martedì 22 febbraio 2011

Milleproroghe, “rilievi” di Napolitano La Camera sospende la discussione


Il Presidente: eluso il vaglio preventivo, il decreto contrasta con la Costituzione. Il governo pensa a maxiemendamento


ROMA - Il decreto legge milleproroghe per la sua eterogeneità si pone in contrasto con quanto prevede in tal senso la Costituzione. E' quanto richiama il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in una lettera inviata ai presidenti dei due rami del Parlamento Renato Schifani e Gianfranco Fini e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nella quale appunta la sua attenzione su «ampiezza ed eterogeneità delle modifiche fin qui apportate nel corso del procedimento di conversione al testo originario del decreto-legge cosiddetto milleproroghe».

Il Capo dello Stato, nel ricordare «i rilievi ripetutamente espressi fin dall'inizio del suo settennato», ha messo in evidenza che «la prassi irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non strettamente attinenti al loro oggetto si pone in contrasto con puntuali norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti parlamentari, eludendo il vaglio preventivo spettante al Capo dello Stato in sede di emanazione dei decreti-legge».

Il premier ha fatto sapere di concordare con le osservazioni del Colle. Silvio Berlusconi è stato ricevuto nel pomeriggio dal presidente Napolitano al Quirinale con il sottosegretario Gianni Letta. Il Presidente del Consiglio ha convenuto sulle osservazioni di metodo formulate dal nella lettera oggi inviata a lui e ai Presidenti delle Camere in materia di decretazione d'urgenza. Lo rende noto un comunicato del Quirinale diffuso al termine dell'incontro di questo pomeriggio.

La lettera del Presidente all'esame dei capigruppo della Camera. La conferenza dei capigruppo della Camera, che si è riunita da poco, sta valutando la lettera al govenro del Presidente della Repubblica con i rilievi al decreto legge milleproroghe. Lo ha reso noto all'Assemblea il vicepresidente di turno, Rocco Buttiglione, rispondendo a deputati che gli chiedevano di aprire un dibattito sulle osservazioni del Capo dello Stato.

Dopo l'esame della lettera, sospesa la discussione sul decreto. L'esame del decreto milleproroghe è sospeso dopo i rilievi del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. È frutto dell'accordo raggiunto nella Conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

È molto probabile che il governo presenti al più presto un maxiemendamento che riproponga il testo originario del decreto milleproroghe. È questa una delle soluzioni, che prospettano fonti autorevoli della maggioranza, per uscire dall'impasse che si sarebbe creata dopo la lettera del Capo dello Stato nella quale si sostiene che il provvedimento sarebbe stato trasformato al Senato in una sorta di nuova finanziaria. E sul nuovo maxiemendamento è probabile che si chieda il voto di fiducia.

Franceschini: ineccepibile durezza del Colle. «In Aula ci siamo impegnati a non commentare la lettera del Capo dello Stato per non trascinarlo nel dibattito politico. Credo che sia una lettera di ineccepibile durezza e richiama ai principi costituzionali che giustificano i decreti e le loro modifiche». Così il capogruppo Pd Dario Franceschini. «Se dalla maggioranza - osserva Franceschini - c’è la volontà di accogliere i richiami del Colle, da parte nostra, senza cambiare il giudizio di merito, si potrebbe approvare in fretta il decreto. Altrimenti useremo tutti i mezzi a disposizione».

Di Pietro: Milleproroghe serve a distribuire mance. «È vergognoso il teatrino offerto da governo e maggioranza, sono gli ultimi colpi di coda del regime. Il Milleproroghe è un provvedimento incostituzionale, così come ha rilevato anche il Capo dello Stato, e serve soltanto a dare mance a destra e a sinistra, a seconda di chi ha deciso di svendersi a questo governo». Lo ha affermato in una nota il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

«Lo considero abbastanza amico». Così il leader della lega Umberto Bossi replica ai cronisti che gli chiedono del rapporto con il capo dello Stato anche alla luce di quanto accaduto sul milleproroghe. Per quanto riguarda il provvedimento, Bossi si dice comunque tranquillo: «questa - osserva - è l'ultima volta, ma passa».

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