venerdì 24 settembre 2010

Orchestrali come calciatori?.....è pazzesco!!


Carlo Felice, parla Garrone: “Gli orchestrali mi sembrano calciatori, vivono in una bolla e non capiscono che c’è la crisi”. Sei d’accordo?


vota anche tu
http://www.ilsecoloxix.it/p/2010/09/24/AMTsYx4D-calciatori_capiscono_orchestrali.shtml

venerdì 17 settembre 2010

Se Bondi diventa Quentin Tarantino


Nel mirino del ministro, che non è stato al Lido e non ha visto neanche un film, la Giuria di Venezia: "I finanziamenti sono dello Stato, d'ora in poi intendo mettere becco" di NATALIA ASPESI

"VISTO che i finanziamenti sono dello Stato, d'ora in poi intendo mettere becco nella scelta dei membri della giuria del Festival". Sandro Bondi, che non ha messo piede a Venezia, che non ha visto neanche un film, che ne reputa negativi i risultati, che non ha strumenti per giudicare, minaccia di far uso del suo poetico becco.

E anche, si immagina, del suo cattivo umore e di tutte le invidie e gossip e rivendicazioni e fame di poltrone delle tante mezzecalze che vivacchiano negli anfratti del nostro cinema e han messo in agitazione il buon ministro. E chi mai vorrebbe mettere in giuria Sandro Bondi? La sua fidanzata, il figlio di Bossi, la truccatrice di Berlusconi, e per la parte straniera, lo zio di Putin e una guardia del corpo di Gheddafi? Lui stesso, anche se forse rimasto, nella cultura cinematografica, ai fratelli De Rege (peraltro presenti alla mostra nella retrospettiva "La situazione comica".

Gli si può ricordare che: a) vincere premi non assicura spettatori né un mercato anche all'estero, cosa di cui i nostri film avrebbero estremo bisogno; b) i Festival per loro natura sono elitari, fatti per gli intelligenti, i colti, gli snob, i cinefili, i trasgressivi; c) La cultura autarchica di un ministro che (come tanti suoi colleghi) ha il dono di far parlare di sé solo quando dice cose inutili, gli fa dimenticare che pure la mostra di Venezia, la più antica e nobile anche se oggi un po' logorata, è internazionale. E se non si vuole cambiare la sua sigla (al posto di Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, per esempio, 'Mostra Padana di Porcherie Cinetelevisive'), bisognerà tener conto che gli stranieri non verrebbero mai a una maifestazione folclorica, magari di cinema dialettale. d) Cosa vorrà mai dire, riferendosi al direttore Marco Muller, che avrà tanti difetti ma sul cinema è un maestro, che è 'innamorato dei propri schemi fino al punto di non privilegiare i talenti e le novità che sono sotto gli occhi di tutti?' Anche sotto i suoi!? E se sono già sotto gli occhi di tutti, che bisogno c'è di privilegiarli? Non è più logico, per la cultura, ricercare ciò che non è neppure sotto gli occhi di pochi? e) si può anche dire che Tarantino non ha preso troppo sul serio il suo compito di presidente di giuria a Venezia: ma Muller lo aveva scelto perché è un grandissimo uomo di cinema ed è già stato presidente di giuria a Cannes; f) Se deve sgridare qualcuno, Bondi si rivolga alle sue conoscenze che fanno parte del consiglio di amministrazione della Biennale, tra cui un suo incaricato, perché è il consiglio che ha approvato tutto, compreso direttore, giuria e suo presidente.

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/09/17/news/se_bondi_diventa_quentin_tarantino-7158612/?ref=HREC2-3

domenica 5 settembre 2010

Fittasi per feste San Carlo con orchestra I musicisti: non suoniamo ai matrimoni

NAPOLI - Che già da anni il nostro più prezioso tempio della Musica avesse sdoganato il suo foyer per ricevimenti, matrimoni (con tanto di ballerine brasiliane regolarmente sfilate dall’ingresso artisti o complessini da camera) e occasioni di cui all’indomani restavano in concessione al concerto di turno le sontuose ma già appassite composizioni floreali, era cosa già nota. L’ultima novità, però, è che la ditta San Carlo & Co. metterebbe a disposizione per un «evento da sogno» non solo i suoi luoghi ancor freschi di restauro fatto, ma a finire nel «pacchetto» sono addirittura anche gli artisti della Fondazione. Tipo musicanti di Brema.

L'OFFERTA - Basta andare in rete e cliccare ditta Pascalucci abbinata al San Carlo o, meglio, entrare nel sito ufficiale del Lirico napoletano, scegliere l’icona Il San Carlo per i tuoi eventi e leggere: «Dai vita anche tu ad un evento esclusivo nelle sale del teatro più bello del mondo! I velluti purpurei, gli eleganti marmi, i bassorilievi dorati faranno da sfondo a momenti indimenticabili». Poi, i dettagli: «Un’atmosfera elegante e sofisticata saprà accogliere gli ospiti dall’imponente scalone dell'ingresso, mentre il nostro personale sarà pronto a fornirti un valido e professionale supporto ad ogni necessità. Grazie ai recenti restauri, il Teatro San Carlo è il luogo più adatto per qualsiasi tipo di happening, mostra, défilée, convegno e vernissage: un luogo capace di coniugare al divertimento l’incontro culturale ed il meeting professionale, nel cuore della metropoli partenopea». E non è tutto: «L’accoglienza degli ospiti sarà curata dalle nostre hostess, mentre cene, cocktail e rinfreschi potranno essere forniti dalla pregiata ditta Pascalucci». E merita attenzione soprattutto — perché ad oggi inedito — l’accesso a luoghi e a materiali sacri per noi tutti del mestiere: «Avrai a tua disposizione camerini, sale prove, noleggio costumi e attrezzature tecniche di ultima generazione». In chiusura di reclame, c’è il colpo di grazia: «Inoltre i nostri artisti del Coro, dell’Orchestra e del Corpo di Ballo saranno lieti di occuparsi dell’intrattenimento musicale».

LA PROTESTA - Peccato però che la maggior parte degli artisti del San Carlo non sappia nulla dell’iniziativa che certo non giova alla loro immagine professionale. E chi se ne è accorto non sembra affatto d’accordo. «È una cosa estremamente grave, la fine per le nostre fondazioni lirico-sinfoniche», commenta Stefan Buchberger, primo trombone. «Messa in questi termini — aggiunge il primo fagotto, Mauro Russo— l’iniziativa è vergognosa. Sarebbe accettabile un concerto di alto livello in Sala, magari al termine di un convegno, ma non parlare d’intrattenimento musicale». In linea con lui, anche Maria De Simone, soprano del Coro: «È una vergogna che ci impelaghino in simili prestazioni, soprattutto in vista dei rigidissimi vincoli del nuovo decreto». «Credo si stia perdendo la bussola dei reali problemi del Teatro», aggiunge il primo clarinetto, Luca Sartori. Sempre dall'orchestra, infine, il cornista Salvatore Acierno: «Abbiamo studiato e fatto concorsi per fare ben altro, non per suonare ai matrimoni». Insomma: nessun dubbio che, anche per un’antica istituzione quale il San Carlo, sia bene aggiornarsi accelerando sul marketing. Nel rispetto e nella tutela, però, dell'immagine immagine storico-artistica della Fondazione. Chissà se gli invitati al banchetto nel Foyer sapessero che, proprio nel luogo in cui stanno allegramente bevendo e mangiando, mezzo secolo prima una folla culturalmente consapevole rendeva in religioso silenzio e per un intero giorno omaggio alla salma «ancora in frac» del grande direttore Franco Capuana, morto nel suo camerino subito dopo essersi accasciato sulla partitura — lo ricorda in un suo scritto il valoroso Profeta — mentre dirigeva il «Mosè» rossiniano appunto al San Carlo. In quel caso, forse, gli passerebbe la voglia di brindare.

Paola De Simone

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/lecce/notizie/cronaca/2010/2-agosto-2010/fittasi-feste-san-carlo-orchestra-musicisti-non-suoniamo-matrimoni--1703503363780.shtml

venerdì 3 settembre 2010

Mehta contro Bondi

E' arrabbiato e diventa per sua stessa ammissione "cattivo" il direttore d'orchestra Zubin Mehta quando parla dei tagli statali ai teatri italiani. Lo fa a Mantova, dove sabato e domenica dirigerà il Rigoletto che andrà in onda su Raiuno nei luoghi e nelle ore previsti dal dramma verdiano in cui Placido Domingo debutta nel ruolo baritonale del protagonista. "Spero che il Rigoletto sia d'ispirazione - ha detto - spero che il governo che taglia a tutti i teatri lo guardi". Mehta ha fatto un riferimento al Carlo Felice di Genova, dove i dipendenti sono in cassa integrazione, e ha definito la situazione "una tragedia". Ma ha parlato anche del suo Maggio fiorentino con cui è anche sceso in piazza per protestare contro la riforma voluta dal ministro Sandro Bondi.

"E' senza vergogna - ha osservato il direttore - e non ha il coraggio di venire a Firenze a parlare con noi. Anche con i sindacati di tutta Italia è rimasto a parlare dieci minuti e poi è andato via". Anche il mese scorso, ha sottolineato Mehta, al Maggio fiorentino è arrivato un ulteriore tagli di 2 milioni di euro. E' stato annunciato anche che lo Stato non pagherà la tournée del Maggio in Giappone. "anche se avevano detto che avrebbero pagato i viaggi per le iniziative in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia". "Firenze - ha ricordato - è dove è nata l'opera e si taglia dove non ci sono grandi industrie come a Torino e Milano. Noi abbiamo Gucci e Ferragamo". Quindi "brava la Rai - ha aggiunto - che non ha cancellato questa produzione all'ultimo momento e non ha tagliato nulla".

Immediata la replica di Bondi: 'Il maestro Zubin Mehta non sa di cosa sta parlando. In questi anni il ministero è stato particolarmente vicino al Maggio musicale giorentino, così come a tutte le altre fondazioni liriche in difficoltà, come egli stesso può personalmente ricordare". E il ministro argomenta che "la situazione del Carlo Felice di Genova, così come quelle di altre realtà della lirica italiana, non può essere imputata a questo governo, che anzi si è adoperato per varare una riforma, ampiamente condivisa in Parlamento, capace di risanare e rilanciare i teatri d'opera nazionali, ma è dovuta a un quindicennio di dissesti e malagestione".

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/09/03/news/il_maestro_mehta_contro_bondi_sulla_lirica_senza_vergogna-6730878/?ref=HREC2-3