venerdì 17 settembre 2010

Se Bondi diventa Quentin Tarantino


Nel mirino del ministro, che non è stato al Lido e non ha visto neanche un film, la Giuria di Venezia: "I finanziamenti sono dello Stato, d'ora in poi intendo mettere becco" di NATALIA ASPESI

"VISTO che i finanziamenti sono dello Stato, d'ora in poi intendo mettere becco nella scelta dei membri della giuria del Festival". Sandro Bondi, che non ha messo piede a Venezia, che non ha visto neanche un film, che ne reputa negativi i risultati, che non ha strumenti per giudicare, minaccia di far uso del suo poetico becco.

E anche, si immagina, del suo cattivo umore e di tutte le invidie e gossip e rivendicazioni e fame di poltrone delle tante mezzecalze che vivacchiano negli anfratti del nostro cinema e han messo in agitazione il buon ministro. E chi mai vorrebbe mettere in giuria Sandro Bondi? La sua fidanzata, il figlio di Bossi, la truccatrice di Berlusconi, e per la parte straniera, lo zio di Putin e una guardia del corpo di Gheddafi? Lui stesso, anche se forse rimasto, nella cultura cinematografica, ai fratelli De Rege (peraltro presenti alla mostra nella retrospettiva "La situazione comica".

Gli si può ricordare che: a) vincere premi non assicura spettatori né un mercato anche all'estero, cosa di cui i nostri film avrebbero estremo bisogno; b) i Festival per loro natura sono elitari, fatti per gli intelligenti, i colti, gli snob, i cinefili, i trasgressivi; c) La cultura autarchica di un ministro che (come tanti suoi colleghi) ha il dono di far parlare di sé solo quando dice cose inutili, gli fa dimenticare che pure la mostra di Venezia, la più antica e nobile anche se oggi un po' logorata, è internazionale. E se non si vuole cambiare la sua sigla (al posto di Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, per esempio, 'Mostra Padana di Porcherie Cinetelevisive'), bisognerà tener conto che gli stranieri non verrebbero mai a una maifestazione folclorica, magari di cinema dialettale. d) Cosa vorrà mai dire, riferendosi al direttore Marco Muller, che avrà tanti difetti ma sul cinema è un maestro, che è 'innamorato dei propri schemi fino al punto di non privilegiare i talenti e le novità che sono sotto gli occhi di tutti?' Anche sotto i suoi!? E se sono già sotto gli occhi di tutti, che bisogno c'è di privilegiarli? Non è più logico, per la cultura, ricercare ciò che non è neppure sotto gli occhi di pochi? e) si può anche dire che Tarantino non ha preso troppo sul serio il suo compito di presidente di giuria a Venezia: ma Muller lo aveva scelto perché è un grandissimo uomo di cinema ed è già stato presidente di giuria a Cannes; f) Se deve sgridare qualcuno, Bondi si rivolga alle sue conoscenze che fanno parte del consiglio di amministrazione della Biennale, tra cui un suo incaricato, perché è il consiglio che ha approvato tutto, compreso direttore, giuria e suo presidente.

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/09/17/news/se_bondi_diventa_quentin_tarantino-7158612/?ref=HREC2-3

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