venerdì 6 maggio 2011

Il Governo firma, festa alla Scala: una svolta storica


Approvato il regolamento speciale per gli enti lirici virtuosi, l’autonomia è realtà. Salvi i finanziamenti. Stasera sipario chiuso per lo sciopero generale indetto dalla Cgil

Milano, 6 maggio 2011 - Arriva l'autonomia. Un anno fa, la firma del presidente Giorgio Napolitano sul decreto di riforma degli enti lirico-sinfonici. Ieri, il secondo passo: il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al primo regolamento attuativo della legge Bondi. Tradotto: riconoscimento di una forma organizzativa speciale ai teatri virtuosi. Scala di Milano e Accademia di Santa Cecilia di Roma repubbliche indipendenti nell’universo della musica italiana.

«Il primo tassello per risanare e rilanciare le fondazioni - afferma il neoministro ai Beni culturali, Giancarlo Galan -. Entro la fine del 2011 mi impegno a completare questa riforma, portando a termine tutti i restanti provvedimenti al riguardo». Al Piermarini esultano: la dirigenza di via Filodrammatici sa di rispettare tutti i rigorosi parametri artistici ed economici imposti dal Mibac.

Sette «i presupposti e i requisiti» dettati da Roma: «specificità della fondazione nella storia della cultura operistica italiana», assoluta rilevanza internazionale, eccezionale capacità produttiva, pareggio di bilancio per almeno quattro volte consecutive negli ultimi cinque esercizi, «realizzazione di rilevanti ricavi propri», significativo e continuativo apporto finanziario da parte di soggetti privati nonché «capacità di attrarre» sponsor dal 2008 in poi, entità dei ricavi provenienti dalle vendite e dalle prestazioni rese «non inferiore, nell’ultimo bilancio approvato, al 40 per cento dell’ammontare» dei fondi governativi. Ecco i numeri dell’eccellenza scaligera sul 2011: 262 alzate di sipario (di cui undici fuori sede), sei bilanci di fila in pareggio, 26 milioni di euro tra contributi privati e sponsorizzazioni, ricavi da biglietteria, abbonamenti e altri guadagni propri pari al 120 per cento degli stanziamenti ministeriali (36,178 milioni contro 28-30 in arrivo dal Fus).

Come dire, la Direzione generale competente non potrà che approvare - «entro quarantacinque giorni dalla ricezione» - la domanda presentata dal sovrintendente Stéphane Lissner; a quel punto, la richiesta sarà inoltrata al Mibac, che avrà un altro mese e mezzo per dire sì. Insomma, entro la fine dell’estate l’autonomia sarà realtà. Al Piermarini stanno già lavorando all’adeguamento dello statuto della fondazione (stamattina è in programma il Consiglio d’amministrazione), che, come previsto dal comma 4 dell’articolo 5 del nuovo regolamento, può essere trasmesso «contestualmente all’istanza di riconoscimento della forma organizzativa speciale». E i vantaggi? La legge parla di «erogazione del contributo statale sulla base di programmi di attività triennali corredati dei relativi budget preventivi». E, precisazione da non sottovalutare in caso di eventuali tagli alla cultura, garantisce fondi «almeno pari alla percentuale conseguita dalla medesima fondazione in occasione dell’ultima assegnazione precedente» all’autonomia.

Quindi, niente riduzioni del Fus per gli enti virtuosi. E ancora, la dirigenza di via Filodrammatici avrà «la facoltà» di negoziare direttamente con i sindacati «un autonomo contratto di lavoro che regoli all’unico livello aziendale» tutte le materie dell’intesa nazionale. In questo caso, però, bisognerà trovare la quadra con le sigle più rappresentative (Cgil, Cisl, Uil e Fials): «in mancanza di accordo tra le parti protrattasi per sei mesi - si precisa nel regolamento - si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro». A sentire le reazioni dei segretari territoriali, sarà questo il nodo da sciogliere nei prossimi mesi: «Non se ne parla neanche», il commento tranchant di Giancarlo Albori, numero uno della Slc-Cgil. Cauta la Uilcom: «Aspettiamo di leggere nel dettaglio la normativa prima di dare un giudizio nel merito», chiosa Domenico Dentoni.

di Nicola Palma

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