domenica 20 giugno 2010

Sindacati lirica, il 22 giugno sciopero nazionale e presidio contro decreto

"Sciopero nazionale per l'intera giornata del 22 giugno dei lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche, con presidio, coinvolgendo intorno alle tematiche del decreto tutte le articolazioni della produzione culturale e dello spettacolo". E' la decisione dei sindacati, come si legge in una nota unitaria delle segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-CisI, Uilcom-Uil e Fials-Cisal, contro il decreto di riforma delle fondazioni lirico-sinfoniche.

"Il decreto legge 64 così come uscito dall'aula del Senato, che in questi giorni viene esaminato alla Camera - si legge ancora nella nota - pur avendo registrato avanzamenti su alcune materie richieste dalle parti sociali, introdotti con gli emendamenti approvati, conserva nel suo insieme effetti destrutturanti del 'Sistema cultura', mantiene un profilo fortemente penalizzante sui temi dell'occupazione, della qualità produttiva e della contrattazione, e non realizza, quindi, alcuna riforma del settore delle fondazioni lirico-sinfoniche, del resto impossibile da attuare tramite decretazione d'urgenza, fuori da una legge organica complessiva di sistema".

"Il testo finale approvato dal Senato - sostengono i sindacati - subisce anche alcuni arretramenti negativi rispetto alla versione licenziata in 7a commissione Cultura (vedi emendamento in deroga presentato dalla maggioranza sul 'prototipo' Petruzzelli, che in contrasto alle norme vigenti obbliga tutte le assunzioni 'a evidenza pubblica', la penalizzazione prevista della decurtazione degli integrativi in caso di mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro che sale dal 5 % al 25% e le non risposte alle esigenze occupazionali a fronte del blocco del turn-over).

"Registriamo, inoltre, che gli incontri con il ministro Bondi, che dovevano portare a un 'confronto' per modificare i contenuti del decreto (in particolare in merito alle regole per affrontare la contrattazione del settore fondazioni e le necessarie risorse), hanno avuto essenzialmente uno scopo di propaganda -continuano i sindacati- per tentare di frenare le iniziative di protesta. Infatti, a seguito delle nostre proposte, il ministro si era impegnato il 27 maggio a un incontro di merito in tempi brevi, che non si è mai attuato, né tanto meno, contrariamente a quanto affermato alle segreterie nazionali dal capo di Gabinetto Nastasi, sono stati mantenuti in vigore l'articolo 6 (completo) e l'articolo 16 della legge 800".

"Questo decreto - spiegano le organizzazioni sindacali- insieme allo smembramento di Cinecittà-Luce (allo stato stralciato dal provvedimento ma che lascia intatti tutti gli interrogativi e le incertezze circa il futuro del polo pubblico del cinema), alla soppressione dell'Ente Teatrale Italiano e ai tagli previsti dalla Finanziaria per il Fus a partire dal 2011 (-25% rispetto al 2010), disegna in modo molto chiaro un attacco per la sopravvivenza stessa di tutto il sistema della produzione culturale e dello spettacolo, per il quale il sindacato si è già mobilitato il 7 giugno a Roma a Piazza Navona".

"Auspichiamo, nei prossimi giorni, un reale ruolo legislativo della Camera sull'esame del decreto, che non diventi solo un forzato passaggio di mera ratifica del provvedimento, come anche evidenziato da molti deputati sia di maggioranza che di minoranza".

"E' fondamentale - hanno auspicato i sindacati di categoria - che la normativa prevista venga ancora sottoposta a profonde modifiche da parte della Camera a partire dagli articoli 2 e 3, senza le quali non potrà che essere rigettata dai sindacati e dai lavoratori, e che vengano seriamente approfonditi i temi e le scelte da operare per una vera riforma del settore".

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