venerdì 21 maggio 2010

Lirica: Marco Tutino (Anfols), o si cambia o si chiude

ROMA - 21 MAGGIO 2010 - “Il nostro mondo è diventato anacronisticamente superato dalla realtà e ha un bisogno enorme di riformarsi (…) Dire che il decreto vada bene nella sua totalità non è possibile, ma arrivati a questo punto era inevitabile un provvedimento urgente, visto lo stato di crisi irreversibile del settore”. Così dichiara al Giornale dello Spettacolo Marco Tutino (foto), presidente dell’Anfols, l’associazione delle fondazioni lirico sinfoniche, e sovrintendente del Comunale di Bologna, a proposito del decreto di riforma delle fondazioni e dello spettacolo, attualmente all’esame del Senato per la conversione in legge.

Secondo Tutino, se il decreto non dovesse passare in Parlamento si aprirebbe uno scenario “di estinzione a brevissimo termine di molti teatri, pericolo che, comunque rimane anche con il decreto”. Per il presidente dell’Anfols, infatti, il decreto non basta: “dà strumenti indubbiamente utili – dice - come il pensionamento anticipato dei ballerini e come l’annunciata revisione dei criteri di ripartizione del Fus nei quali, finalmente, si prefigura un premio maggiore, rispetto al passato, per chi produce di più e per chi dimostra una gestione virtuosa del bilancio. Ma è evidente che se non si risolve il problema del calo delle risorse, questi provvedimenti sono inutili. Stando all’ultima Finanziaria infatti, per il 2011 si prevede un taglio del Fus di 100 milioni di euro. Questo vorrà dire per ogni Fondazione tagli dai 5 milioni in su. Pensare che un teatro possa sopravvivere con un taglio del genere è velleitario. Se ciò dovesse essere confermato, il legislatore dovrà dirci cosa fare perché davvero non potremo più garantire la continuità aziendale”.

Tra gli aspetti importanti che il decreto non affronta, Tutino indica gli incentivi alla contribuzione privata tramite forme di defiscalizzazione e suggerimenti sulla governance e la composizione dei Cda delle fondazioni. Mentre, sul blocco delle assunzioni a tempo indeterminato, afferma che “se un Teatro dimostrasse di auto garantirsi una previsione virtuosa di bilancio, questo provvedimento andrebbe superato perché bloccare tout court la possibilità di assumere personale stabile, alla lunga, può danneggiare la qualità del lavoro”. Ma il presidente dell’Anfols aggiunge, “in tutto il mondo del lavoro sono state individuate forme occupazionali diverse da quelle della pura stabilità di 13/14 mesi all’anno: ci sono, infatti, forme di stabilità che, pur garantendo il lavoro fino alla pensione, sono più flessibili, come il part-time. Per il futuro, e quindi non per il personale già assunto, lo studio di strade alternative di stabilità è fondamentale”.

Sull’atteggiamento dell’opposizione, Tutino ritiene “si possa sostenere legittimamente che queste questioni non vadano affrontate per decreto, ma nella sostanza non mi sembra di aver recepito ragionamenti che entrino nel merito dei contenuti e che propongano alternative”.

Sulle diverse posizioni di alcuni sovrintendenti, dice che “in questo momento particolare mi piacerebbe ci fossero degli atteggiamenti unitari, almeno nella fase di elaborazione di proposte. Bisognerebbe avere il coraggio delle proprie idee e parlarne insieme e la sede dove farlo resta l’Anfols, perché non ce ne sono altre”.

Intervista integrale sul Giornale dello Spettacolo n.10 del 21 maggio 2010
http://www.giornaledellospettacolo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=4891&Itemid=76

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