mercoledì 5 maggio 2010

Una 'veglia' di protesta al Teatro dell'Opera "Sarà un evento allegro, con il nostro pubblico"

Oggi si conclude la maratona dell'Accademia di Santa Cecilia. Domani sera al Costanzi orchestra, coro e corpo di ballo si esibiranno fino all'alba. E spiegheranno cosa c'è di sbagliato nel decreto legge Bondi


Dopo la maratona dell'Accademia di Santa Cecilia, la veglia del Teatro dell'Opera di Roma. Domani sera (5 maggio) a partire dalle 20 al Teatro Costanzi l'orchestra, il coro, l'orchestra giovanile e il corpo di ballo incontreranno il pubblico proponendo brani musicali ma anche spunti di riflessione sul decreto legge di riforma varato dal governo e fortemente contestato da tutte le fondazioni lirico-sinfoniche. "Vogliamo una serata allegra, anche perché le cose poco allegre arriveranno molto probabilmente il giorno dopo", spiega Loris Grossi, rappresentante sindacale Cgil dell'orchestra del Teatro dell'Opera, nella quale suona il trombone da 31 anni.

Infatti il ministro per i Beni e le Attività culturali Sandro Bondi ha fissato per il 6 maggio un incontro con le rappresentanze sindacali che hanno firmato il contratto collettivo di lavoro delle fondazioni lirico-sinfoniche, e cioè Cgil, Cisl, Uil e Fials, proprio per discutere il decreto legge varato la scorsa settimana. Un incontro certo auspicato, ma sul quale i rappresentanti sindacali ripongono poche speranze: "Se il ministro avesse voluto discutere davvero con noi, lo avrebbe fatto prima di presentare il decreto. E invece ha rifiutato sistematicamente di incontrare i nostri rappresentanti, nonostante le ripetute richieste", dice Grossi.

Eppure, la serata di domani al Teatro dell'Opera è configurata come una veglia che vuol essere, tutto sommato, "di buon augurio". E, a testimonianza dell'armonia e della compattezza che lega in questo momento tutte le fondazioni lirico sinfoniche, al Costanzi ci saranno anche musicisti dell'Accademia di Santa Cecilia, del Maggio Musicale Fiorentino e del San Carlo di Napoli.

"Dopo il 6 - annuncia Grossi - anche noi ci riuniremo in assemblea, e con molta probabilità l'assemblea diventerà permanente, così come è successo negli altri teatri lirici". Ma intanto il 5, professori d'orchestra, coristi, ballerini, maestranze avranno l'opportunità di spiegare al pubblico cosa c'è di sbagliato nel decreto legge Bondi e perché rischia di distruggere istituzioni di valore culturale e storico inestimabile, che certo andrebbero riformate, razionalizzate, ma sicuramente non con un rigido blocco delle assunzioni fino al 2013, che impedirà ai corpi artistici di funzionare come dovrebbero e toglierà ogni prospettiva ai giovani impegnati nei conservatori e nelle accademie.

"In questi giorni si è detto e scritto di tutto - spiega Grossi - che guadagniamo in media 70.000 euro l'anno, che lavoriamo appena 16 ore alla settimana e andiamo in pensione a 40 anni. Io lavoro qui da 31 anni, e guadagno appena 2.300 euro al mese. Vogliono che lavoriamo di più? Non ci sono problemi: noi siamo dipendenti e dipendiamo, e se ci dicono di venire a fare uno spettacolo al giorno lo facciamo. Però la smettano di tirarci addosso queste statistiche del pollo! La musica rappresenta appena il 2,3 o il 2,6 del Pil? Beh, se si vuole affrontare questo settore come si è fatto con l'Alitalia, forse non si è capito qualcosa. E' anche vero che la maggior parte degli esponenti di questo governo si fanno un vanto di non aver mai messo piede in un teatro dell'opera, o in una sala da concerto".

Intanto nel foyer dell'Auditorium Parco della Musica in queste ore si conclude la lunga maratona di tre giorni cominciata domenica. I professori d'orchestra invitano il loro pubblico a continuare a seguire la protesta su Facebook, collegandosi al blog Portatori sani di cultura.

articolo di Rosaria Amato su:
http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/05/04/news/protesta_teatro_opera-3820172/

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