martedì 7 ottobre 2014

Teatri e Theater, qual è la verità?

di FEDERICO CARRARO

L'incresciosa vicenda dell'Orchestra e del Coro dell'Opera di Roma hanno riportato l'attenzione pubblica sulla situazione catastrofica della vita musicale italiana. Questo provvedimento è qualcosa di tristemente nuovo nel panorama italiano e, come al solito, tutti hanno sempre qualcosa da dire. 

Dico subito che NON entrerò nel merito della vicenda specifica, dicendo secondo me chi ha ragione e chi ha colpa. Una mia idea ce l'ho ben chiara ma la tengo per me. Invece, dato che sovente mi capita di leggere articoli di giornale (soprattutto di destra, ma neanche la sinistra stavolta si è risparmiata, e persino dei giornali che reputavo semi-seri come La Stampa ci sono cascati) dove si mette nel calderone tanta di quella roba da distorcere completamente la realtà. 

Vediamo un po' cosa si dice in giro:

http://www.retenews24.it/rtn24/cronaca/orchestrali-san-carlo-super-privilegi/
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/opera-roma-licenziamento-coro-orchestra-ff7871d3-dba2-4bcc-8c73-66150117af6f.html

etc. etc.

insomma, sempre le solite storie. Indennità, privilegi, casta...guardate i Berliner, questi sobri tedeschi, che fanno le cooperative, sono figli del libero mercato e della sponsorizzazione privata, senza sindacati rompipalle e contratti nazionali....

mmm...sicuri?

Cominciamo sparando un po' sulla croce rossa, ovvero il primo dei due articoli (riprendendo parte del secondo). La testata non è delle più affidabili, probabilmente quell'articolo l'ha scritto una scimmia, ma tant'è, e quindi chiariamo una cosa: Berliner Philharmoniker, London Symphony, altri esempi buttati a casaccio....non sono orchestre d'opera!!!!
Uno dice: che c'entra? C'entra. E' un paragone imbecille. Innanzitutto, i Berliner ricevono eccome soldi pubblici! Per la precisione, 15 milioni di euro all'anno (13 dal Land Berlino e 3 dal monopolio della lotteria di stato. Sì, avete capito bene.). Ricordiamoci, comunque, che si sta parlando di un'orchestra sinfonica, che per ovvi motivi ha costi nettamente inferiori a quelli di una fondazione lirica (forse non è superfluo dire che una fondazione sinfonica deve pagare l'orchestra, il direttore e i solisti ospiti. Un teatro deve pagare l'orchestra, il direttore, i solisti ospiti, il regista, le comparse, il coro, i macchinisti, gli scenografi, la falegnameria, la sartoria etc.).

Grazie al cazzo, anch'io la so fare la cooperativa così....

Comunque vogliamo tranquillizzare tutti: a Berlino, visto che l'abbiamo tirato in ballo, ci sono tre teatri d'opera, in un'unica grossa fondazione chiamata Stiftung Oper in Berlin, formata da Staatsoper unter den Linden, Deutsche Oper e Komische Oper, che ricevono la bellezza di 114 milioni di Euro all'anno, praticamente metà dei fondi destinati ai teatri di tutta Italia. In un'unica fondazione. Nessuna delle loro orchestre è esternalizzata, come quei teatri che si continuano a citare che nessuno conosce (a parte Madrid).


Sfatiamo un altro mito: gli stipendi da nababbi e i privilegi. Nella sobria Germania non si spreca con simili sciocchezze.

uhm..

Dunque, cominciamo dalla base. In Italia esistono 13+1 fondazioni lirico sinfoniche (l'Accademia Nazionale di S. Cecilia è stata inclusa a posteriori), conta più o meno 6000 dipendenti tra musicisti, elettricisti, macchinisti, sarti etc. Insomma, una miniera d'oro del lavoro, se mi posso permettere. Queste fondazioni vengono finanziate in vari modi: attraverso sponsor privati (praticamente nulla), attraverso fondi regionali (e qui ci sono le regioni più generose e quelle che promettono i soldi, il Teatro fa una grande produzione con cachet altissimi e poi la regione ritira tutto, lasciando un buco enorme) e attraverso il Fondo Unico dello Spettacolo, che eccezionalmente nel 2014 ammontava a 260 milioni di euro, a cui si sono aggiunti 110 milioni dalle regioni (ma è stata molto più bassa per molti anni).
I contratti aziendali sono regolati dal CCNL "per i dipendenti delle fondazioni lirico sinfoniche", contratto redatto il 24 Marzo 2014 (anche se certi punti del contratto sono fermi da più di 10 anni e gli stipendi sono ancorda redatti in lire!!!).

In Germania invece cosa c'è? In Germania ci sono quelle che vengono chiamate "Kultur- und Kammerorchester", che sono 133 orchestre di cui 114 orchestre sinfoniche e d'opera, 7 orchestre da camera e 12 orchestre della Radio. Il sistema di finanziamento è estremamente complesso ed inoltre varia anche da Ovest a Est, in soldoni basti sapere che tutte queste sono "offentlich finanziert", ovvero ricevono soldi o dal comune della città che li ospita, o dal Land, o (più raramente, di solito quelle delle Radio) direttamente dal governo tedesco. I fondi stanziati dai vari enti pubblici raggiunge la cifra di 1.6 MILIARDI di €. Molte di queste orchestre sono governate dal TVK (Tarifvertrag der Kultur- und Kammerorchestern), che altro non è che il CCNL tedesco per le Kultur- und Kammerorchester. Questo contratto è stato redatto il 31 Ottobre 2009 e a quello che so è ancora in vigore. Contratto estremamente più complicato di quello italiano (basti pensare che la parte del CCNL dedicata ai professori d'orchestra è lunga 14 pagine, contro le 45 di quello tedesco, che è pure scritto più in piccolo...ma si sa che ai tedeschi piacciono le parole lunghe :D ), raggruppa le orchestre in 4 gruppi (A, B, C, D) che hanno diversi diritti riguardo ai posti in organico stabile e la retribuzione (anche questo fa l'occhiolino alla meritocrazia, cosa che nel CCNL manca del tutto visto che si mette tutti nella stessa broda). 

Bene, adesso che la struttura è più o meno chiara, confrontiamo gli enormi privilegi di casta italiani contro le vite spartane dei tedeschi:

1) Stipendi. Vediamo cosa dice il CCNL:
dall'appendice "Tabelle Paga", vediamo come il salario minimo di un professore d'orchestra può variare dai 1556 € (sempre lordi, si intende) di un 5° livello (musicisti di fila neoassunti) ai 2289 del primo violino di spalla. Ovviamente poi la verità nei teatri è molto diversa, però intanto il contratto nazionale dice questo.

vediamo ora il TVK:
che ci crediate o meno, lo stipendio minimo più basso possibile in Germania (ovvero musicista di fila di un'orchestra di gruppo D) è quasi al livello del salario minimo di un violino di spalla italiano (si veda la sezione "Verguetungsordnungen" in fondo al TVK). Infatti si va dai 2212€, stipendio minimo più basso del gruppo di serie D, ai 3963€ dello stipendio minimo più alto del gruppo di serie A (dell'Ovest), ai quali va poi in caso aggiunta una Taetigkeitszulage (indennità di ruolo) che va dai 120€ mensili per i vorspieler (ovvero "quello che nella fila mostra le cose", ruolo che in Italia nemmeno esiste) del gruppo D ai 655€ dei Konzertmeister (spalle) del gruppo A. In sintesi, una spalla di un'orchestra di serie A tedesca si porta a casa MINIMO 4500€ lordi al mese (che ovviamente poi diventano molti di più). Praticamente il doppio del minimo sindacale italiano per primo violino e primo violoncello. 
Direi che per quanto riguarda gli stipendi base, loro per ora ci stracciano.

2) Indennità varie. 
Ricordo un articolo delirante di un giornale, passato alla storia più che altro per gli strafalcioni che conteneva, che si scandalizzava dell'indennità degli strumenti affini, ovvero clarinetti in mib, corno inglese (che secondo questo giornalista geniale era suonato dal cornista!!), ottavino etc. Che poi non è neanche vero, perché molti di loro si chiamano strumentisti "con l'obbligo dello strumento affine" proprio perché la loro prestazione non comporta indennità di alcun tipo (e nel CCNL è scritto molto bene. Art. 62). Ad ogni modo, non solo questo vale anche in Germania, ma in Germania gli "obblighi" per gli strumentisti a fiato valgono solo "al contrario" (ovvero, uno che è appuntato principalmente come corno inglese deve poter suonare l'oboe ma nel caso opposto, molto più comune, scatta l'indennità. Art. 20, comma 6); e se il ruolo principale è uno strumento affine, scatta un'indennità ancora più alta (un'indennità di livello 2 per la precisione. comma 3)!. In sintesi, praticamente l'indennità ci sta sempre. 

Indennità di trasferta: purtroppo qui è un po' un casino perché le cifre del CCNL sono espresse in lire ancora dal 1989 (eppure il contratto è firmato nel 2014!! il potere del copiaincolla...) quindi non riesco bene a confrontare. Ad ogni modo, l'indennità stabilita nel CCNL di trasferta consta di 23€ per due pasti. Tutto qui. (Art. 70)

Ad ogni modo, tagliando corto, se si va nel TVK alla voce "Zuwendung" (sussidio, indennità), scopriamo, ad esempio (senza scendere in campi ovvi tipo sussidio malattia, sussidio morte, sussidio nuziale, paternità etc., dove ovviamente sono superprotetti così come in Italia), che l'indennità frac esiste anche lì e pure per contratto nazionale (in Italia no), si chiama "Kleidergeld" (art. 28, comma 2), che esiste un'indennità strumento molto più alta di quella italiana ed esiste in particolare un'indennità corde per gli archi (che addirittura cambia in base allo strumento, perché come si può intuire le corde di violoncello costano di più di quelle di violino) e un'indennità ance e bocchini per i legni (art. 27 e appendice "Tarifvertrag ueber Instrumentengeld, Rohr-, Blatt und Saitengeld"). Scopriamo che, incredibilmente, esiste addirittura un rimborso per le spese di trasloco o di spostamento legale del domicilio in seguito all'assunzione in una determinata orchestra (art. 30); che si può chiedere un anno sabbatico (pagato) (art. 37); che se il figlio fa la comunione o la cresima si ha diritto automatico a un permesso automatico (art. 40); che se si va a fare un'audizione per un'altra orchestra si ha diritto a un permesso pagato (fino a un massimo di tre volte l'anno) (idem). Le durate dei servizi sono perfettamente identiche (2 ore e mezzo per le prove di orchestra solo e orchestra con cantanti, 3 ore per prova di palcoscenico). 

Etc. etc.

Insomma, tutto questo per dire cosa?
Innanzitutto, che i tedeschi sulla cultura musicale hanno costruito una vera e propria ragnatela strutturale che, per complessità, intelligenza ed equità, straccia quella italiana di parecchio. C'è molto più occhio alla meritocrazia, ma soprattutto all'esigenza! E' evidente che un'orchestra di una città come Francoforte o Berlino debba avere un finanziamento adeguato allo standard della città, al numero di dipendenti del teatro, al costo della vita della città in questione. Rendiamoci comunque conto che il fatto l'orchestra e il coro dell'Opera di Roma costino 13 milioni di euro all'anno deve fare i conti col  fatto che Roma è una città dal costo della vita almeno doppio rispetto a Berlino, dove inoltre i salari sono inoltre innumerevolmente più alti. Di conseguenza, i teatri di periferia dove il costo della vita è che con 250€ al mese ci affitti un monolocale di 40 mq ricevono molti meno finanziamenti e nonostante tutto ce la fanno. Ricordiamo, inoltre, che è vero che in Germania ci sono 130 orchestre, ma che una buona parte di queste sono orchestre da camera o comunque piccole orchestre sinfoniche, che gli stipendi di queste orchestre sono minori e che quindi, in un certo senso, tutto si equilibra.

Un altro aspetto che ha secondo me giocato un ruolo fondamentale nella crisi dei teatri italiani e che pochi toccano è comunque l'enorme pressione fiscale che costringe i teatri a fare dei contratti aziendali da salasso per garantire uno stipendio netto adeguato. Senza entrare nei dettagli, quando ho lavorato da aggiunto per un mese mi è stato trattenuto il 38% dello stipendio (tra IRPEF e ex ENPALS, ora INPS). In Germania, circa il 25%. (fonte, la mia busta paga. No, quella non ve la allego :P ). 

Un'ultima considerazione la voglio fare sulla qualità.
Qui purtroppo non posso citare fonti, calcoli, fatti concreti, ma solo la mia esperienza e il mio giudizio, se vi fidate.
E il mio giudizio è che, a parità di mezzi e di blasone, teatri italiani e tedeschi se la giocano.

Insomma, perché noi siamo alla canna del gas e loro sguazzano nel denaro (nella musica così come in tutto il resto)?
Non lo so.
C'è chi parla di mafie più o meno esplicite, chi di mala distribuzione, chi dello Stato che continua a tagliare fondi, chi dei sindacati, chi dei privilegi......
io credo che sia una combinazione di tutte queste cose, ma con percentuali di incidenza molto diverse tra loro (dalla maggiore alla minore, secondo il mio modesto parere)....anche se poi chi ne paga le conseguenze sono sempre gli stessi.

con questa piccola analisi, però, spero di essere riuscito a zittire tutte le bocche che continuano a tirare fuori modelli europei a caso, inneggiando alla sponsorizzazione privata, dicendo che gli italiani hanno troppi privilegi ignorando che all'estero fanno le stesse porcherie e pure di peggio, ma soprattutto, continuando a puntare il dito contro i musicisti quando nel teatro le persone che contano davvero, a livello gestionale, sono ben altre.
E' giusto condannare gli atteggiamenti ottusi dei sindacati e così via, ma è inutile guardare il dito che indica la Luna, rendiamoci comunque conto che se mancano i soldi, è perché qualche pesce grosso se li è mangiati.

Fonti varie:

http://www.dov.org/tl_files/pdf/Infos%20&%20Publikationen/DOV_Orchesteraufstellung.pdf
http://www.slc-cgil.it/wp-content/uploads/2014/05/CCNL-INTEGRALE-SOTTOSCRITTO.pdf
http://www.sachsen-gesetze.de/shop/mb_finanzen/2010/3/read_pdf
http://www.miz.org/static_de/themenportale/einfuehrungstexte_pdf/02_Musikfoerderung/soendermann.pdf
http://www.martin-matz.de/Kulturausgaben.pdf

http://www.miz.org/download/musikatlas/orchester.pdf

segnalo inoltre l'interessante articolo http://www.linkiesta.it/fondazioni-liriche che, tra un'idiozia e l'altra, propone qualche spunto un po' più interessante del solito
anche il seguente articolo http://costruiresumacerie.org/2012/06/10/come-affogare-nei-debiti-una-fondazione-lirico-sinfonica-italiana/ , benché senza fonti, spiega in maniera abbastanza veritiera come vengono sprecati i soldi nei teatri italiani (altro che indennità). 

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