domenica 30 maggio 2010

Spettacolo: da ministro Bondi, no a tagli indiscriminati. Altre proteste

ROMA - 30 MAGGIO 2010 - «Condivido l'esigenza di una manovra che imponga sacrifici a tutti ma non sono d'accordo con i tagli indiscriminati alla cultura, specie se la lista degli istituti tagliati dal finanziamento pubblico contiene eccellenze italiane riconosciute nel mondo». Lo dice il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi (foto), a proposito degli oltre duecento enti e istituti culturali definanziati con la manovra 2010.

Il ministro si dichiara favorevole a «profonde riforme della cultura come quella delle fondazioni liriche ora in Parlamento che modificherà definitivamente il settore. Ma no a tagli indiscriminati che non possono essere decisi se non con il mio ministero. Avrei voluto poter concertare dove intervenire e in che modo farlo per ridurre le spese. Mi rammarico che ciò non sia avvenuto».

Già diverse le proteste dal mondo degli operatori culturali, con richiesta di interventi del presidente Napolitano e accuse. «I tagli sono un segno d’inciviltà di un governo che ritiene inutili le spese per la cultura» per l’assessore regionale dell’Umbria alla cultura, Fabrizio Bracco, che considera «da valutare soprattutto le conseguenze di questa scelta per la Fondazione del Festival dei Due mondi di Spoleto. Decidendo tagli di fondi per istituzioni come il Festival di Spoleto il governo non coglie neanche il valore economico e di attrattiva dal punto di vista turistico e culturale, preferendo invece sparare a zero su investimenti considerati, a torto, improduttivi».

Protestano anche i cantanti Ornella Vanoni ,«la cultura è sempre stata la prima a rimetterci. Purtroppo». e Antonello Venditti , «se si toccano le cose di eccellenza allora è proprio finita». Il cantautore romano è in particolare critico sui tagli alle fondazioni liriche: «Non c'è nessuna cura nelle cose da tagliare. La nostra capacità di pensare al futuro è sempre più ridotta, almeno da parte dei nostri governanti».

La storia e la memoria del cinema italiano sono destinati a sparire: è il grido di allarme di Francesco Alberoni, da otto anni presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia e della Cineteca Nazionale. «Nel nostro caso - spiega Alberoni - non si tratta di tagli ma proprio di stop ai finanziamenti: significa smettere di insegnare e produrre cinema e soprattutto di conservarlo, buttando a mare migliaia di titoli che hanno fatto la storia del cinema italiano. Il nostro è il caso di una di quelle istituzioni che sono totalmente finanziate dallo Stato (10 milioni di euro, ndr) e senza quel denaro significherebbe sparire. E con noi sparirebbe la Cineteca Nazionale che conserva e restaura tutti i film italiani». Per questo Alberoni fa appello al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al capo dello Stato che dovrà firmare il decreto e anche «ad Umberto Bossi che tanto si è prodigato per aprire una sede del Centro Sperimentale a Milano e che ora forse non sa che anche quella è destinata a sparire».

«Il Centro Sperimentale di Cinematografia lombardo non è in discussione in quanto finanziato per intero dalla nostra Regione, sicuramente l’appello del professor Alberoni è rivolto al Centro Sperimentale di Cinematografia nazionale che ha sede a Roma e che è finanziato interamente dallo Stato». Così l'assessore alla Cultura della Regione Lombardia, Massimo Zanello, risponde alle dichiarazioni di Alberoni.

Intanto, il governo non indica nella manovra che fine farà il personale, composto a migliaia di lavoratori, degli enti che perderanno i finanziamenti

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ENTI CULTURALI DEFINANZIATI CON MANOVRA FINANZIARIA 2010


















1.Fondazione Alcide de Gasperi
2.CIME Consiglio Italiano per il Movimento Europeo
3.Centro Studi Americani
4.Associazione giovanile musicale AGIMUS
5.Ente Nazionale Assistenza Magistrale – E.N.A.M.
6.Fondazione «Guido d’Arezzo»
7.Fondazione italiana per la musica antica
8.Centro italiano di ricerche aerospaziali – CIRA SpA
9. Istituto italiano di studi germanici
10.Ente geopantologico di Pietraroia
11.Parco geominerario
12.Riserva naturale dello stato Isola di Vivara
13.Associazione italiana combattenti e reduci
14.Associazione italiana combattenti volontari antifascisti di Spagna
15.Associazione nazionale veterani e reduci garibaldini
16.Federazione italiana volontari della libertà
17.Associazione dei Cavalieri italiani del sovrano militare Ordine di Malta
18.Associazione nazionale «Nastro Verde»
19.Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia e Lucania
20.Comitato Nazionale per il centenario della nascita di Cesare Pavese
21.Comitato Nazionale un secolo di Fumetto Italiano
22.Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Guglielmo Massaja 23.Comitato Nazionale per le celebrazioni del bimillenario della nascita di Vespasiano 24.Comitato Nazionale per le celebrazioni del millenario della Basilica di Torcello
25.Comitato Nazionale «I Trattati di Roma»
26.Comitato Nazionale per le celebrazioni del quarto centenario della morte di Alberico Gentili 27.Comitato Nazionale per le celebrazioni del 550 anniversario della nascita di Bernardino di Betto detto il Pinturicchio
28.Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Mario Soldati 29.Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario di Casa Ricordi
30.Comitato Nazionale le «Autonomie Locali»
31.Allegorein
32.Accademia Medica di Roma
33.Accademia Angelica Costantiniana
34.Accademia Nazionale di Agricoltura
35.Accademia Filarmonica di Bologna
36.Associazione Naz. Funzionari Direttivi
37.Associazione per la Riforma dello Stato
38.Associazione Romana Amici della Musica – ARAM
39.Associazione Fondo Alberto Moravia
40.Associazione Liberi Scrittori Italiani
41.Associazione Don Giuseppe De Luca – Roma
42.Centro di Cultura Scientifica Alessandro Volta
43.Centro Italiano di Ricerche e Informazione, ecc. – CIRIEC
44.Centro per la Cultura d’Impresa
45.Centro di Iniziativa e Ricerca sul sistema – CIRSES
46.Fondazione Bettino Craxi
47.Fondazione Guido D’Arezzo –Arezzo
48.Fondazione Maria e Goffredo Bellonci – Roma
49.Fondazione Nazionale Carlo Collodi – Pescia
50.Fondazione Ugo Spirito – Roma
51.Istituto Accademico di Roma
52.Istituto di Studi Filosofici
53.Istituto Naz. Tostiano
54.Istituto di Storia e Arte del Lazio Meridionale – Bibl. GM Longhi
55.Istituto Domus Mazziniana – Pisa
56.Istituto Internazionale di Storia Economica Francesco Datini- Prato
57.Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea- Roma
58.Istituto Domus Galilaeana – Pisa
59.SocietàTarquiniense di Arte e Storia
60.Società Storia Patria Puglie
61.Società Reggiana Studi Storici
62.Società Dalmata Storia Patria
63.Società nazionale di scienze e lettere ed arti – Napoli
64.Unione Giuristi Cattolici Italiani
65.Unione internazionale degli Istituti di archeologia, Storia e Storia dell’Arte in Roma
66. Accademia degli Incamminati – Modigliana
67. Accademia dei Concordi – Rovigo
69.Accademia dei Fisiocritici – Siena
70. Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna – Bologna
71.Accademia delle Scienze di Ferrara – Ferrara
72.Accademia delle Scienze di Torino – Torino
73.Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria – Roma
74.Accademia di Studi Italo – Tedeschi – Merano
75.Accademia Etrusca di Cortona
76.Accademia delle Arti e del Disegno – Firenze
77.Accademia Galilaeana di Scienze Lettere ed Arti in Padova –Padova
78.Accademia Italiana della Cucina – Milano
79.Accademia Italiana di Scienze Forestali – Firenze
80.Accademia Lancisiana – Roma
81.Accademia Ligure di Scienze e Lettere – Genova
82.Accademia Lucchese di Scienze lettere Arti – Lucca
83.Accademia Marchigiana di Scienze Lettere e Arti – Ancona
84.Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL – Roma
85.Accademia Nazionale di San Luca – Roma
86.Accademia Nazionale di Scienze lettere e Arti di Modena –Modena
87.Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Palermo –Palermo
88.Accademia Nazionale Virgiliana di Scienze Lettere e Arti –Mantova
89.Accademia Olimpica – Vicenza
90.Accademia Properziana del Subasio – Assisi
91.Accademia Pugliese delle Scienze – Bari
92.Accademia Raffaello – Urbino
93.Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze – Arezzo
94.Accademia Toscana di Scienze e Lettere «La Colombaria» -Firenze
95.Associazione Centro Studi Feliciano Rossitto – Ragusa
96.Associazione «Roma nel Rinascimento» – Roma
97.Associazione Malacologica Internazionale – A.M.I. – Roma
98.Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno D’Italia – Roma
99.Associazione per l’Economia della Cultura – Roma
100.Ateneo di Brescia Accademia di Scienze Lettere ed Arti -ONLUS – Brescia
101.Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo – Bergamo
102.Ateneo Veneto – Venezia
103.Biblia – ONLUS – Settimello
104.Centro «Pio Rajana» Centro di Studi per la Ricerca Letteraria Linguistica e Filologica – Roma
105.Centro Camuno di Studi Preistorici – Capo di Ponte
106.Centro di Cultura di Storia Amalfitana – Amalfi
107.Centro di Iniziativa Giuridica «Piero Calamandrei» – Roma
108.Centro di Studi sulla Cultura e l’immagine di Roma – Roma
109.Centro Internazionale di Etnostoria – Palermo
110.Centro Italiano di Studi sul Basso Medioevo – AccademiaTudertina – Todi
111.Centro Studi sul Classicismo – San Gimignano
112.Centro Internazionale di Studi Rosminiani – Stresa
113.Centro Internazionale per lo Studio dei Papiri Ercolanesi -Napoli
114.Centro Nazionale di Studi Leopardiani – Recanati
115. Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino per i Medio Oriente e l’Asia – Torino
116.Centro Studi Piero Gobetti – Torino
117.Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali ONLUS -Ravello
118.Ente Nazionale Giovanni Boccaccio – Firenze
119.Essmoi – Fondazione Giuseppe Emanuele e Vera Modigliani (Ente per la Storia del Socialismo e del Movimento Operaio Italiano) – Roma
120.Fondazione Domus Galilaeana – Pisa
121.Fondazione «Casa di Oriani» – Ravenna
122.Fondazione Casa Buonarroti – Firenze
123.Fondazione «Biblioteca Benedetto Croce» – Napoli
124.Fondazione Centro Internazionale di Studi di Architettura«Andrea Palladio» – Vicenza
125.Fondazione «Centro Studi Filosofici di Gallarate» – Padova
126.Fondazione «Remo Orseri per la Collaborazione
Culturale fra i Popoli» – Roma
127.Fondazione Accademia Musicale Chigiana – Siena
128.Fondazione Adriano Olivetti – Roma
129.Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento
Operaio e Democratico – Roma
130.Fondazione Arena di Verona
131.Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori – Milano
132.Fondazione Artistica Poldi Pezzoli – ONLUS – Milano
133.Fondazione Biblioteca Archivio Luigi Micheletti – Brescia
134.Fondazione Carlo Donat – Cattin – Torino
135.Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea -C.D.E.C. – ONLUS – Milano
136.Fondazione Centro Nazionale di Studi Manzoniani – Milano
137.Fondazione «Centro Sperimentale di Cinematografia» (così modificata la denominazione della Fondazione Scuola nazionale di cinema con D.Lgs.22-1-2004, n.32)
138.Fondazione Centro Studi sulla Civiltà del Tardo Medioevo -San Miniato
139.Fondazione Civico Museo Biblioteca Attore Teatro Stabile di Genova – Genova 140.Fondazione Claudio Monteverdi – Cremona
141.Fondazione di Ricerca Istituto Carlo Cattaneo – Bologna
142.Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi –Firenze
143.Fondazione Ezio Franceschini – ONLUS – Firenze
144.Fondazione «Festival dei Due Mondi di Spoleto»
145.Fondazione Giacomo Brodolini – Roma
146.Fondazione Giangiacomo Feltrinelli – Milano
147.Fondazione Gioacchino Rossini – Pesaro
148.Fondazione Giorgio Cini – Venezia
149.Fondazione Giulio Pastore – Roma
150.Fondazione «Il Vittoriale degli Italiani» – GardoneRiviera
151.Fondazione Ing. Carlo Maurilio Lerici – Roma
152.Fondazione Istituto Gramsci – ONLUS – Roma
153.Fondazione Istituto Nazionale del Dramma Antico – Roma
154.Fondazione Istituto Nazionale Studi sul Rinascimento – Firenze
155.Fondazione Istituto Nazionale di Studi Verdiani – Parma
156.Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci – Torino
157.Fondazione Istituto Storico «Giuseppe Siotto» – Cagliari
158.Fondazione Istituto Italiano Storia della Musica – Roma
159.Fondazione «La Triennale di Milano» – Milano
160.Fondazione «La Quadriennale di Roma» – Roma
161.Fondazione Lelio e Lisli Basso – Issoco – Roma
162.Fondazione «Liberal» - Roma
163.Fondazione Lirico-sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari (costituita con L.11-11-2003, n. 310)
164.Fondazione Luigi Einaudi – Torino
165.Fondazione Luigi Einaudi per Studi di Politica ed Economia –Roma
166.Fondazione Museo Stibbert – ONLUS – Firenze
167.Fondazione Napoli Novantanove – ONLUS – Napoli
168.Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII – Bologna
169.Fondazione Palazzo Coronini Cronberg – Gorizia
170.Fondazione Pietro Nenni – Roma
171.Fondazione Rosselli – Torino
172.Fondazione Scientifica Querini Stampalia – ONLUS – Venezia
173.Fondazione Spadolini Nuova Antologia – Firenze
174.Fondazione Stauros Italiana – San Gabriele -Isola Abruzzo del Gran Sasso
175.Fondazione Studi Storici Filippo Turati – ONLUS – Firenze
176.Fondazione Ugo da Como – Lonato
177.Fondazione Ugo e Olga Levi Centro di Cultura Musicale Superiore ONLUS – Venezia
178.Fondazione Università Internazionale dell’Arte – U.I.A. –Firenze
179.Fondazione Valentino Bucchi – Roma
180.Fondazione Verga – Catania
181.Gabinetto Scientifico Letterario «G.P. Vieusseux» - Firenze
182.Giunta Centrale per gli Studi Storici – Roma
183.Istituto Abbatia Sancte Marie de Morimundo
184.Istituto Alcide Cervi – Reggio Emilia
185.Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo - Roma
186.Istituto di Studi Storici Postali – Prato
187.Istituto e Museo di Storia della Scienza – Firenze
188.Istituto Internazionale di Studi Liguri – Bordighera
189.Istituto Internazionale Jacques Maritain – Roma
190.Istituto Italiano di Numismatica – Roma
191.Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria – Firenze
192.Istituto Italiano di Studi Storici – Napoli
193.Istituto Italiano per la Storia Antica – Roma
194.Istituto Lombardo – Accademia di Scienze e Lettere – Milano 195.Istituto Luigi Sturzo – Roma
196.Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte – Roma 197.Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici – Firenze
198.Istituto Nazionale di Studi Romani – ONLUS – Roma
199.Istituto Nazionale di Urbanistica – Roma
200.Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia – Milano
201.Istituto per la Scienza dell’Amministrazione Pubblica -I.S.A.P. – Milano
202.Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano – Roma
203.Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda – ONLUS – Milano
204.Istituto per la Storia dell’Azione Cattolica e del Movimento Cattolico in Italia «Paolo VI» - Roma
205.Istituto per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia –Taranto
206.Istituto per le Ricerche di Storia Sociale e Religiosa -ONLUS – Vicenza
207.Istituto Storico Italiano per il Medioevo – Roma
208.Istituto Storico Lucchese – Lucca
209.Istituto Veneto Accademia di Scienze Lettere ed Arti –Venezia
210.Opera di Dante – Ravenna
211.Osservatorio Parlamentare – Roma
212.Pro Civitate Christiana – Assisi
213.Scuola Archeologica Italiana di Atene – Roma
214.Società Chimica Italiana – Roma
215.Società Dantesca Italiana – Firenze
216.Società di Studi Valdesi – Torre Pellice
217.Società Entomologica Italiana – Genova
218.Società Europea di Cultura – S.E.C.I. – Venezia
219.Società Filologica Friulana – Udine
220.Società Geografica Italiana – Roma
221.Società Internazionale di Studi Francescani – Assisi
222.Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino(S.I.S.M.E.L.) – ONLUS – Impruneta
223.Società Italiana di Statistica – Roma
224.Società Italiana per il Progresso delle Scienze – Roma
225.Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente -Milano
226.Unione Accademica Nazionale – Roma
227.Opera nazionale «Montessori» – Roma
228.Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo
229.Casa Militare Umberto I
230.Fondazione museo internazionale delle ceramiche di Faenza -MIC
231.Fondazione Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia «L. da Vinci»
232. Centro internazionale di radiocomunicazioni mediche (CIRM), istituito con decreto ministeriale 16 febbraio 1935, n. 16
(fonte gazzettadiparma.it 29 maggio 2010)

giovedì 27 maggio 2010

Lirica, Bondi ora tratta ma la protesta continua

I sorrisi, all’uscita del ministero per i Beni e le attività culturali, si sprecano. I sovrintendenti delle fondazioni liriche italiane, quelle che il contestatissimo decreto Bondi vorrebbe riformare, ostentano soddisfazione per l’incontro avuto a Roma con il ministro. E nonostante i lavoratori continuino gli scioperi, lo scaligero Lissner e i suoi colleghi definiscono il faccia a faccia «costruttivo». Per il presidente di Santa Cecilia Bruno Cagli «il ministro è stato ampiamente disponibile». Perfino a discutere i due provvedimenti più contestati del testo firmato da Napolitano lo scorso 30 aprile: il blocco delle assunzioni e lo stop ai contratti integrativi, decurtati del 50%, sino alla sigla del nuovo contratto di lavoro nazionale del settore.

Un’apertura salutata positivamente dai sovrintendenti che, in attesa di incontrare nuovamente Bondi a metà giugno, cercano di abbassare i toni dello scontro che in queste settimane, tra scioperi, cortei e striscioni che bollavano come «infame» il testo della riforma, ha infiammato il mondo musicale italiano. Bondi ha anche dato la disponibilità a discutere in sede parlamentare emendamenti al testo che, fa sapere Cagli di Santa Cecilia, «noi abbiamo già pronti». Aggiunge Francesca Colombo, fresca di nomina (e polemiche: vedi box a lato) al Maggio: «Ci sarà da fare un gran lavoro sull’articolo 1 e sui regolamenti».

Perché i sovrintendenti, come spiega il numero uno del Massimo di Palermo Antonio Cognata, sono convinti della necessità «di una riforma vera delle fondazioni liriche viste le ristrettezze cui va incontro il bilancio pubblico», chiedono però che «sia frutto di un dibattito tra gli operatori del settore e non arrivi per decreto».

Lissner intanto ha ribadito a Bondi «la necessità di un decreto ad hoc per la Scala perché pur sapendo che la situazione in Italia oggi è difficile per tutti, noi abbiamo una nostra peculiarità». Ma il tema dell’autonomia gestionale vede impegnato anche il sovrintendente del Lirico di Cagliari. «Siamo tredici realtà diverse – spiega Maurizio Pietrantonio –, i bilanci non sono tutti uguali e questo significa che una certa flessibilità, rispetto anche a alle regole generali, può essere attuata».
In linea con i colleghi, dopo le distanze prese dalla protesta – posizione che gli era costata anche minacce e l’impossibilità di accedere al suo ufficio – anche Marco Tutino, presidente dell’Anfols, l’associazione che riunisce le fondazioni liriche.

«L’apertura del ministro dimostra che gli effetti devastanti che in molti temevano non sono né nelle intenzioni né nella realtà» dice il sovrintendente bolognese aggiungendo che «in una crisi globale noi, che non siamo più importanti di un ospedale o di una scuola che soffriranno, dobbiamo dare un contributo. E se alziamo barricate ideologiche sarà difficile farlo». Il sovrintendente dell’Opera di Roma, Catello De Martino fa un passo in più: «Ora bisogna dare segnali concreti di positività ai lavoratori».

Dal fronte dei sindacati, oggi a colloquio con il ministro (con annesso sit in all’Opera di Roma), nessun passo indietro. Oggi alla Scala saltano sia la prima del balletto Trittico Novecento sia la prova aperta, che era prevista in mattinata, per «l’atteggiamento provocatorio del teatro», dicono i sindacati. E per sabato pomeriggio alle 15 resta confermato il concerto aperto alla città che vedrà Daniel Barenboim sul podio di Orchestra e Coro del teatro milanese.

Pierachille Dolfini
http://www.avvenire.it

Lirica: incontro positivo tra Bondi e i sovrintendenti.

ROMA - 27 MAGGIO 2010 - Sostanzialmente positivo l'incontro di ieri tra il ministro Sandro Bondi e dodici dei quattrordici sovrintendenti delle fondazioni liriche italiane (mancavano Vergnano per il Regio di Torino e Vaccari per il Petruzzelli di Bari). Il ministro Bondi si è dichiarato "molto soddisfatto" dei risultati, e i sovrintendenti hanno battuto sulla questione economica, sulle necessità impellenti per il settore, ma hanno anche concordato sulla necessità di una riforma. Bondi ha invitato i sovrintendenti a presentare le loro proposte entro il 9 giugno, quando il decreto di riforma delle fondazioni approderà all'Aula del Senato.

Alla fine dell'incontro, Bruno Cagli (foto), di Santa Cecilia, ha dichiarato che "tutti i decreti sono perfettibili. Abbiamo trovato un ministro ampiamente disponibile a discutere in sede parlamentare tutti gli emendamenti. Quanto a noi, abbiamo già presentato i nostri".

Sthepane Lissner per La Scala ha ribadito la richiesta di autonomia e di un regolamento ad hoc. "Il ministro ha confermato la disponibilità anche ad apportare idee nuove al decreto - dice Lissner -. Ci sono già esponenti del Pdl come dell'opposizione al lavoro e penso che nelle prossime settimane vedremo i risultati. Noi come Scala abbiamo affermato la nostra richiesta di autonomia. Sappiamo che la situazione in Italia oggi è difficile per tutti, noi però abbiamo una nostra peculiarità".

Giudizio positivo anche per Catello De Martino (Opera di Roma): "Un colloquio importante. Ora però bisogna dare segnali di positività al sindacato (oggi Bondi incontra i sindacati n.d.r.). Bisogna arrivare al più presto ad una soluzione in questo complesso quadro economico e sindacale".

Ministro "pronto a recepire tutte le osservazioni e le modifiche che verranno avanzate", riferisce Francesca Colombo (Maggio fiorentino) sottolineando che "ci sarà da fare un grande lavoro sull'articolo 1 del decreto e sui regolamenti".

Per Maurizio Pietrantonio (Lirico Cagliari): "non siamo tutti uguali e questo va tenuto in considerazione. Il distinguo è necessario e credo che il ministro sia disposto ad ascoltare le proposte dei singoli sovrintendenti".

Invece, secondo Antonio Cognata (Massimo di Palermo) "i distinguo vanno fatti in sede di riforma, non con decreto", ma comunque "l'incontro è andato bene. Tutti abbiamo condiviso la necessità impellente di una vera riforma".

Da Marco Tutino (Comunale di Bologna e presidente Anfols) l'invito a smorzare i toni e l'anticipazione dell'apertura di un tavolo di confronto i primi di luglio, dopo il dibattito parlamentare, con la nuova versione del decreto di riforma.

http://www.giornaledellospettacolo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=4938&Itemid=76

lunedì 24 maggio 2010

23 MAGGIO 1992, IN MEMORIA

Sono le 17,48 quando su una pista dell'aeroporto di Punta Raisi atterra un jet del Sisde, un aereo dei servizi segreti partito dall'aeroporto romano di Ciampino alle ore 16,40. Sopra c'è Giovanni Falcone con sua moglie Francesca. E sulla pista ci sono tre auto che lo aspettano. Una Croma marrone, una Croma bianca, una Croma azzurra. E' la sua scorta, erano stati raggruppati dal capo della mobile Arnaldo La Barbera.
Una squadra affiatatissima che aveva il compito di sorvegliare Falcone dopo il fallito attentato del 1989 davanti la villa del magistrato sul litorale dell'Addaura. La solita scorta con Antonio, Antonio Montinaro, agente scelto della squadra mobile che, appena vede il "suo" giudice scendere dalla scaletta, infila la mano destra sotto il giubbotto per controllare la pistola.
Tutto è a posto, non c'è bisogno di sirene, alle 17,50 il corteo blindato che trasporta il direttore generale degli Affari penali del ministero di Grazia e giustizia è sull'autostrada che va verso Palermo.
Tutto sembra tranquillo, ma così non è. Qualcuno sa che Falcone è appena sbarcato in Sicilia, qualcuno lo segue, qualcuno sa che dopo otto minuti la sua Croma passerà sopra quel pezzo di autostrada vicino alle cementerie.
La Croma marrone è davanti. Guida Vito Schifani, accanto c'è Antonio, dietro Rocco Di Cillo. E corre, la Croma marrone corre seguita da altre due Croma, quella bianca e quella azzurra. Sulla prima c'è il giudice che guida, accanto c'è Francesca Morvillo, sua moglie, anche lei magistrato. Dietro l'autista giudiziario, Giuseppe Costanza, dal 1984 con Falcone, che era solito guidare soltanto quando viaggiava insieme alla moglie. E altri tre sulla Croma azzurra, Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Un minuto, due minuti, la campagna siciliana, l'autostrada, l'aeroporto che si allontana, quattro minuti, cinque minuti.
Ore 17,59, autostrada Trapani-Palermo. Investita dall'esplosione la Croma marrone non c'è più. La Croma bianca è seriamente danneggiata, si salverà Giuseppe Costanza che sedeva sui sedili posteriori. La terza, quella azzurra, è un ammasso di ferri vecchi, ma dentro i tre agenti sono vivi, feriti ma vivi. Feriti come altri venti uomini e donne che erano dentro le auto che passavano in quel momento fra lo svincolo di Capaci e Isola delle Femmine.
Fu Buscetta a dirglielo: "L'avverto, signor giudice. Dopo quest'interrogatorio lei diventerà forse una celebrità, ma la sua vita sarà segnata. Cercheranno di distruggerla fisicamente e professionalmente. Non dimentichi che il conto con Cosa Nostra non si chiuderà mai. E' sempre del parere di interrogarmi?".
Giovanni Falcone, "Cose di Cosa Nostra" (Rizzoli, 1991): "Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande".


"Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene." (Paolo Borsellino)

"Dobbiamo finire di parlare di mafia. Se trovo chi ha fatto le nove serie de La Piovra e chi scrive libri sulla mafia che ci fanno fare una bella figura, giuro, li strozzo" (Silvio Berlusconi)

http://digilander.libero.it/inmemoria/index.html

NON SOLO LA MUSICA E' NEI GUAI !

Lettera di dimissioni di Maria Luisa Busi al direttore Minzolini -
Ecco la lettera integrale pubblicata dall'Ansa, indirizzata al direttore Augusto Minzolini e al Cdr, e per conoscenza al direttore generale della Rai Mauro Masi, al presidente dell'azienda Paolo Garimberti e al responsabile delle Risorse umane Luciano Flussi.

Una scelta difficile ma obbligata

"Oggi l'informazione del TG1 è un'informazione parziale e di parte"“Caro direttore - scrive la Busi - ti chiedo di essere sollevata dalla mansione di conduttrice dell'edizione delle 20 del TG1, essendosi determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me - prosegue - una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il TG1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori.

Una volta era il giornale di tutti

Come ha detto - osserva la giornalista - il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli: 'la più grande testata italiana, rinunciando alla sua tradizionale struttura ha visto trasformare insieme con la sua identità, parte dell'ascolto tradizionale’.
Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perchè è un grande giornale. È stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che sono stati emarginati. Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il Paese. Il giornale degli italiani.

L'informazione del Tg1 parziale e di parte

Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di una voce sola. Oggi l'informazione del TG1 è un'informazione parziale e di parte.
Dov'è il paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perchè negli asili nido non c'è posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l'onore di un nostro titolo. E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie.


Dove sono i giovani, i precari, i cassintegrati?

Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell'Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè falliti? Dov'è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata.


Anche io compro la carta igienica per la scuola di mia figlia

Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel TG1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale.
L'Italia che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto della nostra indifferenza. Schiacciata tra un'informazione di parte - un editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro sull'inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato, smentito dai fatti il giorno dopo - e l'infotainment quotidiano: da quante volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel lago, alle mutande antiscippo.

Arricchiamo le sceneggiature dei programmi di satira

Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese. Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto profilo e interesse generale.
Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto. Nell'affidamento dei telespettatori è infatti al conduttore che viene ricollegata la notizia. È lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori.

I fatti dell'Aquila quando mi gridavano "vergogna"

I fatti dell'Aquila ne sono stata la prova.
Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. È quello che accade quando si privilegia la comunicazione all'informazione, la propaganda alla verifica.

Dissentire non è tradire: punto 1

Ho fatto dell'onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia professione. Dissentire non è tradire. Non rammento chi lo ha detto recentemente.
Pertanto:
1) respingo l'accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche che ho espresso pubblicamente - ricordo che si tratta di un mio diritto oltre che di un dovere essendo una consigliera della FNSI - le avevo già mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito di leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la circolazione delle idee e la pluralità delle opinioni costituisca un arricchimento.

Non sputo nel piatto in cui mangio: punto 2

Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma è palese che non c'è più alcuno spazio per la dialettica democratica al TG1. Sono i tempi del pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo.
2) Respingo l'accusa che mi è stata mossa di sputare nel piatto in cui mangio. Ricordo che la pietanza è quella di un semplice inviato, che chiede semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e onesti.
E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai, lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le loro conventions, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non debba trarre profitto dal proprio ruolo.

L'intervista a Repubblica: punto 3

3) Respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo l'intervista rilasciata a Repubblica, lettera nella quale hai sollecitato all'azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti: mi hai accusato di ‘danneggiare il giornale per cui lavoro’, con le mie dichiarazioni sui dati d'ascolto.
I dati resi pubblici hanno confermato quelle dichiarazioni.
Trovo inoltre paradossale la tua considerazione seguente: 'il tg1 darà conto delle posizioni delle minoranze ma non stravolgerà i fatti in ossequio a campagne ideologiche’. Posso dirti che l'unica campagna a cui mi dedico è quella dove trascorro i week end con la famiglia. Spero tu possa dire altrettanto.

Gli attacchi de Il Giornale, Libero e Panorama

Viceversa ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta campagna diffamatoria che i quotidiani Il Giornale, Libero e il settimanale Panorama - anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me diretta - hanno scatenato nei miei confronti in seguito alle mie critiche alla tua linea editoriale. Un attacco a orologeria: screditare subito chi dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni.
Sono stata definita 'tosa ciacolante - ragazza chiacchierona - cronista senza cronaca, editorialista senza editoriali' e via di questo passo.
Non è ciò che mi disse il Presidente Ciampi consegnandomi il Premio Saint Vincent di giornalismo, al Quirinale. A queste vigliaccate risponderà il mio legale. Ma sappi che non è certo per questo che lascio la conduzione delle 20.

Serve più rispetto per le notizie, il pubblico e la verità

Thomas Bernhard in Antichi Maestri scrive decine di volte una parola che amo molto: rispetto. Non di ammirazione viviamo, dice, ma è di rispetto che abbiamo bisogno.
Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verità. Quello che nutro per la storia del TG1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere.

Maria Luisa Busi

domenica 23 maggio 2010

Aspettando il 26 maggio




Bondi convoca i sovrintendenti
il 26 maggio e il 27 i sindacati


Bondi cambia idea: la Fondazione del Petruzzelli vivrà

ROMA - Con il decreto di riforma delle fondazioni liriche il governo non vuole “affatto colpevolizzare il personale dipendente”. Lo assicura il ministro dei beni culturali Sandro Bondi intervenuto oggi in Senato, alla riunione della commissione cultura. Al contrario, ha sottolineato il ministro, l’intento “è quello di delineare un quadro normativo in grado di consentire agli amministratori dei Teatri e allo stesso personale di poter operare al meglio”. Ai senatori, Bondi ha ribadito oggi la disponibilità “ad accogliere alcuni emendamenti che modifichino il provvedimento principale su due punti: la contrazione degli integrativi tra un anno ed il blocco del turn over” e respinto le obiezioni di incostituzionalità del provvedimento avanzate dalle opposizioni.

Una considerazione a parte ha riguardato il Petruzzelli di Bari: Bondi ha spiegato di “concordare appieno con il collega Quagliariello e con alcuni colleghi della Camera” sul fatto che questa “è una fondazione che è nata da poco e che ha una pianta organica peraltro approvata dal ministero nel 2008 non coperta in gran parte dei suoi elementi”. Si è detto quindi disponibile ad una modifica del decreto che “stabilisca una deroga per le assunzioni” per la fondazione barese. E' necessario però, ha sottolineato, che queste, contrariamente a quanto avvenuto sino ad oggi, avvengano attraverso concorsi pubblici, visto anche “il numero rilevante delle professionalità da assumere”.

Infine l’Imaie: Bondi si è detto aperto “a condividere proposte migliorative” riguardo l’istituto mutualistico degli artisti, ribadendo però “che quello della vigilanza ministeriale costituisce un punto saliente della riforma proposta”.

ORE 18.14 - QUAGLIARIELLO: BENE BONDI SU PETRUZZELLI "Ringrazio il ministro Bondi per la disponibilità manifestata nel corso della sua audizione in Commissione Cultura al Senato a considerare la specificit… della Fondazione Petruzzelli in sede di conversione parlamentare del decreto sulle fondazioni liriche". Lo dichiara Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL.

"Data la sua giovane età e la situazione organica, infatti - prosegue – il Petruzzelli di Bari non potrebbe sostenere le ricadute di una norma pensata per istituzioni di ben altra anzianità. La sensibilità dimostrata dal ministro dei Beni Culturali farà sì che nel corso dell’iter del decreto – aggiunge Quagliariello – la cooperazione tra governo e Parlamento riuscirà a bilanciare il rigore nei conti pubblici con la considerazione di una esigenza del tutto peculiare quale quella del Petruzzelli, garantendo altresì – conclude Quagliariello - che la deroga al blocco delle assunzioni sia subordinata all’adozione di sistemi basati su procedure pubbliche, sulla trasparenza, sulla meritocrazia e sulla valutazione comparativa dell’offerta professionale".

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=336135

sabato 22 maggio 2010

All'estero pare che la musica non sia nei guai!

CULTURA ITALIANA NEL MONDO - EUROPA E GIAPPONE OSPITERANNO LE PROSSIME TOURNEES ALL'ESTERO DELL'ACCADEMIA DI SANTA CECILIA

Negli ultimi tre anni i complessi artistici dell’Accademia di Santa Cecilia, sotto la guida del Maestro Antonio Pappano, hanno effettuato numerose tournées all’estero con oltre quaranta concerti in sale prestigiose e con esiti sempre assai lusinghieri.
Basti citare i concerti al Musikverein di Vienna (la Sala dorata dalla splendida acustica sede dei Wienner Philharmoniker) dove l’Orchestra ha suonato per la prima volta nel 2007, dove è stata reinvitata nel novembre scorso e dove tornerà nei prossimi anni; o quello alla Royal Albert Hall di Londra (sempre nel 2007) per la celebre rassegna dei Proms dove Orchestra e Coro torneranno a luglio 2011 per eseguire il Guillaume Tell di Rossini.

Altrettanto significativa la partecipazione al Festival di Lucerna (2007 e 2009) dove si alternano le più importanti orchestre del mondo e dove Claudio Abbado è di casa.

Così come da ricordare è la lunga tournée in Giappone del luglio 2007. Nel 2009 l’Orchestra di Santa Cecilia è stata ascoltata, tra l’altro, al qualificatissimo Festival de Música delle Canarie, e in storiche sale come il Concertgebouw di Amsterdam (dove suonava per la prima volta) e la Salle Pleyel di Parigi.

Da non dimenticare poi i numerosissimi concerti effettuati in Italia, dalla Scala di Milano al Lingotto di Torino e la partecipazione ai festival di Bologna, Ravello (prossimo luglio) e MITO.

I futuri impegni all’estero con Pappano prevedono due concerti al Festival di Baden-Baden con il mitico soprano Anna Netrebko (luglio 2010) e, in ottobre, una serie di concerti in Germania in sale prestigiose come la Philharmonie di Berlino e quella di Monaco.

Per il 2011, oltre all’esecuzione del Guillaume Tell a Londra, è prevista una lunga tournée in marzo che, dopo la Gran Bretagna, toccherà la Grecia (Megaron di Atene), Lussemburgo, Germania e Belgio.

In agosto l’Orchestra sarà finalmente ospite del prestigioso Festival di Salisburgo e in settembre del Festival Enescu di Bucarest e del MITO Festival; infine, in ottobre, sono previste due settimane di concerti in Giappone.

Il Coro affiancherà l’Orchestra a Londra per il Tell rossiniano e poi si recherà a Parigi in settembre per una preziosa esecuzione della Petite Messe Solennelle di Rossini al Théâtre des Champs Elysées. (20/05/2010-ITL/ITNET)

venerdì 21 maggio 2010

Lirica: Marco Tutino (Anfols), o si cambia o si chiude

ROMA - 21 MAGGIO 2010 - “Il nostro mondo è diventato anacronisticamente superato dalla realtà e ha un bisogno enorme di riformarsi (…) Dire che il decreto vada bene nella sua totalità non è possibile, ma arrivati a questo punto era inevitabile un provvedimento urgente, visto lo stato di crisi irreversibile del settore”. Così dichiara al Giornale dello Spettacolo Marco Tutino (foto), presidente dell’Anfols, l’associazione delle fondazioni lirico sinfoniche, e sovrintendente del Comunale di Bologna, a proposito del decreto di riforma delle fondazioni e dello spettacolo, attualmente all’esame del Senato per la conversione in legge.

Secondo Tutino, se il decreto non dovesse passare in Parlamento si aprirebbe uno scenario “di estinzione a brevissimo termine di molti teatri, pericolo che, comunque rimane anche con il decreto”. Per il presidente dell’Anfols, infatti, il decreto non basta: “dà strumenti indubbiamente utili – dice - come il pensionamento anticipato dei ballerini e come l’annunciata revisione dei criteri di ripartizione del Fus nei quali, finalmente, si prefigura un premio maggiore, rispetto al passato, per chi produce di più e per chi dimostra una gestione virtuosa del bilancio. Ma è evidente che se non si risolve il problema del calo delle risorse, questi provvedimenti sono inutili. Stando all’ultima Finanziaria infatti, per il 2011 si prevede un taglio del Fus di 100 milioni di euro. Questo vorrà dire per ogni Fondazione tagli dai 5 milioni in su. Pensare che un teatro possa sopravvivere con un taglio del genere è velleitario. Se ciò dovesse essere confermato, il legislatore dovrà dirci cosa fare perché davvero non potremo più garantire la continuità aziendale”.

Tra gli aspetti importanti che il decreto non affronta, Tutino indica gli incentivi alla contribuzione privata tramite forme di defiscalizzazione e suggerimenti sulla governance e la composizione dei Cda delle fondazioni. Mentre, sul blocco delle assunzioni a tempo indeterminato, afferma che “se un Teatro dimostrasse di auto garantirsi una previsione virtuosa di bilancio, questo provvedimento andrebbe superato perché bloccare tout court la possibilità di assumere personale stabile, alla lunga, può danneggiare la qualità del lavoro”. Ma il presidente dell’Anfols aggiunge, “in tutto il mondo del lavoro sono state individuate forme occupazionali diverse da quelle della pura stabilità di 13/14 mesi all’anno: ci sono, infatti, forme di stabilità che, pur garantendo il lavoro fino alla pensione, sono più flessibili, come il part-time. Per il futuro, e quindi non per il personale già assunto, lo studio di strade alternative di stabilità è fondamentale”.

Sull’atteggiamento dell’opposizione, Tutino ritiene “si possa sostenere legittimamente che queste questioni non vadano affrontate per decreto, ma nella sostanza non mi sembra di aver recepito ragionamenti che entrino nel merito dei contenuti e che propongano alternative”.

Sulle diverse posizioni di alcuni sovrintendenti, dice che “in questo momento particolare mi piacerebbe ci fossero degli atteggiamenti unitari, almeno nella fase di elaborazione di proposte. Bisognerebbe avere il coraggio delle proprie idee e parlarne insieme e la sede dove farlo resta l’Anfols, perché non ce ne sono altre”.

Intervista integrale sul Giornale dello Spettacolo n.10 del 21 maggio 2010
http://www.giornaledellospettacolo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=4891&Itemid=76

giovedì 20 maggio 2010

Nichi con le Fondazioni

Esprimo la mia piena solidarietà ai lavoratori degli Enti lirici che in questi giorni stanno legittimamente protestando contro un provvedimento del Governo che, di fatto, penalizza le risorse artistiche e professionali dei Teatri italiani.
Questa norma che prevede l’abolizione dei concorsi pubblici internazionali e la graduale eliminazione dei contratti a tempo indeterminato, è un provvedimento molto negativo che colpisce un settore già seriamente compromesso dai tagli operati dal Governo al Fondo unico per lo Spettacolo. Avanza l’idea che, a fronte della crisi economica che vive il Paese, il tema della cultura, dell’arte, della musica siano temi inattuali e privi di centralità e non fattori qualificanti per uno sviluppo economico e sociale del nostro Paese.
Il fatto che il nostro Paese destini alla cultura non più dello 0,30% del suo Pil è il segno lampante di una politica miope che ha smesso di investire nel futuro, nei giovani, nell’arte, nella cultura e nella bellezza.
Mi auguro che il Governo faccia marcia indietro e che anche in Italia, come nel resto d’Europa, la musica venga considerata un lavoro serio, una professione nobile e non un lusso o uno spreco a cui dedicare pochi spiccioli e molti pregiudizi.

Nichi

http://www.nichivendola.it

Emiliano guida la rivolta















Il decreto di riforma delle fondazioni liriche "va ritirato e trasformato in disegno di legge". Lo ha detto il sindaco di Bari, Michele Emiliano al teatro dell'opera di Roma per la kermesse organizzata dai sindacati per protestare contro il provvedimento voluto dal ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi

"Giù le mani dal Petruzzelli": Michele Emiliano e Nichi Vendola guidano la protesta delle Fondazioni lirico sinfoniche italiane. Il sindaco di Bari ieri era a capo della folta delegazione pugliese che ha partecipato alla manifestazione contro il decreto ministeriale per il riordino dello spettacolo dal vivo e delle fondazioni lirico sinfoniche.
"Sono qui in rappresentanza della città di Bari e dell'ultima nata tra le fondazioni lirico-sinfoniche italiane - ha esordito Emiliano aprendo i lavori - una fondazione dimenticata nel decreto che, ove venisse convertito in legge, significherebbe lo scioglimento dell'ente lirico barese. Per noi - ha attaccato il sindaco - questo provvedimento è politicamente e culturalmente sbagliato. Il decreto va ritirato e trasformato in disegno di legge perché non ci sono i requisiti di urgenza".

Dal palco del Teatro dell'Opera di Roma, Emiliano si è scagliato contro il taglio di fondi e il blocco delle assunzioni previsto dal ministero: "Andrà a finire che ad appoggiare economicamente lo spettacolo saranno le Regioni e i Comuni, Comuni ai quali parallelamente si continuano a tagliare risorse".

Se il decreto sulle fondazioni fosse approvato senza modifiche, il Petruzzelli potrebbe contare su una forza lavoro di appena 22 unità, contro le oltre 170 previste in pianta organica. Per la Fondazione sarebbe impossibile continuare a fare vivere il teatro. Secondo Emiliano sarebbe un danno per tutto i cittadini: "Da quando il Teatro Petruzzelli ha riaperto - ha testimoniato il sindaco di Bari - è stato frequentato non da signore in abito sera ma è stato soprattutto vissuto da giovani provenienti da tutti i quartieri della città, dal centro e dalle periferie, da donne e uomini che per la prima volta sono andati a teatro. La nostra fondazione, che costa pochissimo allo Stato e non ha deficit, promuove in ogni luogo, attraverso la cultura, il riscatto morale della città. E non dimentichiamo che il Petruzzelli fu bruciato da mano mafiosa. Allora vi chiedo - ha arringato Emiliano dal palco - di che governo della cultura parliamo, se il Ministero dimentica il Teatro Petruzzelli e tutti gli altri teatri? Per questo da sindaco e da presidente della Fondazione Petruzzelli non posso che unirmi alla richiesta di ritiro del decreto Bondi".

Al termine del discorso sono partiti dieci minuti di applausi che il sindaco ha tentato a più riprese di fermare. "E' la prima volta in vita mia che mi sento così imbarazzato" ha confessato ai suoi vicini di seggiola. Tra questi c'era Carla Fracci che, con molta fatica, il sindaco Emiliano ha tentato di calmare mentre inveiva contro il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, accusato dalla ballerina di aver distrutto il teatro dell'Opera.

A difesa delle Fondazioni lirico-sinfoniche è intervenuto anche il presidente della Regione, Nichi Vendola: "Il Governo faccia marcia indietro e anche in Italia, come nel resto d'Europa, la musica venga considerata un lavoro serio, una professione nobile e non un lusso o uno spreco a cui dedicare pochi spiccioli e molti pregiudizi" ha auspicato il governatore nella lettera di adesione alla manifestazione di protesta in corso al Teatro dell'Opera di Roma. "Questa norma - ha scritto il governatore - che prevede l'abolizione dei concorsi pubblici internazionali e la graduale eliminazione dei contratti a tempo indeterminato è un provvedimento molto negativo che colpisce un settore già seriamente compromesso dai tagli operati dal governo al Fondo unico per lo spettacolo".

http://bari.repubblica.it/cronaca/2010/05/18/news/emiliano_guida_la_rivolta_salviamo_i_teatri-4148688/

Gli Accademici di Santa Cecilia e il decreto Bondi
















nella foto,Bruno Cagli,sovrintendente dell'orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Un documento sull'autonomia e la peculiarità dell'istituzione romana

In riferimento al Decreto Legge di riordino del settore delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, gli Accademici riuniti nella sede storica di Via Vittoria hanno espresso contrarietà e preoccupazione per le conseguenze di un decreto che tende ad escludere in maniera drastica e definitiva la presenza dei musicisti dagli organi di controllo delle Fondazioni. Approvano pertanto un documento che, in previsione dell'adozione degli attesi regolamenti, evidenzia i punti ritenuti inderogabili per affermare l'autonomia e la peculiarità dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia:

1. in merito all'assetto ordinamentale dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, si chiede che vengano confermate tutte le attribuzioni degli Accademici in relazione all'elezione del Presidente-Sovrintendente della fondazione, alla salvaguardia degli organi statutari (Assemblea degli Accademici, Consiglio Accademico) e delle loro prerogative, nonché alla composizione del Consiglio d'Amministrazione la cui componente accademica va mantenuta nelle proporzioni fissate dall'attuale statuto. Ciò per garantire anche per il futuro quell'indipendenza e autonomia che hanno caratterizzato la storia dell'Accademia sia per la sostanziale continuità di gestione nel lungo periodo, sia per lo sviluppo quantitativo e qualitativo dell'attività.

2. con riferimento alla peculiarità di S. Cecilia, unica tra le fondazioni a svolgere esclusivamente attività sinfonica la cui rilevanza internazionale è testimoniata dall'inserimento dei suoi complessi nei grandi circuiti internazionali sia per le tournée che per le incisioni discografiche, il suo riconoscimento è legato alla stessa storia dell'Accademia; giova ricordare che con l'entrata in vigore del Decreto Legislativo 29 giugno 1996 n.367, la cosiddetta "Gestione autonoma dei concerti di Santa Cecilia" è stata assorbita dall'Accademia che da sempre svolgeva ulteriori attività specifiche quali: - ricerca musicologica e pubblicazioni - formazione ed educazione musicale della collettività - valorizzazione del proprio patrimonio storico - corsi di perfezionamento (istituiti sin dal 1939 con legge dello Stato) attività che potevano contare su fonti di finanziamento pubblico aggiuntive rispetto l FUS. Con il trasferimento alla nuova sede del Parco della Musica, avvenuto dopo oltre 60 anni dalla distruzione dell'Augusteo, l'Accademia ha triplicato la propria attività nonostante i nuovi spazi abbiano comportato un maggiore impegno finanziario e logistico. Questi risultati sono stati possibili anche grazie al potenziamento e allo sviluppo di queste attività specifiche. Si ritiene pertanto necessario un adeguamento della contribuzione pubblica che tenga conto di questa straordinaria capacità produttiva così come anche degli investimenti fatti dalla fondazione per la creazione di realtà fruibili dall'intera collettività quali il Museo degli strumenti musicali o la Bibliomediateca.

3. con riferimento ai contributi allo spettacolo dal vivo, fermo restando quanto già espresso al punto precedente, è necessario che essi non siano soggetti alle variazioni della legge di bilancio annuale ma che anzi avvengano con un valore costante di triennio in triennio coerentemente con l'obbligo normativo di predisporre i relativi piani di previsione d'attività. Per il 2010 il fabbisogno dell'Accademia in termini di finanziamento statale, ai fini di salvaguardare la qualità e la produttività raggiunta negli ultimi anni, è stimato in almeno 14 milioni di euro, valore corrispondente al picco di contribuzione percepito nell'ultimo triennio (Fus e Legge speciale che al 31 dicembre 2009 ha però terminato di produrre effetti).

4. in tema di gestione del personale, va riconosciuta all'Accademia maggiore autonomia rispetto ai vincoli imposti dal decreto per porre rimedio a criticità relative ad altre realtà; tale autonomia consentirà di conservare e sviluppare ulteriormente l'importante patrimonio professionale costruito negli ultimi anni, pur nel rigoroso rispetto dell'equilibrio economico. In particolare è necessario garantire la possibilità di adeguare la propria pianta organica alle mutate esigenze produttive e agli enormi incrementi di attività registrati nell'ultimo periodo; tutto questo anche per il mutato contesto competitivo che ha comportato il trasferimento al Parco della Musica e a fronte di un bilancio in pareggio che l'Accademia può vantare negli ultimi anni. Anche la limitazione dello svolgimento di attività autonoma da parte del personale artistico va contemperata con l'esigenza di coloro, in particolare le prime parti dell'orchestra, che legittimamente e senza ricadute economiche per la fondazione, ambiscono svolgere un'attività concertistica-solistica che giova anche alla qualità e al prestigio dell'intera Accademia.

http://www.giornaledellamusica.it

martedì 18 maggio 2010

Nicola Piovani: “C’è una cultura nemica del teatro”

“C’è tutta una cultura nemica del teatro e del teatro musicale. Pensi agli insulti che ha lanciato il ministro Brunetta ai musicisti, gli orchestrali, dandogli dei parassiti. Io le conosco queste persone, le ha offese”. Il premio Oscar Nicola Piovani a Repubblica tv, nel giorno del debutto della sua suite Epta al Teatro Eliseo di Roma, affronta anche la legge delega sul Fus. “Non so come andrà a finire, molte cose non funzionano dentro agli enti lirici, ma noi abbiamo anche delle eccellenze. Due settimane fa ho lavorato con i musicisti del Teatro Carlo Felice di Genova, sono artisti di grande valore e non li vedo girare con le auto con cui gira Brunetta, non li vedo andare sugli yacht e frequentare il mondo che frequenta Brunetta. Perché devono anche essere insultati da un ministro?”. “Brunetta dice che se la borghesia vuole il Parsifal se lo paghi. Ma parla con il tono di uno al quale del Parsifal non frega niente. Gli sembra un’anticaglia nell’era di ‘X Factor’. Che orrore. Questa ignoranza al potere fa paura. Bisogna rispondere a tono. Lui offende. Invece su di lui – prosegue il compositore – si sentono solo battute razziste sulla statura che danno fastidio e non servono a niente”. Ma per Piovani il mondo della lirica ha le sue pecche: “E’ importante bonificare, razionalizzare, intervenire sugli sprechi, intervenire su chi si comporta male, ma la colpa non è del Rigoletto o dell’orchestra o della musica. Non è che se uno ha la peritonite e l’infermiere ruba si blocca l’operazione, si cambia invece l’infermiere”. Un governo ignorante e censore, secondo Piovani, che ricorda la serata di Santoro ‘Raiperunanotte’ in cui ha suonato la sigla. “Preciso che non conta se quella serata mi è piaciuta, il punto è che quando viene censurato qualcosa dobbiamo intervenire per difendere un principio, non entrare nel merito”.

http://www.altroquotidiano.it/?p=38043#more-38043

Carla Fracci attacca Alemanno "Vergogna, vergogna, farabutto"

L'ex direttrice del corpo di ballo dell'Opera è intervenuta all'assemblea organizzata dai sindacati contro il decreto di riforma delle fondazioni liriche e si è scagliata contro il sindaco: "Per due anni non mi ha mai ricevuto"

"Vergogna, vergogna, farabutto". Arrivato al Teatro dell'Opera per intervenire all'assemblea organizzata dai sindacati contro il decreto di riforma delle fondazioni liriche, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è stato affrontato a brutto muso da Carla Fracci, che di recente ha visto non rinnovato il suo contratto di direzione del corpo di ballo del teatro romano.

Alemanno aveva appena finito di parlare, accolto da qualche applauso e molti fischi. L'etoile, seduta in prima fila accanto al sindaco di Bari, Michele Emiliano, si è alzata di scatto, è andata dal primo cittadino di Roma e ha cominciato ad inveire, visibilmente alterata. Alemanno non ha reagito. "Vergogna - ripeteva la Fracci - per due anni non mi ha mai ricevuto. E sono cose che non dico per me - ha aggiunto - ma per il futuro di questo teatro". Per placare gli animi sono intervenuti il sindaco Emiliano e i parlamentari del Pd, Vincenzo Vita ed Emilia De Biasi. Intanto dal pubblico c'era chi urlava: "Fate parlare Carla Fracci".

VIDEO

Erano circa le 16 quando gli impegati del teatro romano hanno riempito la sala. Dalla galleria ai palchi, fino alla piccionaia. Appena il primo cittadino ha parlato ("è necessario affrontare in maniera seria la fase del negoziato per modificare il decreto Bondi", aveva detto Alemanno), i lavoratori sono esplosi in un boato di urla, fischi e insulti contro Alemanno. "Non basta 'modificare' il decreto - hanno detto - è necessario 'ritirarlo' del tutto".

In testa alla protesta l'ormai ex direttrice del corpo di ballo dell'Opera, Carla Fracci, che si è scagliata a gran voce contro il sindaco di Roma, puntando il dito davanti al suo viso urlando: "Vergogna". Rossa in volto, la ballerina ha anche toccato con le mani la gamba di Alemanno e bacchettando ripetutamente l'indice sul suo viso ha detto: "E' colpa tua". Per Alemanno la Fracci si lamentava perché "non gli ho dato un appuntamento. Glielo concederò, ma il problema di fondo è che lei vorrebbe rinnovare un contratto che dura ormai da troppi anni, e per il Teatro dell'Opera di Roma è giusto voltare pagina". E ha continuato: "Con tutto il rispetto per il suo valore artistico mi dispiace ma il rapporto con la Fracci è ormai superato e dobbiamo dare spazio ai giovani e ad altre offerte artistiche".

La giornata di protesta contro i tagli al Fondo unico per lo spettacolo (Fus), si era aperta all'insegna della musica. Alle 12 orchestra, coro e corpo di ballo del teatro avevano tenuto sotto la pioggia uno spettacolo all'aperto, in piazza Beniamino Gigli. Alle 14 poi tutti in sala per discutere della "Riforma di sistema dello spettacolo dal vivo, riordino Fondazioni lirico sinfoniche, decreto ministeriale". Ad ascoltare anche i rappresentanti sindacali di tutte le fondazioni e i sindaci di Bari, di Genova e di Roma.

"La contestazione al sindaco è di chiara matrice ideologica - ha sottolineato il presidente della commissione cultura del Comune di Roma, Federico Mollicone - E' inaccettabile sia nei modi che nei termini". E contro la Fracci, Mollicone annuncia che verificherà "quanto siano costate, in questi ultimi anni, le produzioni curate dall'ex direttrice del corpo di ballo e quali sono state le agenzie chiamate a realizzarle, invitandola altresì a non lanciarsi in atteggiamenti intollerabili e che poco hanno a che vedere con una etoile, che per tutti è stata un'icona di stile e compostezza".

E anche dal Partito democratico arrivano le prime reazioni. Plaudendo la sinergia messa in atto dalle sigle sindacali e i lavoratori, i democratici chiedono l'immediato ritiro del decreto per la sua incostituzionalità. "Siamo vicini ai lavoratori del settore che per primi risentono degli effetti di una ennesima ed inutile decretazione d'urgenza. Per questo - ha spiegato Marco Miccoli, segretario romano del Partito - inviteremo i nostri rappresentanti in Campidoglio a presentare celermente un ordine del giorno sull'argomento".

Ad Alemanno è arrivata nel pomeriggio la solidarietà del sottosegretario Francesco Giro. "Piena solidarietà - ha scritto Giro in una nota - ad Alemanno dopo la contestazione della Fracci". "Il clima - sempre secondo Giro - è troppo incandescente, perché qualcuno, invece di cercare soluzioni condivise e soprattutto praticabili, si ostina a gettare benzina sul fuoco, e fra questi non è certamente il governo". E ha aggiunto: "Noi, al contrario, ci siamo assunti la responsabilità di affrontare un'autentica emergenza che, da un lato i sovrintendenti, dall'altro i sindacati non erano riusciti a risolvere in qualche modo. Lo dimostra il congelamento al 2003"

http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/05/17/news/fracci_contro_alemanno-4136779/

domenica 9 maggio 2010

Maggio Fiorentino, stop allo sciopero accordo tra sindacati ed enti locali

L'intesa in sette punti. Le amministrazioni locali dalla parte dei lavoratori
nella critica al decreto Bondi. Regolarmente in scena la "Donna senz'ombra"

Sospeso lo sciopero del Maggio Musicale Fiorentino. Domani sera, La donna senz'ombra di Richard Strauss andrà regolarmente in scena e anche la "prima" del Ratto dal serraglio di Mozart in cartellone venerdì 14 sarà rappresentata. Lunedì prossimo, inoltre, sarà recuperato il concerto diretto da Zubin Mehta sul podio della Saechsische Staatskapelle Dresden, pianista Rudolf Buchbinder. La sospensione è frutto dell'incontro fra sindacati ed enti locali che si è svolto questa mattina a Palazzo Vecchio, in seguito al quale è stato deciso di continuare la mobilitazione in forme diverse rispetto allo sciopero.

Alla riunione hanno partecipato, oltre ai rappresentanti di Sic-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Fials-Cisal, il sindaco Matteo Renzi, il vicesindaco Dario Nardella, il presidente della Provincia Andrea Barducci e la vicepresidente della Regione Stella Targetti. Al termine i tre enti hanno proposto ai rappresentanti dei lavoratori un piano in sette punti che ha trovato l'accordo dei sindacati. Eccoli in sintesi: 1) le amministrazioni toscane e fiorentine sono d'accordo sulla protesta contro il provvedimento del ministero che ridimensiona in maniera massiccia le piante organiche; 2) la Regione verificherà la possibilità del ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto; 3) impegno al rinnovo del Consiglio di amministrazione e alla nomina del sovrintendente entro il 21 maggio; 4) riconferma dell'impegno finanziario: 500 milioni a testa da Comune e Regione e un milione dalla Provincia; 5) confronto con i privati per reperire altre sponsorizzazioni; 6) Comune, Regione e Provincia aderiscono alla manifestazione del 17 maggio a Roma contro il decreto; 7) mandato al consiglio di amministrazione ad esaminare subito la vertenza occupazionale.

"Abbiamo sospeso lo sciopero - ha detto Andrea Tavani della Fials a nome di tutti i sindacati - per dare un segnale di massima apertura verso la città e verso le amministrazioni locali toscane. Resta aperto il problema più grave e cioè la posizione in cui veniamo messi dal decreto Bondi". "Sono molto soddisfatto - ha sottolineato Renzi - la mediazione fra istituzione e sindacati è stata un successo". "Grazie di cuore da parte della Regione a tutti i lavoratori del Maggio per il senso di responsabilità dimostrato", ha poi commentato Targetti, la quale ha anche ricordato che il 12 maggio il presidente Enrico Rossi incontrerà i sindacati. Per Barducci si è trattato di "un segno di coraggio che avvalora ancora di più il senso della loro protesta". "Io sono d'accordo con la forza dei lavoratori - ha aggiunto il maestro Mehta -. L'opera è nata a Firenze, non deve adesso morire in Italia". Questa mattina il capogruppo in Palazzo Vecchio del Pdl, Giovanni Galli, aveva proposto di far slittare a giovedì o a venerdì il Consiglio comunale sul Maggio "per consentire la presenza dei parlamentari, sia del centrodestra, sia del centrosinistra": la sua richiesta, però, non è stata accolta.

Per quanto riguarda La Donna senz'ombra, domani la biglietteria del teatro sarà eccezionalmente aperta dalle 10 alle 19,30 per far fronte a tutte le possibili richieste del pubblico. Oltre a tutti gli spettacoli del 73° Maggio Musicale Fiorentino previsti in cartellone, restano confermate anche le prove aperte al pubblico, gratuite, programmate nei giorni scorsi. Oggi alcune file si sono formate alla biglietteria del Comunale per il ritiro dei tagliandi per la generale di mercoledì 12 del Ratto del serraglio.

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2010/05/07/news/maggio_fiorentino_stop_allo_sciopero_accordo_tra_sindacati_ed_enti_locali-3891720/

Un poeta ai Beni Culturali




















Non stupisce che, nelle pubblicazioni di critica della letteratura contemporanea, l’opera di chi si è opposto costantemente ai crimini commessi dai comunisti italiani durante la guerra e nei cinquant’anni successivi di ininterrotto esercizio del potere sia stata finora colpevolmente ignorata. Feudo della sinistra, il mondo intellettuale non ha mai perdonato chi ha cercato, spesso pagando di persona, di alzare la voce contro questa supremazia culturale sorretta dalle molotov e dai rubli. Ogni branca della cultura e delle arti ha avuto le sue vittime, i suoi martiri della libertà, da Buzzanca nel cinema a Pingitore nel teatro, solo per fare alcuni nomi. La più illustre vittima di questa conventio ad excludendum è però stata l’opera poetica di Sandro Bondi. Solo oggi, ritrovata la Libertà, il suo Popolo può finalmente apprezzare una considerevole parte del patrimonio culturale italiano occultato per anni sotto un vergognoso drappo rosso.

Già militante del P.C.I., per il quale fu sindaco di Fivizzano (MS), il Bondi si è reso ben presto conto del suo errore, approdando da tempo ad altri lidi, dove ha anche trovato il conforto della fede. Di animo sensibile, introverso e riflessivo, poco uso alla rissa e alle sguaiatezze della politica nostrana, recentemente è giunto al più alto Ufficio della cultura italiana, ultimo approdo della sua navigazione politica da oriente a occidente, dall’oppressione alla libertà. Così, dal loro soggiorno in Elicona, le Muse hanno voluto premiare un loro servo fedele, da tempo dedito, su loro ispirazione, alla poesia amorosa. Dapprima passatempo innocuo e solitario, o al massimo da condividere con pochi e scelti amici, la poesia bondiana, complice il prestigioso (e coraggioso) settimanale letterario Vanity Fair, è divenuta di pubblico dominio, facendo scoppiare un caso. Critici e lettori, stanchi di procellose avanguardie, di sperimentalismi di maniera e di manie di sperimentazione, hanno potuto finalmente cullarsi nella placida risacca del verso essenziale del Bondi, che affascina per la sua costruzione semplice e ispirata: sostantivo + aggettivo. E tutti, nel fresco e ripetuto sciacquio delle onde, si sono posti sull’Autore la stessa ferale domanda: “Ma Bondi, ci è o ci fa?”

Il Poeta, prendendo le distanze dall’impostazione tutta ideologica di Rodari, sposa la lezione di una maestra di letteratura per l’infanzia quale fu Cristina D’Avena. Egli non ha perso l’incanto con il quale un bambino guarda il mondo attraverso la sua quotidianità. E la quotidianità di Bondi è la politica, con le sue persone, gli amici, le donne, i valori della famiglia. La sua scelta stilistica, solo apparentemente ingenua, è al contrario pienamente consapevole: il verbo, l’avverbio, il pronome sono inutili complicazioni intellettualoidi. Il discorso poetico deve essere semplice come quello di un bambino, perché il Popolo è tale e ha diritto anch’esso di accostarsi alle alte vette della Poesia.

Non stupisce quindi che i pochi fortunati che hanno avuto modo di accedere alle sue ultime fatiche, ancora inedite, parlino di un’ulteriore evoluzione del Nostro verso il linguaggio dell’infanzia più precoce, per avvicinare larghi strati di popolazione che la scuola pubblica ha colpevolmente tenuto sulle soglie dell’analfabetismo poetico privilegiando l’indottrinamento ideologico. Così il lessico si ingrandisce assieme ai potenziali destinatari e abbonda di pappa, mamma, cacca, puci-puci, tata, nghé, papà, pupù e altri ripetuti balbettii in un programmatico rimbambimento semantico e metodologico. Siamo in fremente attesa di vedere l’inchiostro asciugarsi sulla carta.

Ma è tempo che il critico si faccia da parte e lasci la parola al Poeta.

Amici

Per le nozze di Elio Vito
Fra le tue braccia magico silenzio.
Fra le tue braccia intenerito ardore.
Fra le tue braccia campo di girasoli.
Fra le tue braccia sole dell’allegria.

A Giuliano Ferrara
Antro d’amore.
Rombo di luce.
Parole del sottosuolo.
Fiume di lava.
Ancora di salvezza.

A Walter Veltroni
Tenero padre,
madre dei miei sogni.
Anima ulcerata.
Figlio mio ritrovato.



A Fabrizio Cicchitto (la più famosa)
Viviamo insieme
questa irripetibile esperienza
con passione politica
autentica,
con animo casto
e con la sorpresa
dell’amicizia.
Ci mancheremo
quando verrà il tempo nuovo
e ci rispecchieremo finalmente
l’un nell’altro.
E ci mancherà
anche quello che non
abbiamo vissuto assieme
fra i banchi della scuola,
nell'adolescenza inquieta,
e nell'età in cui non si ama.
La mia fede
è la tenerezza dei tuoi sguardi.
La tua fede
è nelle parole che cerco.

Donne

Ad una misteriosa commessa della Camera
Dolente fulgore.
Mite regina.
Misteriosa malia.
Polvere di stelle.

A Michela Vittoria Brambilla
Ignara bellezza.
Rubata sensualità.
Fiore reclinato.
Peccato d’amore.

A Stefania Prestigiacomo
Luna indifferente.
Materna sensualità.
Velo trasparente.
Severo abbandono.

Ad Anna Finocchiaro
Nero sublime.
Lento abbandono.
Violento rosso.
Fugace ironia.
Bianco madreperla.
Intrepido mistero.

La famiglia

A Gabriella (la moglie)
Dolcissimo Padre.
Amore unico.
Corazza dello spirito.
Roccia di lava.
Anima fuggitiva.

A Francesco (il figlio)
Mi calmavi
fingendo di dormire.
Sembravi tranquillo,
ma ti asciugavi
le lacrime.
Padre di tuo papà,
come sarà
nel momento dell’addio

Il Salvatore

A Silvio
Vita assaporata.
Vita preceduta.
Vita inseguita.
Vita amata.
Vita vitale.
Vita ritrovata.
Vita splendente.
Vita disvelata.
Vita nova.

A Rosa Bossi in Berlusconi
Mani dello spirito.
Anima trasfusa.
Abbraccio d’amore
Madre di Dio.

A Veronica Lario in Berlusconi*
Bellezza del soccorso,
sensuale ironia,
vigore dell’amore,
intrepida solitudine.

*Sembra che quest’ultima opera sia stata rinnegata dall’Autore, che ieri ha affermato di non averla mai scritta. Si tratterebbe invece di un perfido falso architettato da Asor Rosa. Il Bondi si è affrettato a divulgare il testo originale, che riporto in anteprima:

A Miriam Raffaella Bartolini
Infamia dell’indifferenza,
banale seriosità,
morbo della malevolenza,
pavida Unità.

http://keespopinga.blogspot.com/2009/05/la-poesia-di-sandro-bondi.html

giovedì 6 maggio 2010

Teatri lirici, nulla di fatto dall'incontro con Bondi: confronto lampo di 30 minuti

I sindacati incontrano il Ministro. Barenboim: "Un errore disinvestire". La protesta continua.


Un incontro lampo, un buco nell’acqua, un nulla di fatto. Prevedibile l’esito, meno la durata: trenta minuti appena sono bastati al ministro Sandro Bondi e ai quattro rappresentanti sindacali del comparto per mandare all’aria qualsiasi tentativo di mediazione sul decreto-legge relativo agli enti lirici, che tante proteste sta suscitando nei teatri di mezza Italia. Da una parte il Ministero dei Beni Culturali che intende mantenere inalterato il testo, dall’altro le delegazioni sindacali che non mollano l’obiettivo del ritiro del testo, annunciando la prosecuzione dello stato di agitazione delle 14 fondazioni liriche.

Slc Cgil: "Il governo non vuole fare passi indietro"

"Alla nostra richiesta di rimuovere norme illegittime che intervengono sulle retribuzioni dei lavoratori e sui contratti di lavoro, il Governo si è detto indisponibile a recedere": così il segretario generale della Slc/Cgil, Emilio Miceli, ha commentato a caldo la conclusione dell'incontro con Bondi. "Credo – ha aggiunto - non fosse questo lo spirito con cui il Presidente della Repubblica ha sollecitato l’incontro. Ovviamente se il Ministro dei Beni Culturali ha qualche novità, sa dove trovarci".

L'ora della verità con Bondi?

Continua la lotta dei teatri lirici. Kermesse di protesta ieri sera a Roma. Intanto si guarda all'appuntamento col ministro Bondi, fissato per oggi, come a un decisivo "momento della verità", dopo tante tensioni.
“Speriamo sia un incontro serio e propositivo e non un giro di valzer. Diremo al ministro che procedere per decreto su una materia delicata come le fondazioni lirico-sinfoniche non porta da nessuna parte, che i problemi sono sotto gli occhi di tutti e che servirebbe una vera riforma, come auspichiamo da dieci anni”.
Sull’onda delle proteste che stanno investendo tutti i teatri lirici italiani, e che hanno portato alla cancellazione di prime stagionali di prestigiosissime istituzioni del paese - dalla Scala al Carlo Felice, dal teatro regio al Petruzzelli - Silvano Conti, delegato Slc Cgil, non arretra di un passo.

Oggi l’incontro

Oggi le quattro rappresentanze sindacali del settore (“unite più che mai”, precisa Conti) incontreranno il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, su sollecitazione diretta del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha prima rimandato al mittente e in un secondo momento firmato il decreto di revisione dell’attuale assetto delle fondazioni lirico-sinfoniche, in totale 14, che ora attende di essere convertito in legge entro 60 giorni.
“Noi chiediamo che venga ritirato a favore di una riforma discussa in Parlamento e concertata con noi”, spiega Conti.

Barenboim: "E' un errore disinvestire nella musica"

Della stessa idea è anche Daniel Barenboim, maestro scaligero, riferendosi al decreto di riforma degli enti lirici, in un incontro con la stampa tenutosi nella Sala gialla del teatro meneghino: "È sbagliato penalizzare un teatro prestigioso come la Scala e, per un Paese come l'Italia, è un errore culturale disinvestire sulla musica".
"Faccio musica da 60 anni - ha detto Barenboim - e mi chiedo come sia possibile punire un teatro come la Scala che sta crescendo sia qualitativamente che in termini di spettacoli prodotti.
Se contiamo anche le tournee internazionali la Scala esegue più di 300 spettacoli musicali all'anno".
Disinvestire nella musica, secondo Barenboim, significa ignorare il patrimonio culturale italiano e lanciare un messaggio negativo a livello di immagine del nostro paese "perchè, quando all'estero si pensa all'Italia, si pensa a Dante, a Michelangelo, ma anche a Verdi".
Il maestro scaligero ha poi chiesto alla comunità politica di "guardare alla cultura in generale e alla musica in particolare come a una necessità per tutto il popolo" perchè il fatto che la musica lirica e quella sinfonica siano considerate elitarie è dovuto alla "scarsa educazione musicale", ma la musica è "parte integrante dell'animo umano", anche se da parte dei politici italiani "al momento non c'è comprensione del fenomeno".

La kermesse di protesta all'Opera di Roma

Nel frattempo non si arrestano le contestazioni del comparto, e ieri sera c'è stata una kermesse musicale al teatro dell’Opera di Roma, a cui hanno già aderito elementi dell'orchestra e del coro dell'Accademia di Santa Cecilia, del Maggio Musicale Fiorentino e del Teatro San Carlo di Napoli.
“Vista la situazione non possiamo far altro che proseguire con scioperi e proteste. Per il 17 maggio stiamo organizzando inoltre una grande iniziativa a Roma con tutte le forze parlamentari e le amministrazioni locali di destra e di sinistra per creare una opinione pubblica sulla questione”.
Conti, cosa contestate al provvedimento?
“È un decreto che punta alla destrutturazione del lavoro e affronta solo un aspetto: l’attacco alla contrattazione nazionale di II livello. Sono tre anni che con l’Agis discutiamo, senza esito, del contratto nazionale di lavoro e ora vengono a dirci che il nostro referente è diventato l’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni)”.

Quindi la vostra opposizione è di natura contrattuale?
“Assolutamente sì, visto che siamo di fronte a un tentativo di destrutturare l’occupazione, reintroducendo di fatto la legge 43 che eravamo riusciti ad abolire durante il mandato di Rutelli. Le spiego meglio: gli stipendi dei lavoratori degli enti sinfonici di II livello (musicisti, maestranze, tecnici e amministrativi) vengono erogati in parte dal contratto nazionale e per l’altra dal contratto aziendale con i rispettivi teatri. Ecco, il decreto prevede, a partire dal 1 gennaio 2011, il divieto delle attività autonome per il personale del comparto (che saranno possibili solo dietro autorizzazione del sovrintendente), vale a dire tagli sugli stipendi del personale che dovranno attenersi alla sola contrattazione nazionale. Mettiamo un musicista percepisca in totale 2mila euro, il suo compenso verrebbe decurtato del 50-60%. Misura incostituzionale che ci costringe a ricorrere alla Consulta giuridica”.

Si parla anche di blocco delle assunzioni…
“Sì, il cosiddetto turn over, ovvero il blocco delle assunzioni per tre anni, nonostante le piante organiche siano funzionali all’attività del teatro, e perciò depositate presso il ministero e, soprattutto, per il 60% agganciate ai soldi del Fondo unico dello spettacolo (Fus). Il decreto prevede la sostituzione solo del personale venuto a mancare nell’ultimo anno. Le faccio un esempio: se in tre anni vanno via 10 persone e solo nell’ultimo anno una sola, verrà integrata quest’ultima, con un organico che rimane scoperto di 9 persone”.

Quali soluzioni proponete?
“Vogliamo parlare con persone competenti che non ragionano per slogan. Qui nessuno risponde a nessuno e basterebbe che il sovrintendente e i Consigli di amministrazione dei teatri rispondessero in solido sui buchi di bilancio delle fondazioni. Chiediamo maggiore competenza da parte dei sovrintendenti in carica, che vengano scelti in base a bandi nazionali e internazionali. A parte Lissner – che abbiamo importato dall’Opera di Parigi – in giro non vediamo nessuno all’altezza della situazione. Sono almeno 10 anni che ci facciamo promotori di una vera riforma, immaginando un futuro per i teatri lirici che sono un dato identitario del nostro Paese”.

Ne è così sicuro? Eppure ieri su La Stampa è uscito un articolo in cui da un confronto con gli altri teatri europei, i nostri ne uscivano con le ossa rotta in quanto ad attività e produzione…
“I problemi esistono, non li neghiamo. E siamo convinti che solo la stabilità occupazionale può garantire la qualità produttiva. Il gap non dipende da chi lavora ma da chi amministra le fondazioni”.

Non crede che l’ingresso di capitali privati, come auspicato da Bondi, non potrà che introdurre nuove risorse nel settore?
“I capitali privati sono già entrati nei teatri con la trasformazione degli enti lirici in fondazioni. Servirebbero maggiori iniziative di supporto, anche in termini fiscali. Non siamo contro il riconoscimento di alcune eccellenze, come la Scala di Milano e l’Accademia di Santa Cecilia a Roma, ma anche le altre fondazioni devono essere garantite e deve essere rispettato un maggiore equilibrio tra partecipazioni pubbliche e private”.

Però mi scusi, è anche vero che i teatri sinfonici “succhiano” da soli almeno il 60% del Fus…
“E’ un gioco truccato in partenza, visto che siamo l’unico paese civile che spende per la cultura lo 0,23% del Pil. Le faccio di nuovo un esempio: io sono una fondazione e faccio una programmazione triennale sulla base di un certo budget. Se ogni anno il governo di centrodestra mi taglia il Fus, danneggia in corso d’opera il mio piano di lavoro, tagliando fondi che ho già speso. Il problema è a monte: non si investe nella cultura. Gli altri paesi, nonostante siano in crisi come noi, hanno investito in istruzione, innovazione, ambiente e cultura. Da noi si taglia soltanto, e dobbiamo pure dire che va tutto bene”.

Monia Cappuccini
http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=Teatri%20lirici,%20oggi%20l%27incontro%20della%20verit%C3%A0%20con%20Bondi&idSezione=6801