domenica 25 aprile 2010

Niente alberi: Abbado tradito dalla Moratti.

Il verde di Claudio Abbado e Renzo Piano resta al verde. Nel senso che il Comune di Milano ha annunciato lo stop al progetto dell’architetto star per 3.500 alberi da piantare in città, parte del famoso cachet di 90 mila piante chiesto dal direttore star per tornare alla Scala dopo 24 anni. Cosa che, comunque, farà regolarmente in giugno. «L’amministrazione comunale - fa sapere Palazzo Marino - non ritiene di potersi far carico delle spese per la piantumazione di circa 3.500 alberi in dodici luoghi della città, con una spesa prevedibile superiore ai 10 milioni di euro», a meno che non si trovi un «indispensabile sponsor». Che, evidentemente, non c’è.

La storia raccontata dal Corriere è molto complicata e molto milanese. Naturalmente la polemica infuria. I Verdi protestano, l’assessore al Verde del Comune approva, Piano soffre, la Coca-cola s’offre come sponsor, Legambiente attacca il sindaco Letizia Moratti, Assoedilizia la applaude e gli Abbadiani Itineranti, «che seguono Abbado da più di quindici anni in giro per il mondo», fanno sapere che «quello di Claudio non era un ricatto, lo conosciamo bene, era un gesto d’amore per la sua città, e non è stato ricambiato». Del resto, lo stesso Abbado, che ha trasformato la sua proprietà in Sardegna in un fantastico parco, ha sempre detto: «Nel fondo del mio cuore, penso di essere solo un giardiniere». Però per il momento non commenta lo sgarbo della giunta, anche se lo descrivono amareggiato assai.

Fin qui la rissa. La notizia vera, però, è che i concerti di Abbado sono confermati: due «ufficiali», il 4 e 6 giugno, e la prova generale aperta per i giovani del 3. In programma (anche qui dopo molte esitazioni e un cambio clamoroso) c’è la Seconda sinfonia Resurrezione di Mahler con due orchestre (la Filarmonica della Scala e la Mozart) e tre cori (Filarmonica, Radio Svedese e Arnold Schönberg). Di Mahler si festeggia nel 2010 il 150° anniversario della nascita ma, in realtà, il concerto festeggia soprattutto il ritorno di Claudio Magno nella sua città e nel suo teatro, di cui fu direttore musicale dal ’68 all’86 in una stagione politicamente difficile come tutte ma artisticamente esaltante come poche. Abbado non dirige i complessi della Scala alla Scala da 24 anni: inutile dire che gli abbadiani di tutto il mondo sono in fibrillazione e quelli milanesi in orgasmo. Lo ha dimostrato l’assalto a Internet di ieri, quando il teatro ha messo in vendita «on line» i biglietti sopravvissuti alla prevendita riservata agli abbonati (anche qui, non senza polemiche violentissime sugli effervescenti blog di melomani e loggionisti). Bene: ce n’erano 595, sono stati «bruciati» in meno di cinque minuti. Chi non potrà entrare alla Scala potrà rifarsi in piazza Duomo, dove il concerto andrà in diretta su un maxischermo hi-tech steso fra le due torri dell’Arengario. Ma, a questo punto, senza vista sul boschetto di frassini previsto da Piano dietro il monumento a Vittorio Emanuele.

ALBERTO MATTIOLI
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/201004articoli/54357girata.asp

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