà diffusa dettagliata programmazione della giornata di mobilitazione.
Roma, 21 maggio 2012
p. LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL FISTeL-CISL UILCOM-UIL FIALS-CISAL
SLC-CGIL FISTeL-CISL UILCOM-UIL FIALS-CISAL
Via Ofanto, 18 00198 Roma Via Palestro, 30 00185 Roma Via Tor Fiorenza, 35 00199 Roma Via Montebello, 39 50123 Firenze
Tel 06 8411288 – Fax 06 8546780 Tel 06492171 – Fax 06 4457330 Tel 06 8622421 – Fax 06 86326875 Tel. /Fax 055 212439

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La Scala e la legge 100.

MILANO  Orchestra della Scala sul piede di guerra. Questa volta il motivo dell’agitazione - scrive oggi La Repubblica di Milano - è il divieto di tenere concerti al di fuori del teatro che il ministero dei Beni Culturali impone ai professori dal 1° gennaio. Due giorni fa al sovrintendente Stéphane Lissner è stato consegnato un documento firmato da 75 orchestrali su 110, cioè circa il 70 per cento, nel quale viene comunicato che «verrà ripresa, in modo unilaterale, l’attività esterna». 
«Si tratta di un atto di insubordinazione che verrà valutato ai sensi della legge e del contratto» spiega Lissner.
Il divieto di concedere permessi è stato imposto dalla legge 100 del giugno 2010, che ha ratificato un decreto introdotto qualche mese prima da Sandro Bondi, allora ministro dei Beni culturali. Oltre a prevedere l’autonomia gestionale per le fondazioni liriche virtuose, cioè con bilancio in pareggio, la legge dice che, in assenza di contratto nazionale (che manca da parecchi anni) dal 1° gennaio 2012 i teatri non possono più concedere ai musicisti i permessi per l’attività esterna.
«Intanto ci devono spiegare cosa c’entra il contratto nazionale coi permessi — sostengono gli orchestrali — . In secondo luogo temiamo che la revoca sia solo il primo passo per un giro di vite durissimo: blocco dell’integrativo e taglio degli stipendi. Un modo per tenere al guinzaglio le masse più pericolose, perché è chiaro che qui tutti i grossi cambiamenti sono partiti dall’orchestra». Certo, con l’ottenimento dell’autonomia, la Scala potrà avere regole proprie, più adatte alle esigenze specifiche, ma i tempi si sono allungati a causa di alcuni rilievi che il ministero ha fatto al nuovo statuto.
«Nel frattempo ho inoltrato una richiesta di deroga al ministro sulla questione permessi — specifica Lissner, che ha risposto personalmente con una lettera a tutti i firmatari del documento — . Non posso e non voglio contravvenire alla legge. Conto comunque che nella prossima seduta del Consiglio di amministrazione il nuovo statuto verrà approvato, e che poi nel più breve tempo possibile diventi operativo. L’unica possibilità perché la Scala funzioni è l’autonomia». Anche se gli orchestrali continuano a criticare il suo operato: «I sovrintendenti di Santa Cecilia e Torino, Cagli e Vergano, si sono espressi contro la legge e contro questo provvedimento. Alla Scala nessuno ha detto nulla».
In realtà Lissner - scrive ancora La Repubblica - ritiene che sia «sbagliato bloccare i permessi» perché l’attività esterna dei musicisti, come solisti o in formazioni da camera, arricchisce la loro esperienza e si riverbera positivamente sull’orchestra: «Noi abbiamo un regolamento serio e articolato per la concessione delle autorizzazioni che funziona benissimo, e capisco la rabbia dei professori che da un giorno all’altro se le sono viste negare. Ma il loro atto di ribellione mi è parso sproporzionato».

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